Giovedì il Senato francese ha approvato la legge di bilancio per il 2025, mettendo fine a oltre quattro mesi di lavori parlamentari, in cui ci sono stati diversi tentativi falliti di approvazione e la caduta di un governo. La legge, che programma il bilancio dello Stato (PLF) in ambiti come le spese dei ministeri e il prelievo fiscale, è stata approvata con 219 voti a 107 voti contrari: si trattava di un esito prevedibile dato che la coalizione di centrodestra che sostiene il primo ministro François Bayrou in Senato ha un’ampia maggioranza.
Per entrare in vigore la legge ha ora bisogno di un ultimo voto del Consiglio costituzionale, un organo che vigila sulla costituzionalità delle nuove leggi: anche in questo caso l’esito positivo del voto è abbastanza scontato. Negli ultimi mesi nessuna proposta di legge di bilancio era arrivata così vicina all’approvazione e da oltre un mese la Francia si trovava in esercizio provvisorio: non avendo approvato una legge di bilancio entro la fine del 2024, lo stato non poteva disporre nuove spese ma doveva limitarsi ad autorizzare solo le stesse fatte nell’anno precedente.
L’ostacolo principale all’approvazione della legge era invece l’Assemblea Nazionale, ossia la camera bassa del parlamento francese, dove il governo di Bayrou è sostenuto solo da una minoranza dei deputati. Dopo le elezioni anticipate della scorsa estate, il parlamento infatti è diviso in tre blocchi, di sinistra, di centro e di destra, nessuno dei quali ha la maggioranza dei seggi né grandi intenzioni di collaborare con gli altri.
Lunedì dopo settimane di negoziati Bayrou aveva forzato l’approvazione della legge di bilancio facendo ricorso al comma 3 dell’articolo 49 della Costituzione, che permette al primo ministro di approvare una legge in materia finanziaria senza passare da una votazione parlamentare, ma esponendosi a una mozione di sfiducia. Si tratta di uno strumento considerato politicamente poco opportuno, soprattutto dalla sinistra, ma utilizzato molte volte negli ultimi anni anche per approvare riforme importanti e molto impopolari, come quella delle pensioni. A dicembre il tentativo analogo dell’allora primo ministro Michel Barnier di forzare il passaggio della legge di bilancio attraverso l’articolo 49.3 aveva portato alla caduta del suo governo.
François Bayrou durante il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti, che poi non è stata approvata, il 5 febbraio 2025 (ANSA/EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON)
La legge di bilancio proposta da Barnier, un ex commissario europeo conservatore, era più austera di quella che è stata approvata oggi e per questo Barnier non era riuscito a ottenere un appoggio né dall’estrema destra del Rassemblement National, né dai vari partiti della coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare: in un voto eccezionale, a inizio dicembre i due schieramenti avevano votato insieme una mozione di sfiducia per deporre Barnier, appena tre mesi dopo la sua nomina. Al suo posto il presidente francese Emmanuel Macron aveva nominato François Bayrou, anche lui appartenente al centrodestra.
Nonostante non fosse partito bene, Bayrou ha avuto un atteggiamento più conciliante del suo predecessore, specialmente con il Partito Socialista, il partito più moderato del Nuovo Fronte Popolare. Sin dalla nomina di Bayrou i Socialisti si erano di fatto allontanati dagli altri partiti di sinistra e avevano avviato delle trattative con il governo su vari temi, ottenendo diverse concessioni in cambio della promessa di non votare a favore di un’eventuale mozione di sfiducia contro Bayrou.
Per esempio, Bayrou ha fissato il rapporto deficit PIL per il 2025 al 5,4 per cento, invece che al 5 per cento a cui mirava Barnier e ha soprattutto promesso ai Socialisti di «rimettere in cantiere» (e quindi modificare, anche se non è ancora chiaro quando o in che modo) la contestata riforma delle pensioni introdotta nel 2023.
– Leggi anche: C’è ancora la riforma delle pensioni al centro del dibattito politico in Francia
La scorsa settimana alcune dichiarazioni di Bayrou sull’immigrazione, molto vicine alla retorica dell’estrema destra, avevano portato il Partito Socialista a distanziarsi apertamente da lui, ma alla fine mercoledì i suoi parlamentari non hanno votato la mozione di sfiducia presentata dall’altro principale partito del Nuovo Fronte Popolare, la France Insoumise, il partito di sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon.
La France Insoumise aveva presentato la mozione dopo che Bayrou aveva forzato l’approvazione della legge di bilancio, nello stesso modo in cui a dicembre erano riusciti a sfiduciare Barnier: questa volta però la mozione non è passata, dato che oltre ai Socialisti non l’ha votata nemmeno il Rassemblement National.
La legge finanziaria per il 2025 approvata oggi è la più importante fra quelle che costituiscono il pacchetto delle leggi di bilancio per l’anno corrente, che avrebbe dovuto essere approvato entro la fine del 2024. Utilizzando l’articolo 49.3 lunedì Bayrou ha anche forzato l’approvazione dell’altra legge principale del pacchetto, ossia la legge sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS), che verrà votata separatamente.
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