Scuola, tensione in Provincia alla fine della manifestazione

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Ci sono stati anche momenti di tensione nella giornata di oggi, giovedì 6 febbraio, alla fine della manifestazione promossa dagli studenti per denunciare le varie criticità riscontrate nelle scuole superiori. Un corteo al quale hanno partecipato in tutto oltre 400, tra ragazzi e ragazze, che si è concluso davanti al palazzo della Provincia. È qui che un un gruppo di partecipanti, rifiutando l’invito a far salire una delegazione, ha cercato di forzare l’ingresso laterale del palazzo provinciale. 

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Scarpellini: “La situazione ha rischiato di degenerare, alla fine c’è stato un dialogo costruttivo”

“Avevo detto ai ragazzi che avrei ricevuto una delegazione di studenti, proprio per facilitare l’ascolto e il confronto con loro, come sempre ho fatto, con assoluta disponibilità e trasparenza”,  ha sottolineato la presidente Scarpellini, scesa poi a parlare con un gruppo di ragazzi insieme alla vice presidente Eleonora Agostinelli, al consigliere Pietro Caruso e alla responsabile del servizio Reti Scolastiche, Anna Roselli. “C’è stata, invece, una forte chiusura, da parte di alcuni dei promotori, alla proposta di far salire un gruppo di rappresentanti e la situazione ha rischiato di degenerare. In questi anni ci sono state molte manifestazioni studentesche, alcune promosse anche dalla consulta degli studenti, e non ci siamo mai sottratti al confronto, anche difficile e acceso, con i ragazzi. La manifestazione di oggi – ha aggiunto -, di cui nessun mette in discussione la legittimità, è sembrata  percorsa più dalla volontà dei promotori di agitare le acque di una protesta confusa, che dalla ricerca di un dialogo costruttivo. Dialogo che, invece, si è sviluppato con un gruppo di studenti e studentesse che si è fermato fino alla fine per  discutere con noi sulle problematiche riguardanti le varie scuole, con i quali abbiamo concordato di attivare anche una continuità di confronto da sviluppare nelle prossime settimane”.

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Riguardo alle problematiche riscontrate Scarpellini ha aggiunto che “i problemi posti dagli studenti hanno aspetti di carattere generale, che sono ovviamente condivisibili e come Provincia lavoriamo ogni giorno per risolvere quello su cui abbiamo una competenza diretta, mentre ci sono questioni su cui non possiamo esercitare un reale potere di intervento. Non si tratta solo di mancanza di risorse, che è comunque uno dei nodi principali, ma della difficoltà di dover gestire problemi, come per esempio quello dell’assistenza educativa per gli studenti disabili, su quali non abbiamo voce in capitolo se non quella di fare da agenti contabili nel passaggio dei finanziamenti dallo Stato alle scuole. Nel confronto serrato che abbiamo avuto oggi con gli studenti – ha proseguito -, la Provincia non ha negato i ritardi e le problematiche sulla manutenzione scolastica, ma abbiamo sottolineato con chiarezza che lavorare con una carenza cronica di risorse e di personale non facilita una programmazione ottimale degli interventi. Ciò nonostante, continuo a non sentire levarsi una voce a difesa della riforma delle Province, né dalle  parti sociali, né dalla parte politica, per un riassetto istituzionale che restituisca a questi enti una reale agibilità di lavoro. Il disagio e la frustrazione che i ragazzi e le ragazze ci hanno manifestato oggi, sono anche i nostri e per questo perseguiremo ogni strada per sostenere il diritto degli studenti ad avere scuole sicure, inclusive e accoglienti”.

Gli studenti: “Abbiamo aspettato un’ora prima di avere un confronto. Per noi la formula di alcuni rappresentanti che salgono nell’ufficio non vale più”

“Dopo un’ora in cui abbiamo tentato di avere un confronto – hanno spiegato gli studenti tramite una nota pubblicata nel pomeriggio di giovedì – ci siamo visti chiudere porte in faccia e solo dopo un’ora la presidentessa della Provincia è scesa. Questo perché per noi la formula di alcuni rappresentati che salgono nell’ufficio non vale più, se la provincia vuole mantenere la bella facciata della disponibilità che vogliono far credere è il momento che parlino con tutti gli studenti arrabbiati che erano in piazza, e così è stato”.

Dal collettivo Scuola di Carta hanno poi sottolineato che “la presidentessa senza stupirci non ha dato nessuna risposta concreta, anzi è stata contestata da tutti gli studenti che ormai sono stanchi di ricevere promesse false o il cosiddetto ‘contentino’. Ma noi – hanno ribadito – non ci accontentiamo! La Provincia ha promesso che per i problemi che riguardano i bagni non funzionanti di molte scuole avrebbe mandato una comunicazione venerdì prossimo con un programma di una prossima ristrutturazione. Purtroppo è sempre così, ogni volta la provincia si attiva solo quando vede una mobilitazione del genere, ma mai tramite le varie sollecitazioni che vengono fatte dalle scuole quotidianamente. Ogni anno – hanno concluso – promettono che il prossimo anno ci saranno dei miglioramenti, ma l’unica cosa che va avanti sono progetti in cui la provincia investe ma che la scuola non vede mai, la stessa scuola che ad oggi cade ancora a pezzi”.



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