Lavoro Usa: meno occupati ma mercato solido, tagli tassi Fed lontani

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Meno nuovi impieghi del previsto ma un tasso di disoccupazione in calo e salari sopra le attese. È questo il quadro che emerge dai dati di oggi sul mercato del lavoro, sotto esame della Fed in vista delle prossime riunioni di politica monetaria. I nonfarm payrolls di gennaio sono stati 143 mila, contro i 175 mila attesi, mentre il tasso di disoccupazione è calato al 4,0%. Tuttavia, le revisioni dei nuovi impieghi dei mesi scorsi segnalano un’occupazione ancora robusta. Ecco tutti i dettagli sui dati e le implicazioni in ottica di tassi Fed.

Nonfarm payrolls sotto attese, disoccupazione cala al 4,0%

A gennaio l’economia statunitense ha creato 143 mila nuovi posti di lavoro, meno dei 175 mila previsti dagli analisti, mentre il dato di dicembre è stato rivisto al rialzo da 256 a 307 mila unità.

Il tasso di disoccupazione è calato inaspettatamente al 4,0%, a fronte di una previsione stabile al 4,1% (secondo il consensus di Bloomberg).

Sul fronte dei salari medi orari emerge una crescita dello 0,5% rispetto al mese precedente (stima +0,3%) e del 4,1% nel confronto anno su anno, contro il 3,8% previsto. La rilevazione di dicembre è stata corretta al rialzo da 3,9% a 4,1%.

Forte revisione occupati di fine 2024 cambia lo scenario

Analizzando più in profondità i dati, la revisione annuale dei nonfarm payrolls mostra un incremento medio mensile di 166 mila unità, meno delle 186 mila inizialmente registrate.

Tuttavia, le rilevazioni di novembre e dicembre sono state corrette rispettivamente a 261 mila e 307 mila, valori che mostrano una robusta crescita dell’occupazione. Tenendo conto di queste revisioni, l’ulteriore incremento di gennaio, seppur moderato, segnala un mercato del lavoro solido, che continua ad alimentare l’economia senza contribuire alle pressioni inflazionistiche.

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Il dato sulla disoccupazione incorpora a sua volta delle revisioni, che riflettono nuove stime sulla popolazione; quindi, la lettura non è del tutto confrontabile con le rilevazioni precedenti.

Dati lavoro Usa rafforzano cautela Fed sui tassi

Nel complesso, il rapporto fortifica la posizione attendista della Fed sui tassi. Come segnalato dal presidente Powell e dagli altri funzionari, il mercato del lavoro è “abbastanza stabile” e per il momento non corre il rischio di raffreddarsi ulteriormente. Per contro, l’inflazione rimane momentaneamente al di sopra del target del 2% della Fed, come evidenziato dall’ultimo core Pce.

Pertanto, i responsabili di politica monetaria non hanno necessità di abbassare rapidamente il costo del denaro, dopo i tre tagli di fine 2024 che hanno prodotto un allentamento complessivo di 100 punti base. La prudenza è ulteriormente giustificata dalle incognite legate a Trump e alle sue politiche in tema di commercio, immigrazione, fisco e regolamentazione, che potrebbero avere ripercussioni sulla crescita e sui prezzi a livello globale (fattore che preoccupa anche diversi funzionari della Bce).

La reazione del mercato ai dati sul lavoro Usa

Il mercato ha accolto i dati con un po’ di volatilità. I future sugli indici azionari hanno registrato qualche oscillazione ma i listini hanno aperto sostanzialmente sulla parità, mentre i rendimenti nel mercato obbligazionario sono saliti di circa 5 punti base, con il decennale al 4,49% e il biennale al 4,26%.

Le previsioni sui tassi, implicite nei future sui Fed funds, segnalano un allentamento medio di circa 40 punti base nel 2025, quindi un taglio certo e una seconda riduzione piuttosto probabile, in discesa però rispetto ai 44 punti base rilevati ieri.

Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, i dati mostrano “un mercato del lavoro in buona salute. La forte revisione al rialzo dei nuovi impieghi dei mesi precedenti, la discesa del tasso di disoccupazione al 4% e la crescita dei salari molto forte sono cifre incoraggianti che spingono la Federal Reserve a mantenere i tassi di interesse sui livelli attuali e a non avere dubbi su potenziali tagli del costo del denaro”.

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