Intesa Sanpaolo strizza l’occhio al governo: “Noi l’unica tutela finanziaria del Paese”

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“In Italia abbiamo la tendenza a parlare male dell’Italia, ma la reputazione del Paese dipende da quello che diciamo del Paese”. Nel giorno della presentazione dei conti del 2024 l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, taglia corto davanti alle domande sui potenziali danni d’immagine per il Paese dall’offerta “sovranista” del Montepaschi di Caltagirone e soci su Mediobanca, benedetta dal governo in nome della tutela del risparmio degli italiani.
E i rischi per Intesa da questa ondata di compravendite di banche e assicurazioni che in Italia è particolarmente intensa? “Non sono per nulla preoccupato. Sono un attento osservatore di quello che succede”, risponde senza scomporsi davanti all’ipotesi di un rafforzamento della concorrenza verso la prima banca del Paese. Messina si chiama fuori sia dalla febbre delle acquisizioni (“Non entreremo in nessuna operazione di fusione e acquisizione nè domestica nè europea”) sia dai giudizi su quelle in corso (“Giudichi il mercato”).
Del resto il banchiere pensa che Intesa Sanpaolo incarni già quello che Giorgia Meloni va cercando: “Ritengo che Intesa Sanpaolo sia l’unico soggetto di tutela finanziaria del Paese, siamo il pilastro dell’economia reale. Gli altri sono seri, ma noi siamo una garanzia “, dice senza mezzi termini.
E se qualcuno pensava a un suo soccorso alle Generali sotto attacco del governo e del mercato (via Mediobanca), se lo può scordare: “Ritengo che i risparmi che generiamo in Italia debbano essere prevalentemente reinvestiti nel Paese”, dice con un chiaro riferimento all’accordo che il numero uno della compagnia di Trieste, Philippe Donnet, ha appena stretto con i francesi di Natixis per la gestione congiunta di 1900 miliardi di euro di risparmi. Chiaro invece il riferimento a Unicredit (e Mps) il rimarcare “l’offerta seria e senza colpi di testa” della propria banca che vuole “rimanere un porto sicuro per questo Paese”.

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