I prezzi all’ingrosso dell’olio extravergine di oliva italiano campagna 2024-2025 – superata la metà di novembre 2024 – si sono ripresi, a fronte di un mercato vivace e delle conferme giunte sulle ridotte quantità prodotte. Per ora questa situazione non sembra turbata dall’aumentata produzione della Spagna – che si conferma in crescita del 51% rispetto alla passata campagna – e dal netto incremento di importazioni di olio Evo comunitario, che ben si evince da un incremento delle giacenze di olio Evo della stessa provenienza. Peraltro i prezzi degli Evo comunitari importati sono diventati nelle ultime settimane nettamente inferiori all’analogo prodotto italiano, fenomeno questo che si osserva in particolare in Borsa Merci Milano.
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Si tratta di una condizione di mercato al rovescio rispetto a quella dello scorso novembre, quando solo l’effetto annuncio della maggiore produzione iberica aveva depresso i prezzi dell’Evo di produzione nazionale.
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La ripresa dei prezzi dell’Evo italiano è maggiormente visibile sui valori espressi dalla Borsa Merci Bari, mentre i prezzi medi per piazza rilevati da Ismea restituiscono un quadro di ripresa del valore all’origine delle produzioni nazionali, con ottime performance in Puglia e Calabria, mentre la Sicilia, che non aveva subìto i ribassi di ottobre-novembre, cresce meno o resta stabile su valori alti.
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Borsa Merci Bari, l’olio Evo riprende quota
Alla Borsa Merci di Bari ieri, 4 febbraio 2025, l’olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4% titolata in acido oleico è stato fissato a 9,10 euro al chilogrammo sui minimi e a 9,50 euro sui massimi, stabile sulla precedente seduta del 28 gennaio scorso.
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Tali valori sono maggiori di 1,30 euro sui minimi e di 1,10 sui massimi rispetto all’ultima rilevazione di AgroNotizie®, risalente al 19 novembre 2024, quando l’olio Evo si era attestato, dopo alcune sedute in calo a 7,80 euro al chilogrammo sui minimi e 8,40 euro sui massimi. In pratica si torna su un valore medio anche più alto rispetto a quello espresso nelle sedute tra il 3 settembre e l’8 di ottobre 2024, quando la forchetta dei prezzi era attestata a 9,10-9,40 euro al chilo.
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Sempre il 4 febbraio la Commissione Olio ha quotato l’extravergine biologico a 10,00 euro al chilogrammo sui minimi e 10,30 euro sui massimi, stabile sulla precedente seduta del 28 gennaio scorso.
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Anche in questo caso i valori registrati ieri sono maggiori di 1,20 euro sui minimi e di 1,30 euro sui massimi rispetto all’ultima rilevazione di AgroNotizie® del 19 novembre scorso, quando l’Evo bio si era attestato – in calo – a 8,80 euro al chilogrammo sui minimi e 9,00 euro sui massimi. In pratica l’Evo bio torna su un valore medio di 10,15 euro al chilogrammo, inferiore di soli 0,05 euro a quello di 10,20 registrato il 14 maggio 2024.
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Gli oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia il 4 febbraio 2025 sono stati fissati entrambi a 9,80 euro al chilogrammo di prezzo unico, stabili sulle precedenti quotazioni del 28 gennaio scorso. Ma i prezzi di entrambi gli oli Dop e Igp risultano maggiorati di 1,10 euro rispetto agli 8,70 rilevati da AgroNotizie® in Borsa Merci Bari il 19 novembre 2024, quando anche queste quotazioni erano date calanti. I valori registrati ieri, peraltro, risultano maggiori di 0,10 euro rispetto ai prezzi rilevati l’11 giugno 2024.
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Borsa Merci Milano, Evo Ue in calo non trascina il nazionale
Alla Borsa Merci di Milano ieri, 4 febbraio 2025, l’olio di oliva extravergine italiano è stato quotato a 9,10 euro al chilogrammo sui minimi e a 9,50 sui massimi, stabile sulla precedente seduta del 28 gennaio 2025. Ma tali valori risultano in crescita di 0,50 euro al chilo sui minimi e di 0,60 euro sui massimi rispetto agli ultimi prezzi rilevati da AgroNotizie® in Borsa merci Milano il 12 novembre 2024 e pari ad una forchetta di 8,60-8,90 euro al chilogrammo.
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Alla Borsa Merci di Milano ieri, 4 febbraio 2025, l’olio di oliva extravergine di importazione comunitario è stato quotato 4,85 euro al chilogrammo sui minimi e 5,40 euro sui massimi, in calo sulla precedente seduta del 28 gennaio di 0,15 euro al chilo sui minimi e di 0,10 sui massimi. Tali valori, peraltro, risultano in pesante diminuzione – di 2 euro sui minimi e di 2,15 euro sui massimi – rispetto alle ultime quotazioni rilevate da AgroNotizie® su questa piazza il 12 novembre scorso, quando i valori erano ancora attestati sulla forchetta di 6,85-7,55 euro al chilogrammo.
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Nel complesso, in Italia i prezzi all’ingrosso in borsa merci dell’Evo nazionale sono entrati in una fase rialzista dalla seconda metà di novembre 2024, per poi stabilizzarsi nel corso del mese di gennaio 2025, fenomeno su cui ha pesato molto più del previsto la scarsa produzione italiana. Anche perché la pesante caduta del prezzo degli oli importati dal resto dell’Unione – pilotati dalla ripresa produzione della Spagna – non ha condizionato più di tanto, almeno fino ad ora, il mercato del prodotto nazionale. Si tratta di una situazione ibrida, poiché come si vedrà le importazioni di olio comunitario sono in aumento.
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Prezzi all’origine in ripresa
I prezzi all’origine nell’ultima settimana rilevata per l’olio extravergine di oliva – secondo una stima di Ismea – sono rimasti stabili sulla settimana precedente, confermando un prezzo medio nazionale di 9,36 euro al chilogrammo nella quinta settimana di gennaio 2025.
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Ma tale valore risulta in aumento di 0,86 euro al chilo rispetto agli 8,50 euro di prezzo medio registrati nella seconda settimana di novembre 2024 (+10,1%), quando il prezzo medio nazionale faceva registrare una decisa flessione, seguita a settimane di cali importanti. Il prezzo medio nazionale – prima di risalire, a partire dalla quarta settimana di novembre – tocca un punto di minimo nella terza settimana di quel mese con 8,43 euro al chilo.
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Come ben si evince dal grafico, dopo questa fase ribassista, dalla quarta settimana di novembre si susseguono i rialzi, legati alla scarsità di prodotto della produzione 2024-2025 e al ridimensionamento delle aspettative produttive della concorrenza spagnola.
Da notare che il prezzo medio dell’olio Evo all’origine si tiene ora al di sopra della rilevazione di AgroNotizie® relativa alla prima settimana di agosto 2024 e pari a 9,16 euro al chilogrammo.
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Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla quinta settimana di gennaio 2025
(Fonte Ismea)
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Ismea, in un quadro generale improntato ai rialzi, nei prezzi per piazza mette in luce come gli aumenti siano molto concentrati e forti sulle piazze pugliesi e calabresi. Ecco alcuni esempi. Le quotazioni medie dell’olio Evo nelle province salentine di Lecce, Brindisi e Taranto passano dai soli 7,00 euro al chilogrammo della seconda settimana di novembre agli 8,90 euro della quinta settimana di gennaio, guadagnando 1,90 al chilo in questo frattempo (+27,1%). Prende quota anche Bari, che da un prezzo medio per l’olio extravergine di oliva ad 8,75 di metà novembre 2024 passa a ben 9,40 euro, guadagnando 0,65 euro al chilo (+7,4%).
In Calabria a Gioia Tauro l’extravergine passa dagli 8,40 euro della seconda settimana di novembre 2024 ai 9,30 euro al chilogrammo della quinta settimana di gennaio 20254, guadagnando 0,90 euro di valore (+10,7%), mentre a Cosenza cresce da 8,75 a 9,03 euro al chilogrammo, guadagnando tra metà novembre e fine gennaio 0,28 euro al chilo (+3,2%).
In parziale controtendenza invece le piazze siciliane, dove non si erano accusati cali importanti nella prima fase dell’autunno, con Agrigento che resta addirittura stabile a 9,70 euro dalla seconda settimana di novembre fino a fine gennaio 2025, mentre Palermo che cresce solo di 0,20 euro, passando da 9,70 della metà di novembre ai 9,90 euro al chilo di fine gennaio 2025. A Messina aumento di 0,30 euro al chilo, ma su valori che erano rimasti alti: dai 10,25 di metà novembre a 10,55 euro al chilogrammo.
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Italia, la siccità condiziona la produzione 2024
La siccità e il caldo record nelle principali regioni produttrici come la Puglia e la Sicilia fanno crollare la produzione nazionale di olio d’oliva. Secondo le stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol e presentate il 27 settembre a Ortigia, nell’ambito di uno degli eventi collaterali del G7 Agricoltura, si prevede un quantitativo di circa 224mila tonnellate, il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna.
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Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero retrocedere l’Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori.
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A pesare sulla campagna sarà soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Al crollo della produzione al Sud si contrappone l’aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario.
Giacenze in Italia di Evo al 31 dicembre 2024: -16,79%
In Italia le giacenze di Evo a fine dicembre 2024 si portano a 146.471 tonnellate, aumentando di 76.171 tonnellate sulle 70.300 in giacenza al 31 ottobre scorso (+108,35%), chiaro effetto della campagna olivicolo olearia che si avvia così a conclusione. Ma secondo Frantoio Italia, report numero 1 del 2025, il dato di dicembre 2024 è inferiore a quello di dicembre 2023, pari a 176.029 tonnellate, di ben 29.558 tonnellate (-16,79%). Un segnale chiaro che la nuova produzione nazionale è stata nettamente più scarsa di quella dell’anno precedente.
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Infatti l’olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di dicembre 2024 è pari a 104.915 tonnellate, in diminuzione del 21,3% sulle 133.229 tonnellate dello stesso mese del 2023.
E Frantoio Italia avverte: “Nell’ambito dell’Evo sono da segnalare i dati della quantità di prodotto di origine italiana ed extraeuropea che, confrontati con i valori al 31 dicembre 2023, risultano inferiori del 21,3% e del 41,8%, rispettivamente”.
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Questo perché al crollo della produzione italiana è corrisposto un aumento della pressione dell’olio iberico – cresciuto del 3,6% tra fine 2023 e fine 2024 – e delle produzioni blend (+21,4%) e una contrazione degli oli Evo provenienti da Nord Africa e altri Paesi non Ue.
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Spagna, previsioni ufficiali restano prudenti: +51%
La Spagna non ha novità rispetto all’autunno scorso e conferma stime prudenti sulla campagna olivicolo olearia iniziata il 1° settembre 2024: archiviata dal Governo di Madrid una 2023-2024 da 853mila tonnellate di olio da pressione, che aveva fatto segnare comunque un progresso sulla campagna 2022-2023, nella quale si erano prodotte appena 664mila tonnellate, ora la stima ufficiale del Ministero dell’Agricoltura della Corona di Spagna è attestata a 1.289.882 tonnellate, al di sotto di tutte le stime ottimistiche circolate durante l’estate 2024, quando si era parlato di 1,4 e 1,7 milioni di tonnellate di olio da pressione. Ove tale prudente previsione dovesse trovare conferma, si tratterebbe comunque di una ripresa produttiva pari a 436.882 tonnellate sulla trascorsa campagna 2023-2024 (+51,2%).
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