Mauro Berruto: “Sport ponte tra sanità e istruzione”

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Aula Magna dell’Università degli Studi di Genova – DISPI (Aula Magna – Albergo dei poveri), edizione 2025 del Volley Day con la premiazione di atleti e società che sono stati protagonisti nel 2024 della pallavolo ligure.
Ospite d’onore Mauro Berruto, laureato in Filosofia, ex commissario tecnico della Nazionale di pallavolo maschile, poi Direttore Tecnico della nazionale italiana di tiro con l’arco, amministratore delegato della Scuola Holden di Torino, e deputato. Un lunedì speciale per il movimento regionale, chiamato a raccolta per assistere a una vera e propria “lectio magistralis”.

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epa04377299 Italian head coach Mauro Berruto reacts during the match between Italy and Iran in group D the FIVB Volleyball Men’s World Championship Poland 2014 at the Arena Krakow, Poland, 31 August 2014. The Championship will be held in Poland from 30 August to 21 September. EPA/Jacek Bednarczyk POLAND OUT

Volley Day, un giorno intero tutto per la Pallavolo, cosa significa per Mauro Berruto?

“Tornare a casa! Ho dedicato 30 anni alla Pallavolo, il 35% della mia vita biologica! Ho cominciato da un oratorio della mia città, Torino, sino al più grande onore: la Nazionale. Ho visto quindi ogni possibile angolo e prospettiva, dal più dilettantistico a quello orientato alla competizione più performante possibile. Come potrebbe capire chiunque guardandomi, non ho avuto una grande esperienza nella Pallavolo giocata, ho dovuto farmi molta strada da un contesto in cui magari si diventava l’allenatore perché si era quello con la macchina più capiente per portare i palloni!”

Tornare a casa anche perché poi ti sei fatto strada anche in altri mondi…
“Nei 10 anni in cui ho lasciato la Nazionale mi sono comunque dedicato allo Sport, sono stato DT della Nazionale di Tiro con l’Arco, una disciplina che solo superficialmente è distante dalla Pallavolo, e oggi da Deputato mi dedico alle politiche Per lo Sport. Sottolineo la preposizione Per, e non “sullo, è inevitabile che entrino in gioco sullo Sport delle dinamiche che con esse non c’entrano molto, magari legate alle strutture, ai Palazzetti…”

A Genova, dove insegni al Corso di Sport e Management, è un tema piuttosto caldo…

“Parliamo allora solo del Corso: siate orgogliosi di Genova che per la prima volta, facendo da capofila, conduce lo Sport in un percorso di formazione”

C’è stata una grande crescita storica per la Pallavolo…

“Se noi prendiamo la vittoria del 1990 all’Europeo con Velasco come momento di svolta epocale, son passate tre generazioni e più di 30 anni, e nonostante sino a Parigi non sia arrivato l’oro Olimpico, l’Italia con le sue due Nazionali è sempre rimasta nel Ranking “altissimo” delle Nazionali.  C’è stato nel frattempo un ricambio enorme, essere rimasti lì è uno straordinario successo, perché qualche volta si vince e qualche altra no, ma da allenatore che è stato vincente vi posso dire che non si può essere sempre lì tra le migliori cinque per questo tutto tempo…Mi sembra che non ci siano paragoni in altri paesi o Sport”

Cosa l’ha reso possibile?

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“Quello che noi abbiamo: le nostre conoscenze, le nostre competenze. E a tal proposito vorrei citare quattro punti che rendono la Pallavolo così particolare e formativa”

Partiamo!

“È l’unico Sport al Mondo in cui la palla deve essere passata per regolamento. Ovvero non perché il passaggio debba essere decisivo per la vittoria, ma in conseguenza di qualcosa che qualcuno ha fatto prima di te e di qualcosa che qualcuno farà dopo di te. La Pallavolo è lo Sport dove Campioni e Campionesse sanno che non si può vincere da soli. Diego Armando Maradona prende, scarta tutti e fa gol; Michel Jordan prende e va a canestro; persino nel Rugby si può fare qualcosa di simile, ma nella Pallavolo no, è proibito costituzionalmente!”

Primo punto messo a referto…poi?

“La Pallavolo è lo Sport di squadra che si gioca sul campo più piccolo in assoluto, e quindi io mi trovavo ad avere giocatori piuttosto voluminosi, sei, in uno spazio ristretto, che dovevo far muovere sincronicamente. Chi gioca magari non se ne accorge ma io, noi allenatori, sì! È una sincronia necessaria che va lubrificata e mantenuta”

Stiamo macinando un punto dopo l’altro…non perdiamo il ritmo!

“Sebbene non sia vero che non esiste il contatto fisico, lo sappiamo noi cosa succede sotto rete, comunque l’unica arma che si può davvero utilizzare è la tattica. È imposta una lettura del gioco che costringe ad allenare il maggior numero possibile di soluzioni tecnico-tattiche, consci che non si può testarle tutte. E che poi non si ripeterà mai perfettamente lo scenario studiato al momento effettivo del gioco, e bisognerà cercare di adattare al meglio possibile una delle soluzioni studiate”

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Ci siamo quasi…piazziamo anche il prossimo e il Set è pronto!

“Il quarto e ultimo punto: lo zeroing system, l’annullamento del punteggio. In tanti Sport, come il Basket e il Calcio, e per certi versi persino pure il Tennis, ogni punto di svantaggio in più significa veder diminuire le proprie possibilità di vittoria. Nella Pallavolo no, hai perso male o vinto bene un Set ma poi devi ricominciare, dal successivo, è come il dirigente d’azienda che ha chiuso in positivo il bilancio il 31 dicembre e poi deve ricominciare dal giorno successivo”

Importante però non ripartire sempre da zero fuori dal campo ma tenerli sempre ben presente questi punti…

“Questo è tutto quello che rende straordinaria la Pallavolo, magari sono poco obiettivo ma è quello di cui mi avete chiesto di parlare!”

Hai parlato di generazioni di Pallavolisti, cosa vuoi dire a quelle che verranno?

“Vorrei chiudere con un invito ai e alle giovani presenti, qui, all’Albergo dei Poveri: all’ art.33 7° comma della Costituzione, c’è l’articolo sul Diritto allo Sport, tra il 32 che regola quello alle Cure e il 34 all’Istruzione, quindi Sport come ponte tra questi due mondi. Leggetelo!”

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Uno spunto per un’eccellente Lectio magistralis?

“Ora l’Art 33 regola l’Arte e la Scienza…lo Sport come Arte e come Scienza. Non voglio dire che lo Sport sia sempre un modello ideale, c’è quello fatto bene e quello fatto male. Quello fatto bene è un modello fondamentale per il nostro tessuto sociale, lo dice la Costituzione, per la Scuola, che di nuovo non è un mondo ideale, per l’inclusività, per la salute, il welfare… Io amo alla follia lo Sport agonistico, quello orientato al risultato, ma credo che quello orientato al Welfare e alla salute della Nazione sia la componente più importante, e che un paese “capace” debba essere in grado di non tenere staccati i due elementi. Questa è la lezione che dobbiamo imparare tutti e che è la più importante per i giovani e che c’insegna quell’articolo”

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