Maxi operazione antidroga, sequestrati 250 chili di cocaina: arresti in Molise – isNews

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Il blitz dei carabinieri è scattato alle prime luci dell’alba di oggi. Sono 39 le persone indagate in diverse regioni


RIMINI/LARINO. Arresti anche in Molise nell’ambito della maxi-operazione messa a segno dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Rimini, che ha portato al sequestro di circa 250 chili di cocaina. Sono 39 le persone iscritte nel registro degli indagati. Nello specifico il Gip del Tribunale ha disposto l’esecuzione di 26 misure cautelari in carcere presso i Penitenziari di Rimini, Pesaro, Forlì, Ravenna, Bologna, Piacenza, Monza e Larino; 3 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 interrogatori precautelari.

Il blitz è scattato alle prime luci dell’alba. I 39 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, cocaina in particolare
I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Rimini, anche in quelle di Bologna, Campobasso, Cagliari, Forlì-Cesena, Imperia, Milano, Monza, Parma, Piacenza, Pesaro e Ravenna, con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, dei Reparti Anticrimine di Bologna e Padova, della componente aerea del 13º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, dei Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro e delle Polizie Locali di Rimini e Riccione.

LE INDAGINI. L’operazione eseguita oggi, che ha visto la partecipazione di oltre 200 carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa di Riccione, avviata a seguito di una serie di furti in abitazione consumati durante lo scorso inverno nella Perla Verde e nei comuni limitrofi.  
Le indagini, allo stato attuale hanno consentito di risalire a una serie di persone, tutte di nazionalità albanese ma stanziali in Emilia Romagna che, di volta in volta, reclutavano connazionali fatti appositamente giungere in Italia per consumare reati contro il patrimonio. Questi dopo breve periodo, venivano fatti rientrare nel paese d’origine e rimpiazzati con nuove figure criminali.

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Oltre ai reati predatori, gli indagati erano attivi anche nel fiorente settore degli stupefacenti, frequentemente acquistati da connazionali appartenenti ad altra struttura operante anch’essa in Riviera.
Anche questi ultimi, benché trattassero il commercio di ingenti quantitativi di stupefacente, erano comunque dediti anche alla vendita al dettaglio e come gli altri, al fine di eludere le indagini, utilizzavano un rigido turnover di spacciatori per le cessioni.
I carabinieri sono riusciti comunque ad individuare i luoghi ritenuti essere le basi operative e a delineare così il modus operandi utilizzato.

Attraverso un costante monitoraggio dei vari target, i militari, sin dallo scorso mese di giugno hanno iniziato a conseguire i primi riscontri a quanto ipotizzato, sia per quanto riguarda la consumazione di furti sia per lo spaccio di cocaina. Sono state così documentate decine e decine di cessioni effettuate, come già accennato, da giovani incensurati a tossicodipendenti del luogo, di ogni estrazione sociale e culturale, In più circostanze e per quantitativi maggiori, i ‘cavalli’ albanesi si attivavano per effettuare consegne a domicilio in zona ma anche a Cervia, nel nord delle Marche e a San Marino. Gli arresti eseguiti hanno messo in allarme il gruppo, il quale, nel mese di novembre, ha spostato la base operativa tra Cesenatico e Cervia, località dove sono state eseguite 3 catture.
Rilevante anche il ruolo delle compagne italiane dei cittadini albanesi tratti in arresto, destinatarie anch’esse di misure cautelari detentive: il loro compito era quello di trasportare la droga che in precedenza avevano concorso a suddividere in dosi, confermando così la loro piena e consapevole partecipazione alle illecite attività.  

IL TRAFFICO DI DROGA. Con la prosecuzione delle indagini, lo sforzo investigativo si è focalizzato sulla seconda struttura criminale che, come ricostruito dai militari, reinvestiva i proventi illeciti dei furti consumati nell’acquisto di grossi quantitativi di cocaina. La redditizia attività, pur saldamente radicata a Rimini e Riccione, portava gli arrestati ad avere rapporti con soggetti in vari paesi Europei e non, in particolare con soggetti in Belgio, Olanda e Gran Bretagna. Tra i risultatiti operativi conseguiti nel corso dell’attività, si segnalano i 30 arresti effettuati in flagranza di reato che hanno portato gli investigatori al sequestro complessivo di 253 chili di cocaina e 40 di hashish. In particolare i Carabinieri di Riccione, il 27 settembre scorso, in collaborazione con i militari dei comandi Arma di Milano e Vimercate, in due distinte perquisizioni eseguite contestualmente, hanno sequestrato ben 203 chili di cocaina. Un altro duro colpo è stato inferto a Imola nel mese di novembre, allorquando il carico intercettato era di oltre 20 kg, sempre del medesimo stupefacente. Altre località teatro di ingenti sequestri sono state Termoli a gennaio, Pesaro a luglio e novembre, Cento e Treviso sempre nello scorso mese di novembre, nonostante il maggior numero di catture sia stato effettuato in Riviera. 

Il valore dello stupefacente sequestrato all’ingrosso è stato calcolato dai Carabinieri in oltre 8 milioni di euro, che al dettaglio, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe reso ai membri della struttura criminale oltre 25 milioni di euro. 

“Occorre rammentare che, nel rispetto dei diritti dell’indagato – evidenzia l’Arma – esso è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento e fino a definitivo accertamento della possibile colpevolezza con sentenza irrevocabile”.



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