Unioni Comuni Montani, Berardinetti (Uncem): “Subito una legge per dare forza ai Comuni e ai servizi per i cittadini”

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Subito una legge sulle Unioni montane dei Comuni per rendere la normativa più efficace e aderente alle reali necessità dei territori. È questo l’appello che il direttivo dell’Uncem Abruzzo, guidato dal presidente Lorenzo Berardinetti, ha rivolto all’assessore regionale, Roberto Santangelo, nell’ambito di un incontro durante il quale sono state discusse le principali problematiche delle aree interne, con particolare attenzione alle esigenze dei territori. 

Complessivamente le Unioni dei Comuni in Abruzzo coinvolgono una popolazione totale di circa 263.000 abitanti, distribuiti in 81 comuni. Coprono circa il 20% della popolazione regionale e vanno a intervenire su quelle aree interne spesso carenti di servizi. Devono avere il “montano” nel loro nome, forma e sostanza: la montagna al centro come scrive l’articolo 44 della Costituzione. Unioni montane di Comuni che sono Comuni in dialogo e relazione con le aree urbane, con le città più attente a relazioni e sfide dei territori appenninici. Appennino che fa un passo avanti nella coesione, dalla Liguria alla Calabria. L’Abruzzo favorisca questo percorso di “corpo-appenninico”.

Durante il confronto con l’assessore sono state analizzate da parte del direttivo Uncem Abruzzo le criticità che riguardano le Unioni dei Comuni, concordando sulla necessità di una collaborazione per la stesura di una legge che possa rispondere concretamente alle esigenze dei territori montani e garantire certezze alle amministrazioni locali. Il lavoro insieme tra Comuni è complesso e va favorito con leggi ad hoc, strumentazione adeguata e formazione.

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Nel confronto è stata anche presa in esame la legge Calderoli sulla montagna, ritenuta un provvedimento cruciale per i Comuni montani. A tal proposito, il presidente Berardinetti ha avanzato proposte di miglioramento per rendere la normativa più efficace e aderente alle reali necessità dei territori.

“Le Unioni montane di Comuni rappresentano dei validi strumenti e soprattutto degli importanti punti di riferimento per amministratori e residenti delle aree appenniniche dell’Abruzzo”, ha affermato Berardinetti, “rappresentano una risorsa fondamentale per il nostro territorio, ma è necessario rafforzarle con una legge più strutturata e funzionale. Servono strumenti normativi e finanziari adeguati affinché queste realtà possano davvero garantire servizi efficienti ai cittadini e contrastare lo spopolamento delle aree interne.
Proponiamo innanzitutto un sistema di incentivi economici, con fondi dedicati alle Unioni montane che dimostrano di ottimizzare risorse e migliorare i servizi. Devono avere strumenti per creare sviluppo sociale ed economico. Siamo centrali in questo. È fondamentale anche una revisione delle competenze, affinché le Unioni possano gestire in modo unitario trasporti, sanità territoriale, scuole e sviluppo economico.

Chiediamo inoltre una semplificazione burocratica, eliminando vincoli amministrativi che rallentano i processi decisionali. Un altro punto essenziale è il potenziamento della digitalizzazione, con la creazione di sportelli unici per i cittadini e piattaforme comuni per la gestione dei servizi pubblici. Infine, è necessario un maggiore coinvolgimento dei sindaci e delle comunità locali, affinché le Unioni montane di Comuni diventino un vero strumento di coesione e crescita per l’Abruzzo. Uncem Abruzzo è pronta a collaborare con la Regione e il Governo per costruire un quadro normativo efficace, capace di rispondere alle reali esigenze dei territori”. 

Nell’incontro con l’assessore Santangelo sono state discusse diverse di queste proposte che potrebbero essere collocate all’interno di una più ampia normativa sulle Unioni dei Comuni. Nel dibattito, inoltre, si è parlato anche dei nuovi criteri guida per la destinazione delle risorse contenute nel Fondo nazionale per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit) e della green community che potrebbe avere un ruolo fondamentale per il futuro delle aree montane. Uncem, tramite Berardinetti e il vice presidente nazionale Luigi Fasciani, dal momento che il fondo non prevede stanziamenti per il settore sociale ha chiesto quantomeno di potenziare i servizi offerti alle famiglie come quelli relativi all’assistenza scolastica, al sostegno quotidiano delle persone disabili e delle persone più anziane che spesso si trovano a vivere sole con familiari a diversi chilometri di distanza.  

“La destinazione delle risorse del Fosmit deve essere orientata non solo alla crescita infrastrutturale, ma soprattutto al benessere delle comunità che vivono in queste zone, spesso caratterizzate da isolamento e carenza di servizi essenziali”, hanno concluso Berardinetti e Fasciani, “le famiglie che abitano nei piccoli comuni montani si trovano spesso in difficoltà nel gestire l’assistenza scolastica dei figli, il supporto ai disabili e la cura degli anziani. La distanza dai centri urbani e la scarsità di risorse disponibili aggravano la situazione, rendendo necessario un intervento strutturale che garantisca più servizi di prossimità. Investire nell’assistenza scolastica significa dare ai giovani la possibilità di restare nel proprio territorio senza dover affrontare lunghi spostamenti per accedere all’istruzione. Allo stesso tempo, il sostegno quotidiano alle persone fragili, come anziani e disabili, rappresenta un passo fondamentale per contrastare lo spopolamento e rafforzare la coesione sociale”.

Uncem Abruzzo ha dunque sollevato una questione centrale: “per rilanciare le aree montane non basta intervenire sulle infrastrutture, bisogna garantire servizi alla persona. Lo devono fare i Comuni insieme, non da soli. Questo è lo snodo politico-istituzionale. Solo così si potrà costruire un futuro sostenibile per chi vive in queste realtà, offrendo loro le stesse opportunità di chi risiede nei centri urbani”.



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