Tra gli affari finiti sotto i rifliettori nell’ultima indagine sul clan Mallardo c’è quella della struttura ‘Komodo eventi’, situata sulla Circumvallazione esterna. L’area dove sorge l’attività ha una lunga storia, che va dalla creazione al Parco Girabilandia, poi è subentata la società Made in Naples ed infine la Komodo eventi. Comune denominatore nel corso degli anni è l’interesse che la famiglia del boss Giuseppe dell’Aquila del clan Mallardo sul business. Infatti gli inquirenti contestano a Peppe o’ ciuccio, alla moglie Patrizia Giuliano e ad altri soggetti di intestazione fittizia di beni perchè al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, avrebbero dato corso a diverse operazioni di attribuzione fittizia delle quote della società “Komodo Eventi S.r.l.” a vari prestanome.
Inoltre Dell’Aquila avrebbe minacciato il proprietario della società Komodo Eventi a cedere le sue quote societarie pari al 50%, dietro un corrispettivo irrisorio. “I soldi te li do quando ho voglia sempre che te lo voglio dare” nonchè “tua figlia non sa ancora camminare, è
piccola, ha bisogno del padre”. Questa la frase che con cui fu minacciata la vittima dalla camorra dunque fu costretto a cedere lequote societarie e poi a rinunciare al pagamento del prezzo stabilito ad eccezione dei soli euro 15. 000 già incassati.
La storia del parco divertimenti
Era il 2007 quando l’area sulla Circumvallazione esterna veniva data in locazione alla società “Girabilandia S.r.l.”, che aprì i battenti poco dopo. Nel settembre 2011 la struttura fu posrta sotto sequestro preventivo con decreto emesso dal Tribunale di Napoli insieme a tutti i beni mobili, immobili ed alle disponibilità finanziarie della Società poiché ritenuta riconducibile a Dell’Aquila Giuseppe.
Il 14.10.2013, poiché il sequestro non aveva interessato i terreni e la struttura su cui
operava Girabilandia l’area veniva data in locazione alla società “Made in Naples 2013 S.r.l.”, che proseguiva la gestione del parco con l’insegna “Made in Naples”.
Nel marzo 2014 la società inaugurò il parco ma dopo una sola settimana, il
06.04.2014, l’intero complesso veniva sottoposto a sequestro, per mancanza di titoli
autorizzativi e violazioni urbanistiche, dal Comando Stazione Carabinieri di Qualiano.
Nel maggio 2019 il Tribunale di Napoli – VII Sezione Penale con sentenza nr. 5830/19
ha assolto tra gli altri Dell’Aquila Giuseppe, Imparato Massimo, Mattiello Assunta, Mattiello Gemma, Mattiello Gennaro, perché il fatto non sussiste riguardo ai fatti del 2011. La procura ha fatto Appello.
Contestualmente fu ordinato il dissequestro e la conseguente restituzione ai rispettivi aventi diritto dei beni e delle quote oggetto del provvedimento di sequestro preventivo emesso nel 2011
Nel 2019 venne registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di locazione stipulato dall società “Komodo Eventi S.r.l.” che ha dunque preso possesso dell’attività fino ad oggi.
L’interesse della camorra sulla struttura non è mai mancata. Infatti i magistrati sottolineano come “Dell’Aquila Giuseppe, Giuliano Patrizia, Abbate Andrea e Pirozzi Domenico, quali effettivi proprietari dell’immobile situato a Giugliano in Campania San Francesco a Patria n. 42, lo concedevano in locazione in data 1.7.2020 alla società “Komodo Eventi S.r.l.” dietro corrispettivo di un canone di locazione pari a 5. 000 mensili – di cui solo 2500 euro dichiarati nel contratto di locazione. Inoltre avrebbero dato l’attribuzione fittizia di alcune quote della “Komodo Eventi Sri”.
Le indagini hanno consentito di ricostruire l’iter burocratico relativo alla concessione delle autorizzazioni per il ripristino delle attività dell’attività nonché di rilevare gli interessi della criminalità organizzata giuglianese, che si è avvaleva degli ottimi rapporti esistenti tra Abbate Andrea e alcuni funzionari e assessori del Comune di Giugliano in Campania, tra cui il dirigente Frippa Filippo e l’assessore Di Napoli Giulio.
Secondo gli accertamenti dei magistrati della DDA è stata accertatala riconducibilità della reale proprietà dei terreni e della struttura (intestati formalmente ad un’altra persona), ad affiliati di vertice del clan Mallardo, nello specifico Pirozzi Domenico, quale reggente del sodalizio, Dell’Aquila Giuseppe detto “Peppe o ciuccio”, la moglie di quest’ultimo Giuliano Patrizia (già coinvolti con la società Girabilandia) e Abbate Andrea.
Dagli accertamenti è emerso che il complesso immobiliare fu poi dato il locazione dal prestanome dei Mallardo alla società “Komodo Eventi’ per 2500 euro come da contratto ma il titolare ne pagava altri 2500 in nero (totale dunque 5mila) direttamente ad Abbate Andrea (che a sua volta versava metà di questa quota a Giuliano Patrizia) o a Pirozzi Domenico (anche attraverso persone di sua fiducia).
La piena riconducibilità della proprietà dei beni ai tre affilati del clan Mallardo, emergeva
inequivocabilmente dalle attività investigative, attraverso vere e proprie ammissioni e
“confessioni” rilasciate in conversazioni ambientali degli indagati.
“La pretesa di Giuliano Patrizia sul complesso ha trovato parziale ma significativo riscontro anche nella circostanza che uno dei due soci di fatto della società Komodo Eventi è Di Girolamo Paolo, uomo di fiducia della famiglia Dell’Aquila”, scrivono gli inquirenti.
Riguardo ai proventi della società Komodo eventi, i magistrati sottoloneano che “seppur in presenza di una quota di società del 50% riconducile di fatto a Di Girolamo Paolo (attraverso i figli), uomo di fiducia di Dell’Aquila Giuseppe e Giuliano Patrizia e di alcune intercettazione dove si confermava il ruolo di fiduciario della famiglia Dell’Aquila ricoperto da Di Girolamo Paolo, “non sono stati raggiunti elementi di prova sufficienti per ritenere che anche l’utile prodotto dalla società – potesse confluire nella disponibilità dei citati affiliati del clan Maliardo”.
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