Varese tra le più affollate in Italia, agevolazioni per gli imprenditori

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Inclusione lavorativa, diritto alla casa e continuità degli interventi. Sono questi i fattori più efficaci degli interventi regionali per la tutela delle persone detenute come evidenziato dalla relazione, illustrata da Claudio Mangiarotti e Onorio Rosati, approvata oggi all’unanimità dal Comitato paritetico di controllo e valutazione (CPCV) sull’attuazione della legge regionale n. 25/2017 in tema di tutela delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

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Il documento riporta l’esito dell’esame condotto dal Comitato Paritetico sulla Relazione n. XII/57, la terza trasmessa dalla Giunta al Consiglio regionale dall’approvazione della legge regionale in materia, aggiornando lo stato di attuazione al biennio 2022-2023.

«Il Comitato paritetico di controllo e valutazione restituisce sempre importanti contributi sulle politiche regionali – ha affermato Claudio Mangiarotti (FdI), Presidente del Comitato Paritetico di controllo e valutazione – Nel caso della relazione oggi approvata, sono state evidenziate le criticità attualmente presenti nelle carceri, ma anche diverse proposte per evitare il sovraffollamento, come la possibilità di offerta di percorsi formativi e lavorativi che tendano alla rieducazione del condannato. Per fare in modo che questo accada è tuttavia fondamentale fornire agevolazioni agli imprenditori che decidono di aderire a tale iniziativa».

Il Comitato ha inoltre recepito alcune indicazioni proposte dal Consigliere Rosati (AVS), tra cui quella “di inserire nella prossima Relazione il dettaglio delle risorse stanziate da Regione Lombardia e il tipo di effetto dei singoli progetti. Sovraffollamento, tutela delle fragilità, da dipendenze e psichiatriche, applicazione delle misure alternative e diritto abitativo sono i temi su cui occorre un impegno maggiore per un pieno recupero sociale e lavorativo delle persone”, ha sottolineato Rosati

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La relazione riporta i dati dell’Osservatorio penitenziario adulti e minori (GNPL) aggiornati al 10 gennaio 2025 che confermano in Lombardia presenze in crescita (8.829 detenuti): erano 8.722 persone al 31 dicembre 2023, a fronte di una capienza complessiva prevista di 6.154 posti e di una disponibilità effettiva pari invece a 5.833 posti. L’Osservatorio registra, inoltre, un peggioramento dell’indice regionale di sovraffollamento al 150%, tendenza che interessa anche altre regioni (Puglia-Basilicata: 163,5%; Lazio-Abruzzo-Molise: 131,5; Emilia Romagna – Marche: 130%;), a fronte di un dato nazionale al 130%. Si aggravano le situazioni per 13 istituti mentre sono in miglioramento in 6. Rispetto a dicembre 2023, infatti, l’indice di sovraffollamento aumenta in modo più sensibile per Sondrio (+27 punti percentuali), Mantova, Lecco e Varese, collocando 9 istituti lombardi nei primi 21 in Italia per gravità. Risulta in lieve diminuzione per Lodi, Milano, Verziano (BS) e Vigevano (PV).

La capienza, infatti, resta pressoché invariata tra il 2020 e il 2023 (+8 posti) ma diminuiscono i posti regolari realmente disponibili per l’inagibilità di celle o intere sezioni detentive, come nel carcere di San Vittore a Milano. «Questo – si legge nella Relazione – ha incrementato l’indice di affollamento delle carceri lombarde ed ha aggravato una situazione già critica in alcuni istituti: in San Vittore, ad esempio, l’indice è passato da 195% a 229%».

Per quanto riguarda le caratteristiche degli adulti in carcere, a fine settembre 2024, i condannati definitivi in Lombardia con durata della pena residua fino a 3 anni sono 3.478, mentre si stima in oltre 3.100 i possibili fruitori di misure alternative alla detenzione. Aumentano le situazioni di fragilità: le persone con dipendenze aumentano del 20%.

Quattro i pilastri dell’azione regionale nel sistema di intervento di esecuzione penale: parità di condizioni di vita e di opportunità, inclusione attiva, sistema integrato di interventi, coinvolgimento della comunità territoriale.

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Al finanziamento complessivo – che la Relazione indica in 28 milioni di euro – concorrono risorse europee (Fondi FSE 2014-2020 e FSE+ 2021-2027), Fondi statali (Cassa delle Ammende e risorse del Ministero della Giustizia), risorse autonome regionali.

Gli ambiti di intervento hanno riguardato nel biennio 2022-2023:

Interventi territoriali inclusione sociale e lavorativa: comprendono progetti di recupero, reinserimento socio-lavorativo, percorsi di empowerment e di sostegno all’accoglienza abitativa. Avviata nella programmazione 2020-2021, la misura ha coinvolto 209 soggetti (al 78% organizzazioni private non profit) e ha raggiunto 7.767 destinatari: il 57% di origine italiana, il 78% nella fascia di 18-50 anni, principalmente con titolo di studio medio basso (59%) e in condizione di disoccupazione.

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Giustizia riparativa e interventi per vittime di reato: in partnership con 12 enti (di cui 11 locali) offre sportelli di ascolto e supporto alle vittime, realizza percorsi di sensibilizzazione, informazione e formazione, con sperimentazioni in contesti educativi e formativi, che hanno permesso di raggiungere 2.383 persone e 4.690 alunni di 37 istituti scolastici. Lo sviluppo dell’esperienza prevede un progetto di 24 mesi avviato nel 2024 (Comunità attive, finanziato da Cassa delle Ammende e risorse del bilancio regionale), rafforzato da interventi di sostegno finanziati dal Fondo del Ministero della Giustizia.

Centri diurni: sostegno all’accoglienza di persone in condizione di fragilità fisica e psichica, adulti e giovani adulti in misura penale interna o esterna con interventi di carattere educativo, relazionale, informativo e sociale per accompagnarli nel passaggio dalla struttura penitenziaria al territorio e creare una rete di relazioni (Progetto Incubatori di comunità). La Relazione rendiconta i 10 centri diurni interni agli Istituti Penitenziari (IP) e 4 centri diurni esterni oggi in attività e le numerose attività che vi si erogano. Lo sviluppo del progetto nella nuova programmazione (Un centro in rete per la fragilità) ha una durata prevista di 18 mesi da attuarsi nel biennio 2023-2025

Accoglienza genitori detenuti con bambini: i progetti di accoglienza abitativa e percorsi socio-educativi-riabilitativi hanno coinvolto 2 madri con 2 bambini nel 2022 e un nucleo famigliare nel 2023. La gestione del fondo è stato oggetto di un Accordo di Partenariato (Dgr 1365/2023) entrato in vigore nel gennaio 2024 .

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Tra gli aspetti di maggior interesse risalta la valutazione d’impatto degli interventi di inclusione lavorativa, misurazione condotta sui risultati affidata dalla Regione a ICRIOS Bocconi. La Relazione riferisce esiti soddisfacenti a conclusione delle attività valutative:

Un tasso di completamento del tirocinio pari al 66%, con il 24% di chi non l’ha concluso già assunto prima del termine del progetto.

La ripresa di un nuovo percorso di tirocinio per il 39% dei soggetti, nei 6 mesi successivi alla fine dell’intervento, con l’80% di casi che riporta un impiego al termine dell’attività offerta

La riduzione di comportamenti sanzionabili e miglioramento della condizione di esecuzione della pena (in particolare per le donne)

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L’accesso ad una soluzione abitativa indipendente per il 41% di chi ha partecipato ad interventi di housing temporaneo, soluzione spesso individuata grazie al sostegno di familiari e amici, fattore che indicherebbe anche il miglioramento delle relazioni sociale e familiari del soggetto

Il successo nel portare a termine l’intervento per il 41% dei minori, con l’84% di casi di miglioramento nell’esecuzione della pena, il 64% di continuazione di percorsi educativi o lavorativi, con reperimento di un lavoro retribuito nel 51,3% dei casi.
Altro aspetto messo in luce dalla Relazione, l’importanza della casa, chiave determinante per il successo delle misure in quanto è il punto di partenza per l’accesso a qualsiasi percorso riabilitativo offerto in misura esterna. Inoltre, i percorsi risulterebbero capaci di ristabilire legami positivi con la famiglia nei più giovani e anche le attività di supporto alla genitorialità produrrebbero effetti positivi, aumentando il tasso di completamento del percorso (+24,6%). La misura prevista nella nuova programmazione con l’Avviso reti territoriali per l’inclusione sociale delle persone (minori e adulti) sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, ha una dotazione di 9 milioni di euro (FSE+ 2021-2027) e vede un coinvolgimento di 201 soggetti (in prevalenza di organizzazioni private non profit), con l’approvazione di 36 progetti di cui 14 rivolti ai minori (per 3,2 milioni di euro), il 32% in esecuzione penale esterna e 6% in IPM; 22 progetti rivolti ad adulti (per 5,3 milioni di euro), il 54% in IP e l’8% in esecuzione penale esterna. La loro conclusione sarebbe prevista nei primi mesi di quest’anno.


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