Verona, il Covid, i debiti e il contenzioso: la Provincia sfratta il centro sportivo

«È con la morte nel cuore che comunico che, purtroppo, per motivi indipendenti dalla nostra volontà e nonostante l’impegno a evitare ciò, il 10 febbraio il Centro Sportivo San Floriano dovrà rimettere le chiavi dell’immobile alla Provincia di Verona, ente proprietario, e cessare la propria attività». Punto di riferimento per gli atleti (e aspiranti tali) di San Pietro in Cariano e della Valpolicella, tra tre giorni il centro chiuderà i battenti, salutando generazioni intere di sportivi. «È inutile spiegarne i motivi, che sono comunque di carattere sostanzialmente economico, legati ad un contenzioso risalente dal periodo Covid, per il quale non si è trovato un accordo – si legge nell’email spedita urbi et orbi -. Dire che da parte di un ente che dichiara utili per 80 milioni di euro, il credito che vantava dalla scrivente società era determinante, sembra superfluo, e ridicolo, ma tant’è. Fermo restando che le ragioni sono tutte legittime». 

Gli affitti non pagati

Ad ammettere l’esistenza di un importo insoluto è Alessandro Boldo, da due anni e mezzo nel direttivo del centro, insieme a Gianluca Albertini e Angelo Tosi. «Quando ho rilevato le quote della vecchia società, ho ereditato il contenzioso, che era precedente al mio arrivo – spiega Boldo – ma speravo con tutto me stesso di farcela a far quadrare i conti».
Cinque campi in terra battuta e quattro in erba sintetica polivalenti (utilizzabili sia per il tennis che il calcio a 5), tutti al coperto durante la stagione invernale, a cui si aggiunge una piscina esterna di 25 metri e la vasca per i più piccoli. Un tesoro di possibilità che, purtroppo, verrà tolto alla comunità, per quattro anni di canone non pagato, pari a svariate decine di migliaia di euro. «La società che gestisce il centro non ha dato dimostrazione di avere i requisiti di sostenibilità economica dell’accordo e la garanzia dell’esecuzione delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria prevista dal contratto – fanno sapere dagli uffici della Provincia -. Stiamo cercando una soluzione per dare continuità al servizio nel più breve tempo possibile, ma dipende anche dallo stato del bene al momento della consegna». Il contratto di concessione, in base al bando, scadrebbe ad aprile 2026, «ma è stato recesso in anticipo – continua il direttore -, perché non abbiamo trovato un accordo con la Provincia durante la mediazione».

Progressivo logorio

Il primo pensiero da parte del Centro sportivo è sempre ai soci: «la nostra breve storia inizia nel 2022, siamo riusciti con impegno, senza lesinare forze o immissioni di denaro fresco, per quanto nelle possibilità della scrivente – continua la lunga mail di addio -, ma il canone d’affitto e la fatiscenza della struttura, che solo in parte si vede, anche per merito nostro, ma che c’è in maniera sostanziale, ci ha posto sempre nell’emergenza per tapparne i buchi e da allora siamo arrivati sino ad oggi. Sicuramente, con colpe, ma sereni in tutto quello che abbiamo cercato di fare per il bene del Centro e di voi meravigliosi clienti». Fioccano, in queste ore, le telefonate per avere spiegazioni e rimborsi per i pacchetti di lezioni già acquistate. «Sono della zona e sono legato a questo centro da quando, da piccolo, venivo qui a giocare a calcetto o a nuotare in piscina – conclude Boldo – credevo di riuscire a risollevarne le sorti. Purtroppo non è stato così».

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