intervista all’attrice Paola Tiziana Cruciani

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  06 febbraio 2025 09:58

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di CARLO MIGNOLLI

Un’icona del cinema italiano rivive sul palcoscenico grazie a Il Vedovo”, spettacolo teatrale tratto dal celebre film di Dino Risi. La commedia, diretta da Ennio Coltorti e prodotta da “Il Parioli Teatro”, andrà in scena, nella programmazione teatrale di Ama Calabria, il 7 febbraio al Teatro Comunale di Catanzaro e l’8 febbraio al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme alle ore 21:00, con due protagonisti d’eccezione: Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani.

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L’attrice romana, con la sua verve ironica e il suo talento naturale per la commedia, interpreterà il ruolo che fu di Franca Valeri, dando vita a Elvira Almiraghi, l’arguta e spietata moglie del commendatore Alberto Nardi. Un personaggio tagliente e raffinato, che con le sue battute pungenti e il suo carattere indomabile domina il marito, un industriale romano maldestro e pieno di debiti. Un rapporto di coppia esplosivo, che si muove tra cinismo e comicità, rendendo lo spettacolo un vero omaggio alla grande tradizione della commedia all’italiana.

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Paola Tiziana Cruciani, moglie del regista Paolo Virzì, recita sul grande schermo dai primi anni ‘80, recentemente a partecipato a film di successo come “Buongiorno Papà” di Edoardo Leo e “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. In televisione è stata presente in numerose fiction, tra cui Distretto di Polizia” e “Don Matteo 6”. Con la sua lunga esperienza tra cinema, teatro e televisione, l’attrice romana porta in scena una figura femminile complessa e affascinante, rendendo omaggio all’indimenticabile Franca Valeri. Cruciani si è raccontata in un’intervista, parlando della sua esperienza in questo ruolo, del confronto con un’icona del passato e dell’attualità di questa commedia senza tempo.

L’INTERVISTA

Parliamo del suo personaggio, Elvira, che nel film fu interpretato magistralmente da Franca Valeri. Com’è stato lavorare su questo ruolo per renderlo suo? Ha qualche ricordo personale dell’attrice milanese?

«Ennio Coltorti e Gianni Clementi hanno scritto un adattamento che mi calza a pennello. A differenza del film, che è ambientato a Milano, la nostra versione si svolge a Roma. Il mio personaggio è una romana, figlia di costruttori, piuttosto ignorante ma con l’ambizione di fingersi milanese e trasferirsi a Milano perché, come si dice, “a Milan se fanno i danè”. Così, pur parlando prevalentemente in romanesco, ogni tanto si sforza di esprimersi in milanese, e questa dinamica è molto divertente. Per quanto riguarda Franca Valeri, non ho mai pensato di imitarla, perché io sono un’attrice con un’identità completamente diversa. Semmai, la omaggio attraverso questo personaggio. Ho avuto il piacere di conoscerla: era una donna eccezionale, oltre che una grandissima attrice e umorista. Scriveva anche, cosa che faccio anch’io, quindi è stata per me una fonte di ispirazione nel corso della carriera».

C’è una scena dello spettacolo che ama particolarmente interpretare?

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«Sì, c’è sempre una scena preferita! In questo caso, è il momento in cui tutti mi credono morta e invece mi presento, suscitando lo stupore generale, in particolare di mio marito. Quando mi chiedono se sono un’amica della povera signora, io rispondo: “No, io sono la povera signora!”. È una battuta che mi diverte tantissimo. Ma in generale, ogni volta che sono sul palcoscenico mi diverto molto».

Cosa rende questa commedia ancora attuale?

«Le commedie che partono da una situazione tragica, come in questo caso il desiderio del marito che la moglie muoia per evitare problemi, sono sempre attuali. È proprio la tragedia che rende la situazione comica. E poi, quando si parla di soldi, il tema è sempre attuale!».

“Il Vedovo” è una commedia del 1959. Secondo lei, com’è cambiato il modo di fare commedia in Italia rispetto agli anni d’oro della commedia all’italiana?

«La commedia si aggiorna continuamente alla realtà, quindi è chiaro che è cambiata molto. E anche in questo adattamento abbiamo cercato di rinnovarla. Ultimamente noto un peggioramento, che dipende dal fatto che oggi ci si concentra su piccole dinamiche quotidiane, domestiche, e si trascurano i grandi temi. Questo, sicuramente, è un limite. Inoltre, per quanto riguarda la comicità, il fanatismo verso il politicamente corretto non aiuta. La comicità, per sua natura, è destabilizzante, non rassicurante. Se la comicità diventa rassicurante, non fa più ridere. Il re aveva il giullare che lo prendeva in giro, e non lo puniva per questo, anzi, lo pagava. Oggi, purtroppo, questa libertà si è persa».

Parlando del cast, com’è stato lavorare con Massimo Ghini?

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«Avevamo già avuto il piacere di lavorare insieme al cinema e quindi ci conoscevamo non solo come amici, ma anche come colleghi sul set. Questa, però, è la prima volta che siamo insieme sul palcoscenico, ed è davvero un piacere. Quando c’è intesa tra gli attori, tutto funziona meglio. Massimo, oltre a essere un grandissimo professionista e un bravissimo attore, è anche una persona molto piacevole. L’empatia conta parecchio in questo mestiere».

Lei ha una carriera ricca e variegata tra teatro, cinema e televisione. Quale di questi mondi le dà più soddisfazione?

«Io trovo soddisfazione in tutto quello che faccio, perché amo il mio mestiere e lo svolgo sempre con passione e piacere. Forse, quando sono in palcoscenico mi sento più a casa, ma non faccio una distinzione netta. La mia carriera è molto varia: ho fatto cinema, teatro, televisione, insegnamento, regia e scrittura. Sono abituata a spaziare tra linguaggi diversi e questa varietà mi arricchisce».

C’è un ruolo che non ha ancora interpretato e che sogna di portare in scena?

«Aspetto una sorpresa! Mi piace pensare che un ruolo inaspettato possa arrivare da un momento all’altro e sorprendermi. Sono aperta alle novità».



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