Gli abiti di Raffaella Carrà in mostra a Trieste


(Adnkronos) – Un affettuoso omaggio a un’artista iconica rimasta nel cuore del pubblico, Raffaella Carrà, attraverso l’esposizione dei suoi sfavillanti abiti di scena, proprio nella città – Trieste – diventata simbolo dell’amore grazie al ritornello di un brano di clamoroso successo, “Tanti auguri”, sigla del varietà “Ma che sera” (1978). “Com’è bello da Trieste in giù” titola dell’evento espositivo promosso dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, realizzato da Prandicom – Ies Trieste Lifestyle, allestito al Magazzino 26 di Porto Vecchio a Trieste (Sala Sbisà), visitabile fino a domenica 16 marzo 2025. Una vetrina caleidoscopica e scintillante, come lo è stata la carriera della Raffa nazionale, star evergreen, fra le più note e amate di sempre: da Trieste in giù, e in tutto il pianeta. Negli spazi della Sala Sbisà sono esposti 35 straordinari abiti dall’archivio privato di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (collezioni Carrà) e due donati dall’autore Rai Massimiliano Canè, consulente artistico per i video d’epoca che, scorrendo accanto ai costumi di scena, ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della tv e della società italiana.  Con la sigla d’inizio del programma cult del sabato sera di fine anni Settanta, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!” Raffaella Carrà, inconsapevolmente, aveva creato quello che oggi possiamo definire il sound branding della città. Un’immagine positiva e spensierata che sarà anche il filo rosso delle iniziative in programma per San Valentino a Trieste, in collegamento con l’omaggio espositivo a Raffaella Carrà: già, perché nella città diventata icona dell’amore grazie alla canzone dell’artista il fine settimana del 14/16 febbraio diventa “Com’è bello San Valentino da Trieste in giù”, tre giorni con tante iniziative speciali nel capoluogo giuliano per rendere unica la festa degli innamorati nella città dove “è più bello far l’amore”.  Tutto comincia giovedì 13 febbraio, insieme a un’altra celebrità della Televisione italiana, Maria Giovanna Elmi, che inaugurerà questo speciale weekend dedicato all’amore al Magazzino 26, al Porto Vecchio-Porto Vivo, sede del’esposizione. Il programma prevede una serie di appuntamenti anche in altri spazi cittadini, a cominciare da piazza Unità d’Italia, dove Ies Trieste Lifestyle e lo storico partner Associazione Museo della Bora proporranno una ‘winter edition’ di Boramata, la festa della Bora nella città del Vento, allestendo un giardino di girandole invernale a forma di cuore. L’installazione sarà visibile da venerdì 14 a domenica 16 febbraio e sarà seguita dalla consueta asta delle girandole di Boramata il cui ricavato viene destinato all’Associazione Endometriosi FVG. Domenica mattina la piazza più famosa di Trieste ospiterà anche un evento a sorpresa, per celebrare il ballo, una delle grandi passioni della Carrà. Boramata contiene al suo interno le parole “Bora” e “amata”: quale abbinamento migliore per celebrare l’amore con un pizzico di follia? A proposito di vento, il Piccolo Museo della Bora proporrà due visite divertenti e coinvolgenti riservate alle coppie che sceglieranno Trieste per il loro weekend di San Valentino: potranno farsi una bella foto mentre sono colti da una raffica 100% triestina. Nel menù delle iniziative di San Valentino a Trieste non poteva mancare la cucina, grazie a una serie di ristoranti selezionati che proporranno degustazioni riservate agli innamorati, per assaporare il lato gustoso del volersi bene nella città della Bora. Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi e varietà più amati e ricordati della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e a tante latitudini del pianeta, impegnata in coreografie indimenticabili oppure alla conduzione di talk show che hanno cambiato la filosofia della televisione dal mattino al prime-time serale. Viaggeremo così dal tour di “Forte, forte, forte” (1976) al fortunatissimo show “Carràmba! che fortuna” (2008), passando attraverso format di successo straordinario come “Pronto, Raffaella?” e “Buonasera, Raffaella”, ma anche “Domenica in” e varie edizioni di “Fantastico”, il film “Barbara” e spettacoli on stage come “Millemilioni”. Ma è soprattutto a quel programma di fine anni Settanta, “Ma che sera”, che l’evento espositivo si ispira: la sigla iniziale di quella trasmissione, “Tanti auguri! (Com’è bello far l’amore)”, veniva inciso da Raffaella Carrà nel 1978 per la Cbs: un brano che chiamava in causa Trieste come città dalla quale far discendere l’amore, con versi che promuovevano per la prima volta, con verve, straordinaria lungimiranza e una attualità formidabile persino per i tempi che viviamo, quasi 50 anni dopo, l’immagine di una donna capace di autodeterminarsi, libera, indipendente. Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità. Un’esposizione che ci trasporta, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati in Italia e in tutto il mondo.  L’esposizione resta visitabile gratuitamente al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste – Sala Sbisà, fino al 16 marzo, da giovedì a domenica dalle ore 10 alle 18. E arrivando a Trieste per il week end di San Valentino 2025 da venerdì 14 a domenica 16 febbraio, saranno molte e sorprendenti le iniziative che la città riserva ai visitatori. A cominciare dalla grande agorà affacciata sul mare che è simbolo di Trieste, la spettacolare Piazza Unità, nella quale sarà allestito un vero “giardino” di girandole a forma di cuore, set ideale per foto e video ricordo di tutti gli innamorati. Girandole che potranno anche essere acquistate contribuendo così a sostenere l’Associazione Endometriosi del Friuli Venezia Giulia. Sempre in Piazza Unità, una proiezione luminosa restituirà, a intermittenza, lo storico refrain dell’amore vissuto “Da Trieste in giù”. Percorrendo la città si potranno scoprire i caffè storici, che diventeranno sede di letture ispirate agli estratti romantici di molti classici internazionali della letteratura ispirati a Trieste, o composti in città da autori di ogni tempo. E in collaborazione con il Comune di Monrupino ci sarà una esposizione speciale degli abiti in mostra per la tradizione delle “nozze carsiche”, nel 2025 di ritorno. Un tuffo nel passato e nei riti dei piccoli centri del Carso, sull’altipiano triestino, nella seconda metà dell’800.  Una visita che si completa con il sopralluogo al Porto Vecchio di Trieste, un’area di particolare fascino diventata location d’elezione per tante produzioni cinematografiche: proprio in questo comprensorio è esposta a Trieste la selezione dalla collezione Carrà, un percorso immaginifico fra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola). A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci a Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico e dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l’impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia. Abiti di lustrini e paillette, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione tricolore così come Raffaella Carrà l’ha incarnata. —[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !

&nbsp

ILMONITO crede nella trasparenza e nell’onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l’opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] – Questo articolo è stato verificato dall’autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

You missed

CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.