Lavoro Usa: Adp sopra attese, Fed attende i nonfarm payrolls

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Come di consueto, i dati americani sul mercato del lavoro di questa settimana (nonfarm payrolls e disoccupazione) sono tra i più attesi dagli investitori e dalla Fed per le loro implicazioni in termini economici e di politica monetaria. Le previsioni degli analisti segnalano un rallentamento delle nuove buste paga a gennaio e un tasso di disoccupazione stabile. Nel frattempo, il report Adp sui nuovi impieghi presso le aziende statunitensi ha mostrato una crescita oltre le attese, suggerendo una certa resilienza dell’occupazione nel settore privato, malgrado il clima di incertezza.

Le stime su nonfarm payrolls e disoccupazione

Secondo le stime raccolte da Bloomberg sul report del Bureau of Labor Statistics in programma venerdì, i nonfarm payrolls sono attesi in diminuzione a 170 mila, rispetto a 265 mila del mese precedente.

Il tasso di disoccupazione è previsto pari al 4,1%, in linea con il mese precedente. Dal punto di vista dei salari medi orari, il consensus indica un aumento dello 0,3% su base mensile e un +3,8% anno su anno, in rallentamento rispetto al 3,9% di dicembre.

Il Bureau of Labor Statistics pubblicherà anche le revisioni annuali del benchmark, che potrebbero determinare un taglio significativo dei nonfarm payrolls pubblicati in precedenza, segnalando un mercato del lavoro, nel 2024, più debole di quanto si sia ritenuto fino ad oggi.

Occupazione Adp sopra le attese a gennaio

Intanto, il report dell’ADP Research Institute sui nuovi occupati nel settore privato ha mostrato un aumento di 183 mila unità a gennaio, più delle 150 mila previste. La rilevazione di dicembre è stata rivista al rialzo da 122 a 176 mila.

La forte partenza del 2025 “maschera una dicotomia nel mercato del lavoro”, secondo Nela Richardson, capoeconomista dell’ADP. “I settori rivolti ai consumatori hanno guidato le assunzioni, mentre la crescita occupazionale è stata più debole nei servizi alle imprese e nella produzione”.

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Il dato suggerisce comunque una sana espansione dell’occupazione, malgrado i segnali di raffreddamento emersi dalle offerte di lavoro e dalla crescita salariale. I posti di lavoro vacanti negli Stati Uniti sono scesi a 7,6 milioni a dicembre, il minimo da tre mesi, con un rapporto tra offerte e lavoratori disoccupati stabile a 1,1 (era 2:1 nel 2022), anche se l’attendibilità del report Jolts è oggetto di discussione tra gli analisti.

Fed attenta a mercato del lavoro e mosse Trump

La Fed continua a monitorare gli sviluppi nel mercato del lavoro nell’ottica di valutare se, quando e quanto abbassare i tassi di interesse quest’anno. L’aumento del tasso di disoccupazione nell’ultima parte del 2024 ha contribuito alla decisione di tagliare il costo del denaro di 100 punti complessivi tra settembre e dicembre. Dopodiché, i funzionari hanno deciso di prendersi una pausa, vista l’inflazione ancora elevata e la solidità dell’economia a stelle e strisce. Inoltre, i responsabili attendono di valutare gli effetti delle politiche di Trump, soprattutto in ambito commerciale.

A tal proposito è intervenuta ieri Mary Daly della Fed di San Francisco, sottolineando che l’economia statunitense si trova in una buona posizione e che la banca centrale non ha bisogno di reagire rapidamente ai nuovi dazi. Trump ha annunciato tariffe del 25% contro Canada e Messico, poi congelate per almeno un mese, e dazi aggiuntivi del 10% contro la Cina a partire dal 10 febbraio. Pechino ha già promesso ritorsioni, anche se non è da escludere un negoziato.

“C’è molta incertezza, ma possiamo prenderci del tempo per osservare cosa sta arrivando, non dobbiamo essere preventivi”, ha affermato Mary Daly, aggiungendo di essere ancora a proprio agio con le proiezioni di dicembre, favorevoli ad un allentamento monetario di 50 punti base quest’anno.

Pertanto, è difficile che il dato di venerdì sui nonfarm payrolls possa cambiare significativamente le carte in tavola in vista delle prossime riunioni di marzo e maggio, in cui la Fed dovrebbe mantenere invariati i tassi, mentre un taglio di 25 bp a giugno o a luglio è più probabile e potrebbe consolidarsi con un mercato del lavoro particolarmente debole.



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