Matera, già capitale europea della cultura, diventerà capitale europea per la ricostruzione ed il dopo- guerra in Ucraina. È la città dei sassi, infatti, il luogo dove si svolgerà domani la riunione annuale della Commissione InCE che tratterà proprio “Il ruolo dell’InCE nella promozione del- la ricostruzione postbellica dell’Ucraina”. Alla riunione prenderanno parte delegazioni dei sedici Paesi membri, ovvero 9 membri UE – Bulgaria, Croazia, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria – e 7 inclusi nelle future prospettive di allargamento – Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Moldova, Monte- negro, Serbia ed Ucraina Nella nota ufficiale si legge che Matera è stata scelta perchè «la cittadina lucana, un tempo simbolo di degrado e disagio abitativo e oggi insignita del titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO e di Capitale Europea della Cultura, è l’esempio di come possa essere applicato in maniera virtuosa un modello di rilancio e di sviluppo, il medesimo che vedrà protagonista la martoriata nazione Ucraina.»
IL MERITO DI CAIATA
In realtà, al di là delle note formali e del rispetto istituzionale e diplomatico, noi (che per nostra fortuna non indossiamo la feluca e non rappresentiamo gli interessi della Nazione) possiamo dire che il merito di aver messo la Basilicata al centro del progetto internazionale di ricostruzione postbellica è ascrivibile interamente all’operato silenzioso e proattivo dell’On. Caiata. Il deputato di Fratelli d’Italia, parlamentare al- la seconda legislatura, si è distinto per la sua presenza nel dibattito parlamentare ma anche per aver avuto l’intelligenza di riconnettersi con le strategie internazionali che stanno dando peso alla nostra Nazione. Su indicazione di Giorgia Meloni, infatti, l’On. Salvatore Caiata ha deciso in questa legislatura di scegliere per sé la funzione di Presidente della delegazione parlamentare dell’InCE e anche della relativa Commissione Affari economici, un incarico che, se non ha un rapporto diretto ed immediato con il territorio e non aiuta a costruire la filiera del consenso, ha la capacità di entrare nel vivo delle politiche internazionali dell’Italia e del Governo. Non è un segreto per nessuno che la politica estera e la necessità di ridare una centralità all’Italia nello scacchiere internazionale e nel mondo occidentale è la principale linea strategica d’azione del Governo Meloni e anche la più importante sfida che lo stesso Presidente del Consiglio si è trovato ad affrontare. Quando fu eletta premier le anime belle della sinistra si incaricarono di immaginare nella loro perenne supponenza che il governo italiano sarebbe stato isolato nel contesto internazionale. Le capacità di Giorgia Meloni di rimettere al centro del dibattito l’Italia è stata capace di smentire tutte le prefiche e siamo certi che accanto al Premier ci sia stato l’impegno quotidiano anche del nostro deputato lucano che domani metterà la Basilicata al centro dei grandi della terra.
UN PIANO AMBIZIOSO
Per capire quanto sia importante la ricostruzione post bellica dell’Ucraina basti pensare che «Secondo la valutazione più recente fatta dalla Banca Mondiale, in collabora-zione con il governo del-l’Ucraina, la Commissione Europea e le Nazioni Unite (Third Rapid Damage and Needs Asses-sment (RDNA3), che abbraccia il periodo febbraio 2022-dicembre 2023), in due anni dall’inizio del conflitto i danni subiti dall’Ucraina ammontano a circa 152 miliardi di dollari mentre il costo totale della ricostruzione viene valutato in 486 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni. La stima riguarda un pe-riodo di 10 anni e combina sia il fabbisogno di fondi pubblici che quelli privati. Ma tale cifra è indicativa e temporanea. Le autorità ucraine sostengono, infatti, che l’ammontare dei danni causati all’Ucraina dall’invasione russa raddoppierà dopo la liberazione dei territori temporanea-mente occupati. Il settore maggiormente colpito è quello abitativo (il 37%dei danni totali, 50,4 miliardi di dollari) seguito da quello delle infra-strutture e dei trasporti (26% del totale, 35,7 miliardi) e da quello energetico (8% dei danni to-tali, 10 miliardi). La prima voce di spesa è rappresentata dai trasporti (22%, 92,1 miliardi) seguiti da settore abitativo (17%, 68,6 miliardi), protezione sociale (10%, 41,8 miliardi) e sminamento (9%, 37,6 miliardi) compresa la bonifica di ampie aree agricole. Il 27 ottobre 2023 la Banca mondiale ha pubblicato il rapporto sulla “Possibili- tà di coinvolgere il settore privato nella ricostruzione verde e sostenibile dell’Ucraina” nel quale si afferma che il flusso de-gli investimenti da parte del settore privato potrebbe essere pari a quasi 130 miliardi di dollari».
Come sempre accaduto nelle guerra, quando tornerà il prima possibile la pace, sarà necessario costruire e, se grazie al governo Meloni l’Italia sarà centrale nella ricostruzione, grazie all’impegno internazionale di Salvatore Caiata la Basilicata assurgerà ad un ruolo di prima fila all’interno dello scenario nazionale. Una soddisfazione non da poco per una Regione che in troppi anche tra i propri cittadini continua-no ad immaginare periferica, per fortuna ci sono uomini come Caiata che si adoperano per invertire la rotta.
Di Massimo Dellapenna
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