L’81% degli italiani non ha mai sentito parlare di moda adattiva

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Zalando ha iniziato a investire sulla moda adattiva anni fa, nel 2022 le sue prime collezioni di moda adattiva e oggi ribadisce il suo impegno nei confronti di questo segmento di mercato. Concretamente, l’etailer proporrà nuovi prodotti e collezioni di moda adattiva, con una collezione di intimo adattivo in arrivo alla fine di quest’anno.

“Sia che una persona conviva con una disabilità o meno, la moda è un’espressione personale, attraverso lo stile, e ogni brand ha la propria estetica. Per questo motivo, vediamo Zalando come un facilitatore nell’industria della moda: le nostre private label agiscono come incubatori, in cui possiamo testare idee innovative e generare apprendimento su larga scala. E siamo molto entusiasti di condividere le nostre conoscenze con i nostri brand partner che si uniscono a noi nel nostro percorso verso la moda adattiva”, ha sottolineato a Milano, durante un incontro con la stampa, Eloisa Siclari, general manager di Zalando per Italia e Spagna.

Zalando ha lanciato nel 2022 le sue prime collezioni di moda adattiva

Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità una persona su sei (16%) al mondo convive con una disabilità significativa, ma l’industria della moda ancora non soddisfa adeguatamente le loro esigenze.

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L’etailer tedesco ha lanciato nel 2022 le sue prime collezioni di moda adattiva proponendo una selezione di articoli unici, abbigliamento, calzature e accessori, con un’attenzione alla funzionalità e al design: prodotti creati con l’obiettivo di essere accessibili a persone con disabilità permanenti o temporanee di vario tipo, come mobilità e destrezza ridotte, oltre a sensibilità sensoriale.

La piattaforma conta oggi collezioni di moda adattiva attraverso tutte le sue private label (Anna Field, Friboo, Even&Odd, Pier One, Yourturn e Zign), con diversi focus: moda in generale, moda sportiva, moda per bambini, calzature e accessori. Inoltre, Zalando ha ampliato la propria offerta di prodotti adattivi con articoli di altri brand che hanno fatto il loro ingresso nella moda adattiva come Tommy Hilfiger, Nike, Adidas, Skechers e JansSports. Uno degli obiettivi principali dell’azienda è infatti semplificare la ricerca di prodotti di moda adattiva che seguano le tendenze attuali.

“Stiamo affrontando un problema molto reale che le persone con disabilità vivono ogni giorno: riuscire a vestirsi con stile e con capi che si adattino alle loro esigenze. Attualmente, le opzioni che combinano entrambe le caratteristiche sono molto limitate e, inoltre, difficili da reperire. Le persone con disabilità preferiscono un abbigliamento che permetta loro di vestirsi autonomamente, per esempio con bottoni magnetici o cerniere nascoste. È molto apprezzato quando i capi sono semplici da indossare e da rimuovere, come, per esempio, scarpe che calzano facilmente. Anche gli elementi sensoriali degli articoli sono un fattore chiave, come pensare a capi senza cuciture o etichette facili da rimuovere. Infine, abbiamo notato che sia chi usa protesi sia chi si trova in sedia a rotelle ha esigenze di accessibilità molto specifiche, come maniche facili da aprire o capi accorciati solamente per la parte superiore del corpo”, ha aggiunto Siclari.

La moda è considerata il terzo campo meno inclusivo per persone con disabilità (24%)

Secondo la ricerca condotta per Zalando dall’istituto di ricerca YouGov, la moda è considerata il terzo campo meno inclusivo per persone con disabilità (24%), dietro a trasporti (50%) e urbanistica (44%).

Guardando nello specifico al campo della moda, emerge che più di 8 italiani su 10 (81%) non hanno mai sentito parlare di moda adattiva; questo rapporto scende leggermente se si analizzando le risposte di Gen Z e Millennial (rispettivamente 71% e 74%), dimostrando una maggiore visibilità della moda adattiva nelle coorti generazionali più giovani.

Sorprende il fatto che il 70% delle persone con disabilità non hanno mai sentito parlare di moda adattiva, il che sottolinea le sfide, ma anche le opportunità, dell’industria della moda. Ciononostante, oltre la metà dei rispondenti (59%) riesce ad associare la moda adattiva con la sua corretta definizione. Una maggiore consapevolezza è emersa in particolare tra le persone con disabilità tanto che, in questo caso, il 21% sarebbe stato anche in grado di menzionare esempi di aziende che offrono moda adattiva.

Secondo i rispondenti, poi, una collezione di moda adattiva dovrebbe avere innanzitutto delle descrizioni dei prodotti che evidenziano chiaramente l’aspetto adattivo dei capi (36%), ma anche una selezione ampia e variegata (20%), dei prezzi accessibili (19%) e dei testimonial autentici con esperienza diretta del prodotto (15%). Al contrario, i principali limiti allo sviluppo della moda adattiva, identificati dal campione, sono stati la poca consapevolezza dei brand (41%) e i costi elevati (38%).

Mentre ad oggi solo il 16% dei rispondenti pensa che vi siano stati degli sviluppi positivi nel campo della moda adattiva, quasi 4 persone su 10 (37%, dato che raggiunge il 40% tra le persone con disabilità e il 47% nella Gen Z) ritengono che l’industria del fashion dovrebbe fare di più, in particolare visto il fatto che secondo quasi il 60% degli italiani la moda adattiva potrebbe essere utile per tutte le fasce di età.

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La ricerca evidenzia tuttavia una fiducia diffusa in merito allo sviluppo futuro della moda adattiva tanto che quasi 6 rispondenti su 10 (58%) pensano che sempre più aziende nei prossimi anni proporranno capi di questa tipologia; il dato è ancora più positivo per i Millennial (67%) e per le persone con disabilità (69%).

In più, quasi la metà degli italiani (45%) ha affermato che sarebbe più propensa a scegliere un brand in base alla sua apertura verso la moda adattiva.

Per quanto riguarda il canale di acquisto della moda adattiva, il digitale, scelto dal 35% dei rispondenti come il preferito, viene particolarmente apprezzato per la possibilità di evitare negozi magari affollati e non sempre pienamente accessibili (26%)

I social media sono un utile strumento per sensibilizzare le persone sulla moda adattiva, seguiti dai media tradizionali e dalle collaborazioni con testimonial con disabilità. Al quarto posto figurano gli eventi e le sfilate dedicati alla moda adattiva . Per le persone con disabilità, tuttavia, sono gli eventi e le sfilate a rappresentare il canale più adatto (37% di preferenze) a cui seguono i social media (32%), i testimonial (31%) e i media tradizionali (28%).

Riepilogo

  • Zalando si impegna nella moda adattiva, lanciando nuove collezioni inclusive, tra cui una linea di intimo entro fine anno.
  • L’azienda mira a rendere la moda accessibile a persone con disabilità, offrendo capi funzionali e di design, con caratteristiche come bottoni magnetici e cerniere nascoste.
  • Nonostante la crescente consapevolezza, la ricerca evidenzia una scarsa conoscenza della moda adattiva in Italia, sottolineando l’importanza di campagne di sensibilizzazione e di un’offerta più ampia e accessibile.



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