«Ogni giorno, in Italia, migliaia di imprenditori, grandi e piccoli, si alzano all’alba e con il loro lavoro creano ricchezza, offrono lavoro, danno un avvenire ai giovani, contribuiscono al progresso del Paese», scriveva Luigi Einaudi. A ben vedere fondare e gestire un’impresa è già un atto di filantropia, poiché permette di creare posti di lavoro e dunque creare reddito e benessere per tante famiglie. «L’imprenditore è colui che si sveglia un quarto d’ora prima degli altri per pensare al domani», aggiungeva l’economista futuro presidente della Repubblica. Ma ci sono capitani d’impresa che hanno fatto ancora di più, teorizzando le “buone pratiche”, come Adriano Olivetti, oppure addirittura dedicandosi, dopo una vita in azienda, alla missione, come Marcello Candia.
Esistono poi imprenditori che attraversano il loro tempo con un profilo basso, senza clamori, lasciando un’impronta indelebile. Giovanni Cottino è stato uno di questi. Il maestro silenzioso di Francesco Antonioli, edito da Guerini, non è una semplice biografia, ma un viaggio nella vita e nel pensiero di un capitano d’impresa che ha saputo coniugare successo economico e responsabilità sociale, costruendo un modello di azienda che va oltre il profitto.
Giovanni Cottino (1927-2022) è stato uno di quegli industriali che hanno fatto grande l’Italia, ma il suo nome è rimasto per lo più nell’ombra, quasi avesse preferito lavorare nel silenzio, lasciando parlare le sue opere. Questo libro, attraverso una narrazione avvincente e documentata, illumina la sua figura con un rigore storico e narrativo che affascina e ispira.
Un imprenditore fuori dagli schemi
Il volume ripercorre la sua parabola imprenditoriale, partendo dagli esordi fino al successo nel settore della componentistica per elettrodomestici. Nato a Torino nel 1927, si forma al Politecnico e inizia la sua carriera alla Fiat, prima di spiccare il volo con la creazione della Plaset, azienda che diventerà un colosso nel suo settore. Non un semplice industriale, ma un innovatore capace di anticipare i trend del mercato, puntando su qualità e ricerca, senza mai perdere il contatto con le sue radici. Nel raccontare la sua carriera, Antonioli non si limita a una fredda cronologia di eventi, ma ci porta dentro le sfide e le scelte che hanno reso Cottino un uomo di successo. Si comprende come la sua visione imprenditoriale non fosse legata solo al guadagno, ma anche a un’etica del lavoro (così vicina agli ideali autenticamente piemontesi) basata su merito, serietà e rispetto per le persone.
Dall’industria alla filantropia: la rivoluzione del “restituire”
Ma la grandezza di Cottino non si ferma all’impresa. Il libro approfondisce il suo impegno filantropico attraverso la Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino, nata con l’idea di restituire alla società ciò che aveva ricevuto dal suo successo. Questo aspetto è centrale nel volume e lo distingue da altre biografie di imprenditori: il passaggio da industriale a filantropo non è un ripiego della vecchiaia, ma una scelta consapevole, strutturata con la stessa determinazione con cui aveva costruito le sue aziende. L’idea di “fare bene il Bene” è il filo rosso che attraversa tutta la narrazione: Cottino non si è limitato a donare denaro, ma ha impostato la sua Fondazione con un approccio strategico, mirato a creare opportunità di formazione per i giovani, a investire nella ricerca e nell’innovazione sociale. Un modello che oggi potrebbe essere d’ispirazione per molti imprenditori.
Una scrittura limpida e coinvolgente
Antonioli scrive con una prosa scorrevole e avvincente, evitando i toni celebrativi. Il libro è arricchito da testimonianze dirette, interviste e documenti d’archivio, che danno spessore alla narrazione. La prefazione di Angelo Miglietta aggiunge un tocco personale, mettendo in evidenza il valore umano di Cottino, oltre la dimensione professionale. Il testo, arricchito da una vasta biografia per immagini, è inoltre impreziosito da un videodocumentario accessibile tramite QR code, un’innovazione editoriale che rende l’esperienza di lettura ancora più immersiva e moderna.
Un messaggio attuale e necessario
In un’epoca in cui il successo è spesso misurato solo in termini di ricchezza e potere e pare preda di un liberismo sfrenato e senza regole, la storia di Giovanni Cottino e la sua voglia di vivere (“antidoto all’indifferenza”) rappresenta un esempio diverso: un uomo che ha saputo costruire un impero senza mai dimenticare il valore della comunità, un maestro silenzioso, appunto, che ha lasciato un’eredità ben più preziosa del denaro. Il maestro silenzioso è un libro che parla a chiunque voglia capire il senso profondo dell’imprenditoria etica, della responsabilità sociale e della visione di lungo periodo. Non solo una biografia, ma una lezione di vita e di business che merita di essere letta e condivisa.
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