Pablo Gonzalez Rivas, compagno di Johanna Nataly Quintanilla Valle, è stato fermato venerdì pomeriggio con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Una decisione che arriva dopo l’interrogatorio in procura dell’uomo, salvadoregno di 48 anni, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e del pubblico ministero Alessia Menegazzo. E men che meno ha dato indicazioni ai carabinieri della Omicidi sull’eventuale posizione del cadavere della sua connazionale. Tra gli elementi a suo carico, l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano un uomo uscire dalla casa con un pesante borsone: potrebbe contenere il corpo della vittima.
La scomparsa della babysitter Johanna Nataly Quintanilla Valle
Di Quintanilla, 40 anni, non si sa niente dal 24 gennaio. Era un venerdì e sono passate esattamente due settimane. In questo lasso di tempo sono emersi molti dubbi sulla dinamica di quello che si sperava potesse essere un allontanamento volontario. A cominciare dal fatto che il compagno, operaio specializzato in manutenzioni, ha denunciato la scomparsa ai carabinieri della stazione Musocco solo sette giorni dopo. E dopo che la dottoressa per cui Quintanilla lavorava aveva lanciato una prima segnalazione, preoccupata per l’assenza ingiustificata della babysitter dei suoi figli.
Johanna Quintanilla è scomparsa da diversi giorni: il primo appello delle amiche
I dubbi, inizialmente, avevano portato la Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, ad aprire un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti: escamotage tecnico per permettere agli investigatori del Nucleo investigativo dei carabinieri di fare il loro lavoro. Dubbi che, venerdì pomeriggio, si sono trasformati in qualcosa di più concreto con l’annuncio dell’iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere. L’indagine, in poche ore, si è poi evoluta in un fermo.
Le telecamere non riprendono la donna uscire di casa
A questo grosso dubbio iniziale, con l’avanzare delle indagini – coordinate dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, le stesse che hanno seguito la scomparsa di Giulia Tramontano (uccisa da Alessandro Impagnatiello) – se ne sono aggiunti via via altri. Per cominciare, il compagno della donna aveva raccontato che quella sera, nel monolocale che la coppia condivide in piazza Daino, quartiere Bicocca a Milano, lui era andato a dormire e, al risveglio, non aveva più trovato la compagna. Un punto che, stando agli ultimi rilievi, è stato smentito dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del condominio. Della donna non c’è traccia nei filmati, che avrebbero dovuto riprendere la sua uscita.
Gli ultimi messaggi con il cellulare prima di sparire
Anche le analisi dei movimenti bancari non hanno rivelato alcun movimento, e il cellulare della donna risulta spento da quella notte. Gonzalez aveva dichiarato ai giornalisti fuori da casa sua di essere andato a letto prendendo una pastiglia per il sonno e di non aver sentito uscire la donna. La quarantenne, aveva spiegato lui, era rimasta a chattare sul cellulare mentre lui guardava la tv. Poi, si era addormentato e al risveglio non l’aveva più trovata. Aggiungendo che per lui poteva trattarsi di un allontanamento volontario, dato che a casa mancava un trolley e alcuni vestiti invernali della donna. Per questo motivo, si è anche cercato di capire se il telefono fosse stato intercettato dalle celle telefoniche dell’area.
Nessuna violenza denunciata in precedenza: l’interrogatorio
Sulla vita della coppia, insieme da sei anni, non ci sono denunce pregresse per episodi di violenza domestica, e anche l’uomo non ha precedenti di alcun tipo. Nella sua denuncia di scomparsa Gonzalez aveva poi riferito che, nell’ultimo periodo, la quarantenne non era la solita persona, sembrava cambiata. Secondo l’uomo, faceva discorsi strani, parlava di morte e tristezza. Dubbi reali o semplicemente un modo per cercare di allontanare da sé i sospetti? I prossimi passi dell’indagine serviranno proprio a rispondere a questa domanda, ma intanto sabato il gip dovrà decidere se convalidare o meno il fermo, necessario per evitare l’inquinamento probatorio.
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