Alluvione Bologna, partono i primi cantieri in via Andrea Costa e via Brizio

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di
Francesca Blesio

Gli interventi nell’area del Ravone per riparare i muretti del torrente saltati. Il sindaco Lepore: «Diamo seguito all’impegno che c’eravamo presi nelle assemblee con i cittadini»

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«In queste ore sono partiti i primi cantieri per quei buchi che dovevamo tappare nelle zone di via Andrea Costa e Brizio», ha annunciato il sindaco Matteo Lepore ieri mattina, martedì 4 febbraio, a margine dell’incontro di Palazzo Malvezzi con il commissario Fabrizio Curcio e con il presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, sottolineando come il Comune stia dando seguito «all’impegno che c’eravamo presi nelle assemblee con i cittadini insieme alla Regione e siamo già operativi in questa nuova attività». Via Brizio sarà la prima interessata dai lavori. «Si tratta delle attività di riparazione delle due rotture del manufatto del Torrente Ravone, rispettivamente in via Brizio 2-4 e Andrea Costa 81-83».

La ricostruzione del solaio

Da lunedì scorso è iniziato l’allestimento dei cantieri in via Brizio e le prime operazioni preliminari di sgombero e pulizia del cantiere per la successiva ricostruzione del muro laterale. Da domani si avvieranno anche le attività in via Andrea Costa 81 per la ricostruzione del solaio. I lavori sono svolti dalla Regione Emilia-Romagna in accordo con il Comune di Bologna. «Era un impegno che ci eravamo presi con i cittadini nelle nostre assemblee di quartiere — ha ribadito il primo cittadino in una nota —. Grazie al nuovo accordo con la Regione ora si parte e credo sia importante». Nell’ultimo incontro con i cittadini al cinema Bellinzona, come poi in quello precedente, il Comune aveva promesso celerità negli interventi. «Entro l’estate» tutte le zone allagate nel corso del disastro autunnale saranno pubblicamente sistemate, aveva annunciato l’assessore alle Reti idriche Daniele Ara. «Non si tratta solo di manutenzione dei corsi d’acqua, che è importante, ma — rimarcava — di come gestire fenomeni meteo nuovi e improvvisi come quelli che stiamo conoscendo». La copertura che arriverà nelle prossime settimane non chiuderà il discorso né rassicurerà i cittadini della zona del Ravone. Interventi più strutturali sono attesi dai residenti e sono stati anche citati dal Comune come fondamentali: vasche di laminazione, invasi, bacini «e probabilmente anche la deviazione di alcuni canali» aveva detto Lepore.




















































La mancata tenuta del sistema idraulico

Sono trascorsi quasi quattro mesi dalle esplosioni e dagli allagamenti che hanno atterrito parte della città ora al centro di un intervento per ripristinare ciò che c’era prima e migliorare il contesto per evitare che un episodio come quello andato in scena il 19 ottobre scorso si ripeta ancora.
Se il sistema idraulico non ha tenuto «è perché non è più adatto» aveva spiegato alla platea il primo cittadino. «Non è adeguato a sostenere la grande sfida climatica, con grandi quantitativi d’acqua che scendono improvvisamente e in modo ripetuto. Il sistema è di oltre 800 anni fa, non è stato progettato per questo». Quella notte, asfalto e cemento sono esplosi, il Ravone all’altezza della chiesa di San Paolo è uscito allagando cantine, negozi, case e garage e lasciandosi dietro chili e chili di fango che hanno sporcato ricordi e mandato in frantumi oggetti di vita quotidiana e risorse. Ora si dovrà lavorare affinché non accada più.

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5 febbraio 2025 ( modifica il 5 febbraio 2025 | 14:49)

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