Pescara ‘osservata speciale’ in un quadro lontano dagli obiettivi 2030

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“Sebbene ad oggi nei nostri capoluoghi abruzzesi rientriamo nei parametri di legge per la qualità dell’aria, siamo assolutamente impreparati a cogliere la sfida del 2030 quando entreranno in vigore i nuovi parametri stabiliti dalla direttiva europea sul tema”.

A dirlo è la presidente regionale Legambiente Silvia Tauro commentando i dati abruzzesi del report Mal’Aria 2024 redatto dall’associazione anche grazie ai dati forniti dall’Arta Abruzzo (Agenzia regionale tutela dell’ambiente) e presentato insieme al direttore generale dell’Agenzia Maurizio Dionisio. Un report che assume grande importanza e sul fronte degli obiettivi da raggiungere e sui numeri relativi alle morti di cui proprio l’inquinamento atmosferico sarebbe la prima causa ambientale: 50mila quelle premature solo in Italia, rileva l’associazione.

Tauro (Legambiente): “Solo cinque anni per raggiungere i nuovi target”

Non c’è più tempo, rimarca quindi Legambiente: è questo il momento di investire nella mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili con spazi pedonali e ciclabili, intervenendo anche per l’efficientamento energetico nelle case e in agricoltura e riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi. Tutti temi di cui si parlerà anche nell’ambio della campagna itinerante Città 2030 partita da Milano e che il 5 marzo farà tappa a Pescara.

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Solo cinque anni quelli che separando dunque anche i capoluoghi abruzzesi dagli obiettivi europei a salvaguardia della salute del pianeta. Un tempo strettissimo entro il quale è necessario accelerare il cambiamento, rimarca Legambiente, con L’Aquila unico capoluogo “pronto a centrare i nuovi limiti di legge”, e Pescara “osservata speciale”: è tra i 23 capoluoghi di provincia con la concentrazione media annuale più alta di No2 (biossido di azoto). Tradotto è una delle province dove più impattante è l’inquinamento dovuto al trasporto su strada e dunque soprattutto alle automobili. Un dato che per Pescara si traduce nella necessità di ridurre il biossido di azoto presente nell’aria del 19 per cento per raggiungere il target fissato al 2030. Problemi si registrano anche su Chieti e Teramo, anche loro province dove gli obiettivi sembrano ad oggi troppo lontani.

Per centrarli gli obiettivi, spiega ancora Tauro, “è necessario lavorare su due fronti principali e cioè sulla mobilità e l’efficientamento energetico”. Le istituzioni quindi “devono lavorare in modo sinergico, non basta il ruolo delle singole città: bisogna partire dal governo e quindi dalle regioni perché oggi la tutela della salute della qualità dell’aria è strettamente intrecciata con le politiche in campo di clima ed energia”.

L’importanza della mobilità alternativa e il tpl: la posizione sui bus elettrici sulla Strada parco

Sicuramente, rimarca, le nuove forme di mobilità come quella ibrida ed elettrica “hanno inciso e stanno incidente. Bisogna però tenere anche conto del ruolo fondamentale del trasporto pubblico che non deve uscire da quello che tutto il dialogo sulla mobilità. Non è solo una scelta tra tipi di tecnologie, ma anche e soprattutto di modi in cui ci spostiamo”. Un impegno che dunque deve essere di tutti perché tutti, prosegue la presidente Legambiente, “dobbiamo fare scelte diverse nella nostra quotidianità e dobbiamo chiedere scelte diverse alla nostra politica. Dobbiamo essere partecipi del dibattito pubblico: in gioco c’è la nostra salute. Quando parliamo di qualità dell’aria – prosegue Tauro – parliamo in primo luogo di numero di morti, 50.000 morti l’anno dovuti proprio al fattore inquinamento”.

Le chiediamo quindi cosa pensa, proprio nell’ottica del trasporto pubblico, della scelta fatta su Pescara, capoluogo come detto “osservato speciale”, per cui si è deciso di far passare i bus elettrici sulla strada parco nell’attesa di quella filovia di cui si parla da oltre trent’anni.

“Tutto quello che ridisegna la mobilità pubblica in maniera tale che sia realmente fruibile dai cittadini, sia inclusiva e soprattutto sia agile e agevole, va incoraggiato – rispende Tauro -. Vanno superate le difficoltà amministrative, vanno superate le difficoltà progettuali per un progetto che da tanto tempo tiene comunque legata alla rivoluzione della mobilità sostenibile su Pescara e che oggi deve trovare una svolta che non è più riprogrammabile”.

Dionisio (Arta): “Ancora molto lavoro da fare”

“È un momento importante quello del confronto tra l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, quindi l’ente pubblico e Legambiente – sottolinea quindi il direttore generale Arta Maurizio Dionisio -. Sono due attività diverse, ma che tendono poi alla stessa finalità che è quella della qualità dell’area e quindi del benessere della popolazione. Abbiamo preso atto degli dei dati di Legambiente e quello che condividiamo è una necessità di un trasporto diverso, di caldaie e quindi di riscaldamento domestico che tenga conto dei più moderni sistemi e ogni altro accorgimento utile a evitare le emissioni in atmosfera. Ci sono dei dati – sottolinea – che sono di carattere naturale che sui quali non possiamo incidere, che è l’alta o la bassa pressione, l’aerosol marino, ma altri fattori che sono fondamentali per la qualità dell’aria” e che, in sostanza, dipendono da noi e dalle politiche attuate sui territori. “Su questo – conclude Dionisio – bisogna ancora lavorare tanto”

Sebbene, come detto, nessuno dei capoluoghi abruzzesi superi gli attuali parametri né per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10) né il biossido di azoto (No2) su cui comunque Pescara ha molto da lavorare, per tutti, eccetto L’Aquila che ha imboccato la strada giusta, il lavoro da fare è davvero tanto. Così come lo è a livello nazionale dato che nel 2024, rileva Legambiente, 25 città su 98 di quelle di cui si avevano i dati, hanno superato i limiti di legge per il Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica troviamo Frosinone per il secondo anno di fila e Milano, entrambe con 68 giorni oltre i limiti consentiti. Al terzo posto assoluto si posiziona Verona, seguita da Vicenza.

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Da sottolineare che per quelli che sono gli obiettivi del 2030 ad oggi solo 28 sulle 98 città non supererebbero la soglia di 20 microgrammi/metro cubo di Pm10: il nuovo limite previsto. Questo vuol dire che 70 sarebbero fuorilegge

Le priorità tracciate da Legambiente

  • Ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro: da un lato potenziare con forza il trasporto pubblico che deve essere convertito con soli mezzi elettrici entro il 2030, dall’altro avviare uno stop progressivo ma anche incisivo ai veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della “città dei 15 minuti”, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso.
  • Accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, mappando quelli esistenti e programmando l’abbandono progressivo delle caldaie a gasolio, carbone e metano in favore di sistemi come le pompe di calore a gas refrigeranti naturali;
  • Intervenire sul settore agrozootecnico, specialmente nel bacino padano dove le condizioni geografiche e meteorologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti, riducendo gli allevamenti intensivi e le conseguenti emissioni di metano e ammoniaca attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche e il controllo degli spandimenti;
  • ntegrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria, considerando anche il ruolo del metano nella formazione dell’ozono troposferico.

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