l’impatti delle politiche immigrazionali di Trump su Geo Group e CoreCivic

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Il dibattito sulle strutture di detenzione per immigrati negli Stati Uniti entra in un nuovo capitolo, sollevato dalle drammatiche storie di maltrattamenti e violazioni dei diritti umani. Aziende come Geo Group e CoreCivic, che gestiscono centri di detenzione, vedono una crescita della domanda dei loro servizi grazie a politiche più severe in tema di immigrazione, ma la capacità di garantire condizioni dignitose per i detenuti rimane sotto accusa. In questo contesto, la vicenda di Dulce Atahuaman Carhuancho, una giovane immigrata peruviana, mette in luce seri interrogativi su come queste istituzioni siano gestite e sulla protezione dei diritti dei detenuti.

Il caso di Dulce Atahuaman Carhuancho

Dulce Atahuaman Carhuancho, una ventunenne originaria del Perù, ha vissuto un’esperienza terribile mentre si trovava nel South Louisiana Ice Processing Center , gestito da Geo Group. Dopo essere stata trasferita dalla sua detenzione in Arizona, a Carhuancho è stata diagnosticata un’emorragia cerebrale dai medici dell’Oschner Lafayette General Hospital. I suoi avvocati sostengono che le ferite e i lividi che presentava fossero il risultato di abusi subiti all’interno della struttura di detenzione.

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Dopo un mese di detenzione, Carhuancho è stata trasferita d’urgenza in ospedale, dove gli esami hanno rivelato segni di maltrattamenti. Nonostante la giovane donna sia sopravvissuta, le conseguenze a lungo termine sono devastanti. Ha ricevuto danni cerebrali, fatica a camminare senza assistenza e necessita aiuto per le attività quotidiane. Appena rientrata nella vita civile, Carhuancho non è in grado di ricordare il tempo trascorso nello SLIPC, creando un ulteriore strato di confusione e ansia per la sua famiglia.

In risposta alle accuse, i familiari di Carhuancho hanno avviato una causa contro Geo Group, denunciando un grave abbandono da parte dell’azienda nella protezione dei detenuti. L’azienda, dal canto suo, ha negato le accuse, affermando che le affermazioni dei Carhuancho sono infondate. Nonostante ci siano stati tentativi di ottenere rapporti investigativi e documenti, Geo ha fornito solo poche informazioni, lasciando gran parte degli interrogativi senza risposta.

Le accuse contro le strutture di detenzione

La denuncia della famiglia Carhuancho non è un caso isolato. Con l’aumento delle politiche migratorie sotto l’amministrazione Trump, sono emerse numerose accuse contro Geo Group e CoreCivic, le due principali aziende di gestione carceraria. Un’analisi condotta da Forbes su oltre 20 procedimenti legali ha rivelato gravi carenze nelle strutture, inclusi il sovraffollamento, la scarsità di personale e le condizioni generali di vita dei detenuti. Questi centri di detenzione sono accusati di violare diritti umani fondamentali e meccanismi di protezione.

Un rapporto dell’American Civil Liberties Union ha documentato un elevato numero di decessi avvenuti nelle strutture di detenzione, evidenziando che molte di queste morti avrebbero potuto essere evitate. In aggiunta, Geo Group ha ricevuto sanzioni in passato per mancanze nell’assistenza sanitaria, a seguito della morte di detenuti non adeguatamente curati. Le misure di sicurezza e le politiche sanitarie all’interno di queste strutture sono spesso criticate da associazioni e gruppi per i diritti umani, mettendo in discussione la capacità delle aziende di fornire un ambiente sicuro e dignitoso.

Il settore ha visto un aumento significativo di denunce e procedimenti legali, confermando un modello strutturale problematico all’interno delle carceri private, dove la profittabilità sembra prevalere sulle condizioni di vita umane. L’attenzione si sposta quindi su cosa queste aziende stiano facendo per garantire la sicurezza e la salute dei detenuti.

Implicazioni delle politiche migratorie di Trump

L’amministrazione Trump ha promesso una svolta radicale nelle politiche immigratorie, puntando a un rimpatrio di massa senza precedenti. Questo approccio ha riavviato il dibattito su come le strutture di detenzione si lauseranno di fronte a un afflusso massiccio di nuovi detenuti. L’aumento dei detenuti è un potenziò per aziende come Geo Group e CoreCivic, che con l’espansione delle loro operazioni mirano a massimizzare i profitti a spese della qualità dei servizi offerti.

Le autorità di regolamentazione e i difensori dei diritti umani avvertono che senza un’inversione delle attuali politiche, si assisterà a un’ulteriore indebolimento delle già precarie condizioni all’interno di questi centri di detenzione. La pressione si accumula su sistemi già sovraccarichi, con chiamate sempre più forti a riforme nel settore della detenzione privata. Le aziende, con l’aumento della domanda di posti letto, dovranno affrontare sfide significative per evitare il ripetersi di eventi tragici come quello accaduto a Carhuancho.

Le prospettive per il futuro delle carceri private

Mentre Geo Group e CoreCivic attuano strategie per espandere la loro influenza e rapporto con il governo, l’opinione pubblica e le associazioni per i diritti umani continuano a mettere in discussione l’etica delle carceri private. Le dichiarazioni di dirigenti delle aziende di detenzione confermano l’intento di capitalizzare sull’incremento delle detenzioni, ma ciò solleva interrogativi sul valore umano e sull’assistenza sanitaria.

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Alla luce delle attuali problematiche, un movimento verso alternative senza scopo di lucro per la gestione delle carceri potrebbe fornire un nuovo modello per garantire un trattamento più equo e degno per i detenuti. Le testimonianze di migranti e membri della famiglia Carhuancho sottolineano l’urgenza di cambiamenti nelle pratiche di detenzione. Nella continua evoluzione del panorama politico e giuridico, la speranza è che venga individuato un nuovo approccio più umano, che metta in primo piano i diritti e la dignità di tutti gli individui coinvolti.

Ultimo aggiornamento il 7 Febbraio 2025 da Laura Rossi





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