La settimana appena trascorsa ha visto numerosi sviluppi di rilievo in ambito economico e finanziario, spaziando dalle decisioni delle banche centrali fino a importanti novità nel settore tecnologico e ai risultati delle trimestrali americane.
Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse tra il 4,25% e il 4,50%. L’economia americana continua a crescere a un ritmo sostenuto, supportata da un mercato del lavoro solido e da una disoccupazione stabile su livelli bassi. Tuttavia, l’inflazione resta ancora sopra gli obiettivi della Fed. Questo scenario ha portato la banca centrale ad adottare un approccio più prudente rispetto all’anno scorso, evitando ulteriori interventi sui tassi per il momento.
In Europa, la Banca Centrale Europea ha deciso all’unanimità un taglio di 25 punti base, portando il totale delle riduzioni dei tassi a 125 punti base. I tassi tornano così ai livelli del 2008. Christine Lagarde ha ribadito che le prossime decisioni saranno prese in base ai dati economici disponibili. L’aumento dell’inflazione, causato soprattutto dall’effetto base legato ai prezzi dell’energia, è ritenuto temporaneo e non preoccupa la BCE, che mantiene comunque un outlook positivo per l’economia dell’area euro.
La stagione delle trimestrali negli Stati Uniti sta offrendo un solido supporto al mercato. Finora, le società hanno già pubblicato i propri risultati e oltre la metà ha superato le attese degli analisti. La media di superamento delle stime ha contribuito a un incremento delle stime di crescita degli utili del 2%.
Sul fronte tecnologico, una notizia inaspettata è arrivata dalla Cina, dove una piccola società IT di proprietà di un hedge fund ha sconvolto il settore dell’intelligenza artificiale con il lancio del modello DeepSeek. Questa soluzione, costruita utilizzando chip Nvidia meno avanzati a causa delle restrizioni americane, è riuscita a competere – e in alcuni casi a superare – i concorrenti statunitensi, grazie a un’architettura altamente ottimizzata. DeepSeek si distingue per alte prestazioni in ambiti complessi come la risoluzione di problemi matematici e il coding, pur essendo meno efficace nelle funzioni più semplici.
La concorrenza cinese ha suscitato molte domande, specialmente sulla reale necessità di investimenti miliardari nel settore AI. I CEO di Microsoft e Meta hanno difeso i loro piani di spesa, ma l’emergere di DeepSeek ha messo in discussione l’efficacia delle misure protezionistiche americane, che avrebbero dovuto rallentare lo sviluppo tecnologico cinese. Le società statunitensi hanno accusato DeepSeek di irregolarità legate a dati e tecnologia, puntando il dito contro Singapore come possibile punto d’ingresso dei semiconduttori americani in Cina.
Questo evento è coinciso con l’annuncio dell’ex presidente Trump di un fondo da 500 miliardi di dollari per le infrastrutture AI, in collaborazione con grandi aziende IT americane.
Infine, in Italia, l’ISTAT ha rilevato un aumento della fiducia tra le imprese e i consumatori. L’indice di fiducia delle imprese è salito a 95,7 punti, mentre quello dei consumatori è passato da 96,3 a 98,2. Questi segnali positivi potrebbero indicare un miglioramento delle prospettive economiche italiane dopo un periodo di rallentamento.
Mercato Azionario
La settimana sui mercati azionari è stata segnata dall’impatto del ciclone DeepSeek, che ha travolto Nvidia, facendole perdere in un solo giorno il controvalore del PIL dell’Argentina (-590 miliardi di dollari). Questa è stata la maggiore perdita di capitalizzazione nella storia del mercato azionario americano. Le flessioni di Nvidia (-17%) hanno influenzato l’intero Nasdaq, che ha chiuso la settimana con una correzione del -1,4%, trascinando anche l’S&P500 (-1%). Il Dow Jones Industrial, invece, ha chiuso in positivo (+0,3%).
Nonostante queste turbolenze, i mercati azionari europei hanno continuato a sovraperformare quelli americani. L’Eurostoxx 600 ha guadagnato il +1,8%, mentre il FTSE MIB ha chiuso a +0,7%, confermandosi tra i best performer del 2025 grazie al forte contributo del settore bancario.
L’indice di volatilità VIX è aumentato nel corso della settimana, ma rimane comunque inferiore di circa il 5% rispetto ai livelli di inizio anno.
Mercato Obbligazionario
Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury a 10 anni è in calo per la terza settimana consecutiva, perdendo 1,60% solo nell’ultima settimana, con la Fed che mantiene i tassi invariati. In Europa, i rendimenti hanno corretto nel corso della settimana, ma restano in rialzo rispetto ai livelli di inizio anno. Dopo un movimento al rialzo fino a metà gennaio, i tassi hanno iniziato a ripiegare nella seconda metà del mese.
Il Bund tedesco a 10 anni ha toccato un massimo di rendimento del 2,60%, per poi scendere verso il 2,40%. Anche il titolo di Stato italiano con pari scadenza ha seguito un andamento simile: dopo aver raggiunto il 3,88% a metà gennaio, è ripiegato intorno al 3,50%, registrando una flessione più pronunciata rispetto ai tassi americani.
Materie Prime
I prezzi del greggio sono in calo a causa dell’aumento delle scorte statunitensi e del ridimensionamento delle preoccupazioni legate alle forniture libiche. L’attenzione dei mercati si è spostata sui potenziali dazi che gli Stati Uniti potrebbero imporre sulle importazioni di petrolio da Canada e Messico.
In settimana, il WTI è sceso a 73,75 dollari al barile, registrando una perdita di circa 1,05%.
La Casa Bianca ha confermato che il presidente Donald Trump intende procedere con l’imposizione di dazi del 25% sulle importazioni di greggio da Canada e Messico. Nel 2023, il Canada ha fornito agli Stati Uniti circa 3,9 milioni di barili al giorno, rappresentando la metà delle importazioni complessive di petrolio. Anche il Messico ha contribuito con 733.000 barili al giorno, secondo i dati dell’Energy Information Administration (EIA).
Nonostante la politica monetaria della Federal Reserve abbia mantenuto invariati i tassi d’interesse, la politica protezionistica americana sta spingendo al rialzo l’oro. Le quotazioni del metallo prezioso sono vicine ai massimi storici, attestandosi intorno ai 2.800 dollari l’oncia, grazie alla domanda crescente di beni rifugio in un contesto di incertezza commerciale e geopolitica.
Mercato delle valute
La politica del neopresidente americano si fa sentire soprattutto sul mercato valutario. Il dollaro statunitense ha mostrato un andamento simile a quello dei rendimenti dei Treasury. Dopo un forte apprezzamento fino a metà gennaio, il biglietto verde ha attraversato una fase di correzione, chiudendo però la settimana con un rafforzamento dell’1%.
L’euro-dollaro ha risentito delle divergenze di politica monetaria tra Stati Uniti ed Europa, con un indebolimento dell’euro dell’1,29% rispetto alla valuta americana.
Nel mercato delle criptovalute, prosegue la fase di discesa sia per il Bitcoin, che aveva raggiunto i massimi di periodo nella seconda metà di gennaio, sia per l’Ethereum, in calo già da dicembre 2024. Questi movimenti riflettono una riduzione del sentiment speculativo, mentre i mercati valutano il contesto di inasprimento delle politiche monetarie e delle misure protezionistiche in corso.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it
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