Agnone, accordo pubblico-privato per il Caracciolo: la proposta del dr. Pasquale Pannunzio – Amolivenews

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Mi permetto di avanzare alcune proposte per il miglioramento dell’Ospedale Civile di Agnone. Ritengo valide e lodevoli le iniziative attualmente in corso, ma credo che da sole non siano sufficienti a risolvere del tutto le problematiche esistenti, soprattutto perché molte di esse hanno una durata limitata nel tempo”.

Inizia così la lettera inviataci dal dott. Pasquale Pannunzio di Agnone, che anni fa ha avuto modo di lavorare nel San Francesco Caracciolo per poi continuare la sua professione come oculista libero professionista.

“In diversi ospedali italiani – si legge ancora nella missiva- si è ormai consolidata la pratica del partenariato pubblico-privato per far fronte alle numerose carenze, in particolare nell’ambito chirurgico. L’ospedale di Agnone dispone di tre sale operatorie ristrutturate e perfettamente a norma, mentre a livello regionale si registra una carenza di strutture adeguate. Si potrebbe dunque riaprirle per svolgere attività di Day Surgery, richiedendo una convenzione alla Regione Molise per le prestazioni chirurgiche eseguite in tale regime.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Sappiamo che la Regione paga una somma per ogni prestazione medica o chirurgica attraverso il sistema dei DRG (Diagnosis Related Groups, ovvero Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi). Questo significa che la stessa prestazione, ovunque venga eseguita, viene rimborsata dalla Regione con una cifra prestabilita. Attualmente, molti pazienti molisani si sottopongono a interventi chirurgici in cliniche private o in ospedali fuori regione, con un conseguente esborso economico da parte della Regione Molise.

A questo punto, perché non trasformare l’Ospedale di Agnone in una clinica privata convenzionata, mantenendo comunque la parte pubblica? La Regione potrebbe stabilire un tetto massimo per le prestazioni da  eseguire in regime convenzionale, senza un impatto negativo sulle proprie finanze. Si tratterebbe semplicemente di spostare una quota di prestazioni sanitarie -e quindi di DRG- da altre strutture verso Agnone, rafforzando la sanità locale.

Per realizzare questo progetto, sarebbe necessario costituire una dirigenza dedicata alla gestione della nuova struttura privata convenzionata, scegliendo un modello giuridico adeguato, come una ONLUS, una cooperativa o una fondazione senza fini di lucro. Per definire l’assetto legale più idoneo, sarebbe ovviamente necessaria una consulenza giuridica specializzata.

L’attivazione delle sale operatorie permetterebbe ai chirurghi di svolgere attività in convenzione per interventi di Day Surgery (almeno inizialmente, con possibilità di ampliamento in futuro). Questo comporterebbe un notevole incremento dell’attività ospedaliera e la creazione di nuovi posti di lavoro. Oltre alla chirurgia, si potrebbero attivare prestazioni mediche convenzionate in diverse specialità, come pediatria, cardiologia, dermatologia, ecc. Inoltre, potrebbe essere prevista un’attività privata sia medica che chirurgica.

La sanità del futuro avrà sempre più un’impronta privata e sempre meno pubblica, sia attraverso convenzioni e assicurazioni, sia perché molti cittadini sono disposti a pagare per ottenere cure di qualità in tempi brevi. Molte strutture stanno già nascendo con questo scopo, anticipando i cambiamenti in atto nel sistema sanitario. Agire ora permetterebbe ad Agnone di essere al passo con i tempi,  garantendo assistenza qualitativamente alta a costi contenuti e quindi accessibile a tutti.
Creare una struttura come quella descritta, dove gli utili possano essere continuamente reinvestiti, significherebbe generare vantaggi concreti per tutti, soprattutto per i cittadini. Potrebbe rappresentare un modello innovativo di gestione della sanità.

Naturalmente, il mio intervento non vuole essere una critica, ma solo un modesto suggerimento nato dalla mia esperienza trentennale come oculista privato, con costanti rapporti sia con la sanità pubblica che con quella privata. Per vent’anni – conclude il dott. Pannunzioho lavorato nell’emergenza sanitaria territoriale e nel pronto soccorso, maturando una conoscenza diretta delle criticità del sistema. Spero che queste riflessioni possano essere utili e costruttive per il futuro dell’Ospedale di Agnone”.





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