In Parlamento si discute di misure per ridurre i costi dell’energia, con focus su Energy Release 2.0, rilancio del nucleare e semplificazioni nel Testo Unico FER. Tra le proposte, proroghe per l’accesso agli incentivi, valutazioni sui costi del nucleare e nuove regole per le rinnovabili. Le interrogazioni della settimana e le ultime dichiarazioni del Ministro G.Pichetto Fratin.
Strategie per ridurre i costi dell’energia: le soluzioni in discussione
In un contesto di forte instabilità geopolitica e con il prezzo del gas in crescita, il rischio di una nuova crisi energetica in Italia si fa sempre più concreto. Il Parlamento è al lavoro per individuare misure efficaci per calmierare i costi dell’energia e preservare la competitività del settore industriale.
Tra le principali interrogazioni rivolte al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) questa settimana spiccano tre temi chiave: l’ottimizzazione dell’Energy Release 2.0, la stima dei costi del nucleare e le criticità del Testo Unico FER.
Energy Release 2.0: verso una revisione delle tempistiche
Il meccanismo dell’Energy Release 2.0, progettato per incentivare la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili presso le imprese energivore, rischia di essere penalizzato da scadenze troppo stringenti. Il deputato Enrico Cappelletti (M5S) ha portato la questione all’attenzione della Camera, sottolineando le difficoltà legate alla realizzazione degli impianti e all’ottenimento delle garanzie bancarie richieste dal GSE per coprire eventuali rischi di inadempienza.
Il Sottosegretario Claudio Barbaro ha confermato le criticità segnalate, annunciando una possibile revisione delle tempistiche per la presentazione delle domande. Già lo scorso anno era stata concessa una proroga, posticipando la scadenza dal 14 gennaio 2025 al 14 febbraio 2025, per favorire una maggiore partecipazione. Oltre a una possibile ulteriore estensione, si valuta l’introduzione di schemi contrattuali più flessibili per rendere il meccanismo più accessibile alle imprese.
Nucleare: dubbi sui costi del riavvio del programma
L’onorevole Francesca Ghirra (AVS) ha posto l’attenzione sulla stima dei costi futuri per il ritorno dell’energia nucleare in Italia. Sebbene il Governo abbia recentemente varato una legge delega sul nucleare sostenibile, rimangono incertezze sugli investimenti necessari. In particolare, Ghirra ha evidenziato i costi dichiarati dall’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A., che lo scorso 3 ottobre, in audizione alle Commissioni VIII e X della Camera, ha stimato una spesa di circa 700 milioni di euro, esclusi i costi di realizzazione.
Il Ministero, però, non ha fornito una risposta diretta sulla stima economica, concentrandosi piuttosto sulla ricerca e sviluppo dei piccoli reattori modulari (SMR). Il Governo ritiene che la loro fattibilità sarà garantita dall’Alleanza Industriale Europea sugli SMR, che sta lavorando alla standardizzazione e alla scalabilità della tecnologia per ottimizzarne i costi.
Nel testo della risposta ministeriale si legge:
“Sebbene oggi non sia possibile stimare con precisione i costi del riavvio della produzione di energia nucleare, il Governo è impegnato a delineare un quadro normativo che consenta la costruzione e l’esercizio di impianti nucleari come tecnologia di transizione, con condizioni di sostenibilità economica, sociale e ambientale.”
Testo Unico FER: semplificazione normativa e criticità
Il deputato Andrea Barabotti (Lega) si è detto parzialmente soddisfatto della risposta del Governo sulle criticità del Testo Unico FER, riconoscendo l’impegno dell’Esecutivo nel garantire la competitività delle imprese. Tuttavia, ha sollecitato ulteriori interventi per rendere il provvedimento, che ha lo scopo di perfezionare e uniformare le procedure amministrative per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, più efficace e coerente con le normative europee, accelerando la transizione energetica.
Tra le modifiche suggerite:
- Semplificare le procedure per gli interventi di incremento di potenza degli impianti;
- Adottare nuovi criteri autorizzativi, basati sull’efficienza energetica piuttosto che sul solo impatto ambientale.
Il Sottosegretario Claudio Barbaro ha evidenziato che il Testo Unico FER rappresenta un passo avanti nella razionalizzazione normativa, in particolare per l’esenzione dalle valutazioni di impatto ambientale nei progetti realizzabili in attività libera o in PAS. Questa scelta ha l’obiettivo di rendere più efficienti le autorizzazioni, correggendo le incongruenze della disciplina precedente.
“Una delle maggiori semplificazioni apportate dal Testo unico FER riguarda effettivamente la scelta, ponderata e proporzionata, di esentare dalle valutazioni dell’impatto ambientale i progetti realizzabili in attività libera o in PAS, in modo da dare effettività alla «snellezza» intrinseca ai due predetti regimi.”
Barbaro ha ribadito che il Ministero sta monitorando attentamente le segnalazioni ricevute per valutare eventuali correttivi, con l’obiettivo di evitare blocchi burocratici e facilitare l’espansione delle energie rinnovabili.
Sulla linea già tracciata dal Sottosegretario sono anche le ultime dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin:
“Come noto, gli incrementi dei prezzi dell’energia per famiglie e imprese, registrati nell’ultimo periodo, sono riconducibili all’elevata variabilità del livello dei prezzi sui mercati all’ingrosso delle materie prime energetiche tendenzialmente in crescita in tutta Europa, che a sua volta dipendono da una serie di fattori tra cui, in particolare, le tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo.
Le iniziative governative per ridurre il costo dell’energia per famiglie e imprese si muovono nell’ambito del percorso per la decarbonizzazione individuato dal PNIEC. In tale direzione si colloca anche la misura dell’energy release finalizzata a promuovere il contributo delle imprese energivore alla creazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
Per quanto attiene alle misure in favore dei soggetti vulnerabili, con la delibera ARERA del 21 gennaio 2025, sono state disciplinate le modalità per richiedere l’accesso al servizio a tutele graduali da parte dei clienti domestici vulnerabili. In tal modo, anche i clienti vulnerabili che, entro il 30 giugno 2025, faranno richiesta di accesso al servizio a tutele graduali, potranno beneficiare dei prezzi particolarmente favorevoli del richiamato servizio in esito allo svolgimento delle procedure d’asta.
Infine, con riferimento al tema dei costi di produzione dell’energia da fonte nucleare, ho più volte ribadito che solo nel momento in cui vi sarà lo strumento di valutazione del costo della produzione di energia da nucleare, a valle del quadro normativo che si sta delineando, lo Stato valuterà se ed eventualmente di quanto integrare la tariffa, allo stesso modo che sta facendo con il fotovoltaico o l’eolico, per creare il maggior vantaggio possibile al Paese.
Tutto ciò premesso, si conferma che il Governo è impegnato a valutare possibili misure, strutturali e contingenti, atte a mitigare gli effetti degli incrementi dei prezzi dell’energia, tenuto conto dell’esigenza di porre in essere un attento bilanciamento tra la tutela delle famiglie e il supporto al sistema produttivo nazionale per una transizione energetica sostenibile“.
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