L’incidente nella tenuta della famiglia Rovagnati.Italiani aveva 30 anni e il comandante Massa ne aveva 59: accompagnavano l’imprenditore. L’ipotesi che la nebbia abbia costretto a un atterraggio d’emergenza o di un guasto
Si chiamavano Flavio Massa e Leonardo Italiani i due piloti dell’elicottero AgustaWestland AW109, precipitato mercoledì alle 19:20 nei prati del maniero di proprietà della famiglia Rovagnati, a Castelguelfo di Noceto, in provincia di Parma. Massa, comandante del velivolo, aveva 59 anni ed era di La Spezia, mentre il secondo pilota, Italiani, ne aveva 30 ed era originario di Sommo, un piccolo comune con poco più di mille abitanti alle porte di Pavia. Entrambi hanno perso la vita nello schianto. Massa e Italiani lavoravano entrambi per la Hoverfly Divisione Sam s.r.l con varie sedi operative in Italia e quartier generale a Pescara.
Flavio Massa e Leonardo Italiani morti con Lorenzo Rovagnati
Nell’incidente è morto anche Lorenzo Rovagnati, 42 anni, amministratore delegato dell’azienda di salumi celebre per il Gran Biscotto e uno degli eredi del fondatore Paolo. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause della tragedia.
L’incidente con l’elicottero a Parma
Non è ancora certo cosa abbia provocato l’incidente, ma al momento dello schianto sulla zona gravava una fitta nebbia. Non si esclude che i piloti, già in volo dopo il decollo, abbiano perso i punti di riferimento e tentato un atterraggio di emergenza. L’impatto è stato violentissimo. All’arrivo dei soccorsi del 118, i corpi di Massa, Italiani e Rovagnati erano intrappolati tra le lamiere del velivolo. I sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Le indagini per ricostruire l’incidente
La fuoriuscita di carburante ha reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per mettere in sicurezza l’area. Nel frattempo, la procura di Parma ha disposto il sequestro della scatola nera e dei piani di volo dell’elicottero. Oggi è atteso l’arrivo di un team di investigatori dell’Ansv.
Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, un errore del pilota dovuto alla scarsa visibilità causata dalla nebbia, ma non si esclude nemmeno un guasto meccanico al rotore di coda.
Il comandante Massa e il ricordo del cappellano
A ricordare il comandante Flavio Massa è don Fabrizio Martello, cappellano dell’Aviazione Civile dell’Aeroporto di Milano Linate e coordinatore nazionale della Pastorale dell’Aviazione Civile della Conferenza Episcopale Italiana. «Era un uomo appassionato del volo e profondamente dedito al volontariato», racconta il cappellano. «Faccio parte di un gruppo di radioamatori – racconta don Fabrizio – di cui faceva parte anche Flavio. Proprio ieri sera abbiamo saputo dell’incidente dell’elicottero avvenuto nella tenuta della famiglia Rovagnati. Ci siamo subito chiesti se Flavio fosse coinvolto». Quell’elicottero AgustaWestland AW109, nome in codice I-CPFL, veniva pilotato da un team di piloti che, a rotazione, si alternavano. «Ho sperato fino all’ultimo che non fosse così, tant’è che stamattina, intorno alle 8, gli ho inviato un messaggio con scritto “Hello”. Un messaggio al quale non ha mai risposto. Qualche ora dopo, purtroppo, ho appreso la triste notizia». Sulle cause della tragedia, aggiunge: «Non so cosa possa aver provocato l’incidente. Flavio era un pilota esperto, con alle spalle molte ore di volo e abilitato anche al volo notturno. L’anno scorso ci eravamo incontrati, e in quell’occasione era con il suo giovane copilota, Leonardo Italiani, che purtroppo ha perso la vita con lui nello schianto di Castelguelfo. Di Leonardo mi avevano colpito gli ideali e l’obiettivo che si era prefissato sin da giovanissimo: essere un pilota professionista. Entrambi hanno fatto dei sacrifici, e non solo in senso economico, per arrivare a conseguire le licenze».
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