I dati di una ricerca sulle abitudini dei«pet parents»: il 61% disposto ad aumentare l’impegno sul fronte della tutela dell’ambiente. Già oggi sono molti quelli che scelgono cibi e detergenti bio o naturali
Chi accoglie nella propria casa animali domestici mostra già oggi una spiccata sensibilità ecologica. Ed è disposto a cambiare ulteriormente le proprie abitudini per perseguire obbiettivi di maggiore sostenibilità e di attenzione all’ambiente. Per molti potrebbe essere scontata un’associazione tra amore per gli animali e amore per l’ambiente. Ma non sempre le due cose vanno di pari passo. A confermare però che si tratti di una tendenza prevalente è ora un’indagine realizzata dal Pulsee Luce e Gas Index, l’osservatorio dell’omonima azienda che monitora le abitudini green degli italiani, in collaborazione con NielsenIQ, società specializzata in analisi di mercato. Dalla ricerca emerge che già ora il 56% degli italiani dichiara di considerare importante il criterio della sostenibilità nella gestione degli animali domestici. E che ben il 61% si dice favorevole a cambiare abitudini per dare una mano alla natura anche nella gestione quotidiana dei propri cani o gatti.
I numeri raccolti dal campione rappresentativo della popolazione non sembrano lasciare molti dubbi sulla propensione ambientalista di chi ha allargato la propria famiglia a uno o più animali domestici, ma i margini di miglioramento sono ancora elevati. Solo il 40% degli interpellati, per esempio, sostiene di avere consapevolezza sull’impatto che gli amici a quattro zampe hanno sull’ambiente. E solo il 15% dice di essersi attivato per ricercare informazioni puntuali e pratiche su come mettere in pratica i buoni propositi dichiarati.
Il rapporto consegna comunque una fotografia incoraggiante sull’atteggiamento in essere dei pet parents nostrani. Partendo dall’alimentazione, per esempio, quasi la metà del campione, ovvero il 49%, afferma di tenere conto dell’impatto ambientale del cibo acquistato o preparato in proprio. Nel primo caso, per il 48% è importante il materiale utilizzato per il confezionamento degli alimenti. Su questo fronte le aziende del pet food si stanno attivando per andare via via modificando la composizione dei sacchi, puntando tra l’altro sull’utilizzo di contenitori mono materiale che sono più facilmente riciclabili. L’attenzione alla sostenibilità del cibo si ritrova anche nella scelta del 20% dei possessori di animali di comprare cibi biologici, considerati più sostenibili ancorché di solito più costosi e per questo forse meno diffusi. Un terzo degli interpellati ha poi spiegati di preparare da sé i pasti per cani e gatti con ingredienti freschi.
Anche la toelettatura ha delle evidenti ricadute sull’ambiente. Oltre al grande impiego di acqua vanno considerati il consumo energetico e la dispersione dei residui dei prodotti detergenti utilizzati. Il 47% degli interpellati porta i propri animali in negozi specializzati, il 42% provvede da sé ai lavaggi periodici nella doccia o nella vasca da bagno di casa. In questo caso finisce col contare molto la scelta dei prodotti: il 78% dichiara di utilizzare shampoo e saponi specifici, ovvero non utilizza gli stessi già utilizzati dagli umani di famiglia, ma solo il 25% acquista specificatamente quelli naturali o biodegradabili. Per l’asciugatura il 55% del campione utilizza un phon (nel 9% dei casi uno specifico per animali), mentre il 42% si affida ad una asciugatura naturale. Prevalentemente nella bella stagione, anche se non viene specificato.
Un tema di primaria importanza è quello della gestione delle deiezioni degli animali. Chi possiede gatti che vivono prevalentemente all’interno delle abitazioni dichiara di utilizzare lettiere agglomeranti nel 38% dei casi e lettiere ecosostenibili nel 36%. Nel caso dei cani, il 79% dei loro responsabili sostiene di fare ricorso a sacchettini biodegradabili per la raccolta degli escrementi da marciapiedi e auole.
Quanto agli accessori – guinzagli, giocattoli, attrezzature per la cuccia, indumenti – il 53% dei proprietari dice di considerare al momento dell’acquisto il materiale con cui sono realizzati. Nel 67% dei casi questi vengono poi lavati a mano, nel 30% in lavatrice e nel restante 3% affidati ad una lavanderia professionale.
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