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Pronto Soccorso intasati. L’appello di medici di famiglia, geriatri e infettivologi
Roma, 4 febbraio 2025 – In questi giorni, come sempre accade in questa stagione, tanto gli ospedali quanto i presidi territoriali come gli studi dei Medici di Medicina Generale sono sotto pressione. In particolare, si registra un aumento degli accessi al Pronto Soccorso collegati a sindromi simil-influenzali con complicanze a livello respiratorio. Gli ultimi dati del sistema di Sorveglianza RespVirNet hanno mostrato un aumento del numero di casi di sindromi simil-influenzali nella quarta settimana del 2025 con un’incidenza che ha superato la soglia di “alta” intensità (17,3 casi per mille assistiti).
Maggiormente colpite sono alcune regioni come Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna con un aumento, in alcune di queste regioni, dei ricoveri per polmoniti da diversi patogeni.
Non si sa quanto potrà durare questo plateau. Ciò su cui convergono i clinici sono alcuni concetti: è fondamentale una maggiore copertura vaccinale, soprattutto nei pazienti fragili, per evitare complicanze; l’assunzione di farmaci deve avvenire sotto stretto controllo medico, soprattutto per quanto riguarda gli antibiotici, il cui abuso può provocare una crescita della resistenza dei batteri agli antibiotici stessi.
Usare i vaccini per arginare la “tempesta perfetta” dei virus respiratori
“A determinare queste sindromi simil-influenzali è la concomitante presenza di diversi virus respiratori – spiega Roberto Parrella, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT – I campioni esaminati dai vari laboratori risultano positivi in varie percentuali a virus influenzali di tipo A e B, Virus Respiratorio Sinciziale, SARS-CoV-2, Rhinovirus, Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, Metapneumovirus, Adenovirus, Bocavirus e virus parainfluenzali. La co-circolazione di questi diversi virus può aumentare il rischio clinico e la possibilità di complicanze soprattutto nei pazienti anziani, nei fragili con patologie croniche o con alterazioni del sistema immunitario e nei bambini al di sotto dei 5-6 anni d’età. In questa popolazione i virus circolanti possono determinare sintomi più severi che portano ad un affollamento delle strutture d’emergenza ed a un aumento dei ricoveri ospedalieri per varie complicanze. Bisogna aumentare la copertura vaccinale tra anziani e persone a rischio per ridurre la progressione verso manifestazioni cliniche gravi, che portano a sovraccaricare il sistema sanitario. La protezione dovrebbe riguardare non solo i virus influenzali, ma anche altri patogeni come il Virus Respiratorio Sinciziale, responsabile di gravi manifestazioni cliniche nelle popolazioni a rischio, per il quale esiste una protezione vaccinale efficace”.
Il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) è noto per le patologie respiratorie della prima infanzia, ma colpisce severamente anche i soggetti adulti fragili. Ogni anno, si stima che nella popolazione italiana con più di 60 anni provochi circa 290mila casi di infezione respiratoria acuta, 26mila casi di ospedalizzazione e 1.800 decessi in ospedale. La vaccinazione disponibile rappresenta dunque un’importante forma di prevenzione.
Pazienti in boarding in Pronto Soccorso
“Stiamo osservando un notevole incremento del numero di casi di influenza con complicanze a livello polmonare, sia di tipo interstiziale virale, sia da superinfezione batterica – evidenzia il prof. Lorenzo Palleschi, Presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio – SIGOT – La tenuta del sistema viene messa a dura prova: la maggior parte dei Pronto Soccorso delle grandi città sono intasati, con il fenomeno del boarding al proprio interno, per cui i pazienti qui stabilizzati sono in attesa di essere ricoverati in altri reparti; vi sono stati anche alcuni blocchi delle ambulanze. Alla base di questa emergenza via sono i numerosi casi di polmoniti che complicano le infezioni virali in questo picco influenzale. Il numero dei casi è particolarmente elevato anche per la scarsa adesione mostrata nella campagna vaccinale, sebbene i più fragili si avvantaggerebbero molto di questa protezione, con manifestazioni meno gravi e senza complicanze come le polmoniti. La vaccinazione anti-influenzale, infatti, rappresenta un fondamentale presidio di salute pubblica ed è la raccomandazione principale per evitare decessi, ospedalizzazioni e complicanze. Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, nella popolazione anziana l’obiettivo minimo della copertura vaccinale è del 75%, con una quota ottimale del 95%. I dati degli ultimi anni certificano che siamo ancora lontani da questi punti di riferimento: in attesa dei numeri di quest’anno, le statistiche del 2023-24 parlano di una copertura del 53,3%, con un trend in continua diminuzione dal periodo pandemico, quando si raggiunse il 65% nel 2020-21. Dobbiamo impegnarci a sensibilizzare la popolazione per favorire un’inversione di tendenza. Adesso poi è fondamentale seguire i corretti trattamenti terapeutici, ricorrendo agli antibiotici sono in caso di infezione batterica, in quanto in caso di infezioni virali l’antibiotico può essere persino dannoso, creando resistenze e generando effetti collaterali”.
Medici di famiglia in prima linea, ma serve un rafforzamento della medicina generale
“Studi, ambulatori, visite domiciliari sono di fronte a una grande pressione – spiega Alessandro Rossi, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – Siamo al massimo impatto epidemiologico. Nonostante l’andamento sia stato più graduale rispetto allo scorso anno con una lenta ascesa, i numeri oggi mostrano un’alta incidenza che porta la medicina generale a essere al centro delle richieste dei pazienti. Inoltre, l’influenza di quest’anno si caratterizza per forme prolungate rispetto al solito: la forma acuta con febbre dura 3-4 giorni, seguiti da una fase di sintomi come astenia, cefalea, dolori muscolari. C’è il rischio di prescrizioni inappropriate di antibiotici che dobbiamo cercare di gestire e governare. Il riscontro di casi di polmonite in corso di queste forme virali è stato segnalato da diverse fonti di osservazione anche nelle Cure Primarie, la maggior parte delle quali vengono curate a domicilio. Bisogna migliorare le coperture vaccinali, poiché siamo lontani dalle coperture ottimali. Si deve poi educare la popolazione a non recarsi in Pronto Soccorso, se non con acuzie importanti e su indicazione del Medico di Medicina Generale. Serve infine un rafforzamento della medicina del territorio: in molte regioni le Case di Comunità non sono ancora partite, ma in ogni caso non saranno queste a dover rispondere alle chiamate emergenziali, ma il medico di famiglia; è pertanto necessario preservare e rafforzare la Medicina Generale, mantenendo le caratteristiche di capillarità e il rapporto di fiducia che la contraddistinguono”.
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