L’impresa delle mafie

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Si è tenuta la scorsa settimana, all’auditorium Cesare De Michelis dell’M9 – Museo del ‘900 di Mestre, la seconda edizione della rassegna “Mafie in Veneto – Presenza nell’economia e nell’ambiente”, organizzata, il 29, 30 e 31 gennaio, dalla Sezione regionale del Veneto dell’albo Gestori ambientali con Unioncamere Veneto, Libera: associazioni, nomi e numeri contro le mafie aps, e Comitato imprenditoria femminile della Cciaa Venezia Rovigo. La seconda delle tre giornate ha avuto come tema “Donna è Impresa – Attività economiche in presenza di mafia”, dedicata al tema dell’imprenditoria femminile e alle sfide che le donne affrontano in contesti economici influenzati dalla criminalità organizzata. In mattinata, Anna Maria Moressa, economista del Research Department di Intesa San Paolo, ha illustrato il valore economico e sociale dell’imprenditoria femminile. Nel suo intervento, Moressa ha evidenziato che, nel contesto di incertezze economiche globali, le imprese femminili si distinguono per la capacità di valorizzare il capitale umano attraverso iniziative come flessibilità oraria, formazione e smart working. Inoltre, secondo uno studio di Intesa San Paolo, le donne sono più presenti nei consigli di amministrazione delle imprese del Made in Italy e delle società Benefit, mostrando una maggiore attenzione a temi ambientali e sociali.

In seguito, Stefania Grasso, figlia di Vincenzo Grasso, imprenditore vittima della ’ndrangheta, ha offerto una testimonianza toccante sulla sua esperienza. Grasso ha raccontato la storia del padre, un uomo che trent’anni fa voleva fare impresa in una Calabria oppressa dalla criminalità organizzata. La sua narrazione ha sottolineato come il problema della mafia, inizialmente sottovalutato e percepito come fenomeno del Sud, oggi coinvolga anche il Veneto.

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Annabel Hernandez, giornalista e scrittrice messicana, ha presentato, nella rassegna “Mafie in Veneto”, una prospettiva internazionale con esempi di riscatto femminile in Messico

Annabel Hernandez, giornalista e scrittrice messicana, ha poi presentato una prospettiva internazionale con esempi di riscatto femminile in Messico.

Nel pomeriggio, il convegno è proseguito con una sessione dal forte impatto sociale, dal titolo “Storie di donne: il loro no alla mafia!”, dedicata alle donne che, nonostante le difficoltà, si oppongono alla cultura mafiosa. Moderata da don Giorgio De Checchi, referente nazionale di Libera per il progetto “Liberi di scegliere”, la sessione ha esplorato le dinamiche culturali e sociali che caratterizzano la criminalità organizzata e le modalità per contrastarla.

Enza Rando, senatrice e membro della Commissione parlamentare Antimafia, ha parlato del progetto “Liberi di scegliere”, che offre un percorso di speranza a giovani e donne intrappolati in contesti mafiosi. Ha ripercorso i diversi passaggi che hanno portato allo sviluppo del progetto: dalla sua nascita al procedimento parlamentare per la promulgazione di una legge che riconosca e disciplini tale opzione a tutela delle donne e figli di mafiosi che si vogliono affrancare dalla realtà di provenienza.

Un’interessante e dura esperienza è giunta dal Messico per voce di Sandra Odeth Gerardo Pérez, antropologa e ricercatrice, che ha riferito delle violenze in Messico e del saccheggio da parte delle economie criminali. Nella sua presentazione, Pérez ha evidenziato come la sparizione delle persone rappresenti una manifestazione delle dinamiche sociali, politiche ed economiche che definiscono lo stato messicano sottolineando, inoltre, il ruolo cruciale delle famiglie e dei collettivi che cercano i loro cari scomparsi, sfidando il terrore come forma di controllo sociale e restituendo umanità a coloro che sono stati considerati “usa e getta” dalle economie capitaliste.

La terza e ultima giornata ha avuto come focus la legalità ambientale e le bonifiche nei territori compromessi da attività inquinanti o criminali. Maurizio Pernice, già direttore generale del Ministero dell’Ambiente, ripercorrendo l’evoluzione della normativa in materia di bonifiche, ha approfondito le responsabilità in materia di danno ambientale, con particolare attenzione all’accertamento dell’autore del danno e alla figura del proprietario incolpevole.

Marianna Morabito, del team esperti dell’Ufficio del Commissario Unico alle Bonifiche, ha, poi, esaminato l’iter autorizzatorio per le bonifiche ambientali, una fase fondamentale per la riqualificazione di aree inquinate. Ha sottolineato come la gestione delle bonifiche richieda un coordinamento tra enti pubblici, privati e stakeholder locali, e messo in evidenza le opportunità offerte dal Pnrr per finanziare gli interventi di rigenerazione territoriale.

Roberto Pedron, esperto in bonifiche ambientali, ha, invece, presentato il caso di Tezze sul Brenta (Vicenza), dove è in corso la bonifica delle acque sotterranee contaminate da cromo esavalente. Pedron ha raccontato come le indagini e il progetto operativo di bonifica abbiano portato alla riqualificazione dell’area, con un esempio concreto di come la gestione corretta dei siti contaminati possa ridare valore al territorio.

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