Unicredit rimescola le carte e Generali vola in Borsa

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#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Con il mercato scosso dai primi dazi imposti da Trump, Generali si distingue a Piazza Affari. Il titolo ha toccato i massimi dal 2008 (ora viaggia a un +1,1%) dopo la mossa a sorpresa di Unicredit: una quota del 4,1% nella compagnia assicurativa.

Una mossa che aumenta ancora di più l’importanza di piazza Gae Aulenti nel risiko bancario italiano, dandole una possibile arma in più per ottenere quello che vuole: Banco Bpm.

Il nuovo ruolo di Unicredit

Ora Unicredit può essere decisiva nella partita del rinnovo dell’8 maggio del cda di Generali, quando a tre anni dall’ultima volta le liste si sfideranno in una lotta che da una parte vede Mediobanca (13% delle quote) che sostiene Philippe Donnet e Andrea Sironi mentre bolla come ‘distruzione di valore’ l’offerta lanciata su Piazzetta Cuccia da Mps.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Dall’altra parte ci sono il gruppo Caltagirone (7%) e la Delfin (10%) della famiglia Del Vecchio, già soci importanti della stessa Mps.

“Unicredit ritiene che la sua quota aumenterà di valore nei prossimi mesi grazie all’interesse di altri investitori”, spiega a Fortune Italia Andrea Monticini, economista e professore dell’Università Cattolica.

La partecipazione di Unicredit in Generali

Con una certa lungimiranza, Unicredit avrebbe iniziato a ad accumulare quote Generali già a settembre. Un investimento di natura prettamente finanziaria e non strategica, lo chiama l’istituto guidato da Andrea Orcel. Una quota con un peso enorme nelle dinamiche future del controllo del Leone di Trieste, secondo analisti ed esperti, nonostante Generali a Unicredit non interessi. Insomma, Andrea Orcel ha un peso sempre più grande, e secondo l’economista è così anche perché “Unicredit è stata ben gestita e fa utili. Tuttavia, avere condizioni favorevoli è necessario ma non sufficiente per realizzare piani. Unicredit deve allocare le risorse in modo efficiente, e se i prezzi salgono troppo, le operazioni potrebbero non essere più vantaggiose”.

La nota di Unicredit

Piazza Gae Aulenti vuole solo Banco Bpm in Italia e Commerzbank in Germania, e lo ha ripetuto. La partecipazione in Generali “è un puro investimento finanziario della banca che supera in modo significativo le sue metriche di rendimento e ha un impatto trascurabile sul CET1”, ha scritto Unicredit in una nota, mentre “una quota addizionale pari a circa lo 0,6% è detenuta come sottostante dell’ordinaria attività per i clienti e relative coperture. UniCredit non ha un interesse strategico in Generali e rimane pienamente concentrata sull’esecuzione del piano UniCredit Unlocked, sull’offerta di scambio in corso su Banco Bpm e sull’investimento in Commerzbank”.

Il contesto europeo e l’effetto dei dazi USA

Lo stesso numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, ha detto in un’intervista al Corriere che ”l’economia europea ha un’enorme esigenza di investimenti” e che “le banche sono una fonte fondamentale di capitale per finanziare queste ambizioni di crescita. Servono scala e competenza paneuropee”.

Che i tempi possano rivelarsi favorevoli ai progetti di Unicredit lo conferma anche Monticini. I pianeti sembrano allinearsi, e le operazioni lanciate dalla banca sembrano avere sempre più elementi a favore. “Le posizioni internazionali potrebbero favorire Unicredit nei confronti di Commerzbank. Il protezionismo di Trump, con dazi su Canada e Messico, potrebbe spingere l’Europa a una maggiore integrazione interna per avere più potere negoziale. Questo potrebbe favorire l’integrazione del sistema finanziario, inclusa l’operazione con Commerzbank”.

L’incognita Golden power

Ci sono ancora diverse incognite, naturalmente. “Dipenderà molto dal potere politico, ed è difficile prevedere come risponderà a tutti questi elementi. Ad esempio, l’idea di una maggiore coesione europea dipenderà dai governi italiani, tedeschi e dell’Ue. Un’indicazione verrà anche nel merito dell’operazione Unicredit-Banco BPM e dalla risposta del governo”.

In questi giorni, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, Unicredit dovrebbe presentare la notifica formale al Governo relativa all’Ops per Banco Bpm: a quel punto scatteranno i 45 giorni per la risposta del Governo, che in base al golden power potrà indicare i paletti – eventuali – per l’operazione.

Microcredito

per le aziende

 

Per quanto riguarda l’operazione Mps su Mediobanca, è qui che siamo “su un territorio inesplorato”. Unicredit cerca di “consolidare la sua posizione in Italia e Germania, mentre l’operazione è tra realtà complementari e richiede un piano industriale chiaro”, spiega l’economista.



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