Tassa rifiuti: arriva (lentamente) la TARIP, che premia chi si comporta bene

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Addio alla TARI con tariffa fissa. Sconti a chi conferisce meno rifiuti e differenzia correttamente. Ecco come funziona il nuovo meccanismo, nato da oltre un decennio ma che tenta il decollo solo ora.

Per i rifiuti urbani arriva il premio ecologico: paga di meno chi ricicla un po’ meglio, limita i rifiuti e butta la spazzatura in maniera più razionale facilitando la raccolta. Stop dunque alla TARI così come la conosciamo: una tassa onnicomprensiva legata ai metri quadri della nostra casa e al numero degli occupanti. Al suo posto arriva la TARIP, la tassa rifiuti “puntuale”. Arriva, per la verità, molto lentamente.

La nuova Tassa Rifiuti Puntuale nasce formalmente nel 2013 e si sta diffondendo con la velocità di una timida tartaruga. Sono poco più di mille i comuni che già la applicano per una percentuale della popolazione che non arriva al 14% dei cittadini italiani. Con l’ennesima imbarazzante discriminazione tra il Nord , che conta il 94% delle poche adesioni, e il Sud e Isole, che contano ancora pochi e sparuti debutti: solo tre comuni Sicilia, due in Puglia e uno in Sardegna a Cagliari.

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Eppure il meccanismo non è così complicato e i vantaggi sono consistenti per tutti: per il singolo cittadino che risparmia e si abitua ad un’esistenza più “verde”, per l’amministrazione comunale di riferimento che razionalizzando il servizio (che generalmente viene dato in concessione rinnovabile periodicamente) può limitare il costo di esercizio e dunque “limare” i coefficienti del prezzo imposto agli utenti. Prezzo che, va ricordato, varia di comune in comune con differenze anche macroscopiche tra i comuni più virtuosi e quelli spesso ingiustificatamente inefficienti o semplicemente golosi di introiti.
Vediamo allora come funziona il nuovo meccanismo per i pochi che già ne usufruiscono. E per tutti coloro, si spera in tanti, che ne aspettano il debutto.

Tecnologia e buona educazione

Ecco i soliti cesti per la raccolta, ma dotati di un microchip. Con una scansione a distanza il camion che preleva i rifiuti legge il piccolo circuito elettronico e conteggia i prelievi, mentre gli addetti verificano la regolarità del conferimento. Si paga annualmente (o in qualche caso con rate periodiche, come accade ora) sulla base di un criterio che continua tener conto della superficie dell’immobile e dei componenti del nucleo familiare ma lega una parte significativa della tariffa al buon uso del servizio.

Le nuove componenti fondamentali della tariffa sono infatti legate ad un numero minimo di “ritiri” assegnato all’utenza (quota fissa per nucleo familiare) con una tariffazione supplementare (quota variabile) sugli eventuali conferimenti in più. Un metodo che privilegia chiaramente i buoni comportamenti. Per risparmiare l’utente sarà infatti incentivato ad adottare una serie di accorgimenti.

I “trucchi” per pagare meno

Primo accorgimento: lasciare nell’aria di ritiro i nuovi contenitori “elettronici”, preventivamente consegnati dal gestore del servizio, solo quando sono effettivamente pieni solo del materiale riferito al singolo colore del contenitore (umido, plastica, metallo, indifferenziato ed altre eventuali tipologie).
Secondo accorgimento: limitare il più possibile la generazione dei rifiuti. Chi ha un prato o un giardino risparmierà impiegando ad esempio l’organico con un dispositivo di compostaggio. Chi va al supermercato risparmierà portandosi qualche sacchetto di stoffa da casa, da riutilizzare.

Le bottiglie di plastica dell’acqua minerale possono davvero essere sostituite in molte città da piccoli impianti di depurazione che si autofinanzieranno con i risparmi dal mancato conferimento. Ricordiamoci, a questo proposito, che anche in molti centri urbani l’acqua è assolutamente salubre e che può essere resa gradevole anche con semplici dispositivi di filtraggio per i rubinetti (o con semplici filtri da inserire in caraffe) che dobbiamo avere solo la cura di sostituire periodicamente.

Gli ostacoli al nuovo meccanismo TARIP

Operazione relativamente semplice nei comuni che hanno già la raccolta “porta a porta” con contenitori riferiti al singolo nucleo familiare. Decisamente più difficile e complessa nelle realtà (molti grandi centri urbani ma non solo) dove il conferimento e la raccolta vengono effettuate con i grandi “cassonetti” lungo le strade, non riferiti al singolo immobile né al singolo condominio.
In questi casi la soluzione potrebbe essere quella del meccanismo di apertura dei grandi recipienti con tessere elettroniche personali abilitate ai conteggi del conferito. Operazione comunque complessa, specie in quei grandi centri urbani (ad esempio Roma) dove la raccolta dei rifiuti continua a scontare grandi problemi nella sua stessa organizzazione di base.



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