Un fenomeno in netta crescita, soprattutto a Napoli, dove a fronte di richieste di pizzo da parte della criminalità organizzata regna invece l’omertà nel denunciare questi casi. E’ quanto emerge nel report annuale pubblicato dall’associazione antimafia Libera. Dall’analisi emerge che i fenomeni dell’usura e delle estorsioni continuano a essere delle vere e proprie spine nel fianco per il tessuto economico, politico e sociale del nostro Paese.
Le indagini di Libera
I numeri sul fenomeno racket si trovano all’interno del dossier “Linea Libera. Estorsione, usura e corruzione. Conoscere per contrastarle“, frutto della promozione sociale e culturale del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino e dell’importante contributo offerto dal Fondo di Beneficenza della Banca Intesa Sanpaolo. Le statistiche divulgate offrono un accurato bilancio delle indagini condotte a ben 412 operatori economici nelle città di Torino, Firenze e Napoli. Così, al termine di una serie di inchieste svolte “su strada”, gli intervistatori hanno ottenuto svariati commenti e pareri di un totale di 1356 operatori economici.
Le analisi
In particolare, gli studi si sono concentrati sui numerosi reati di estorsione, usura e corruzione che hanno messo in ginocchio numerose attività commerciali, economiche e imprenditoriali, da Nord a Sud. Infatti, attraverso delle analisi e della valutazioni organiche e analitiche riferite ai tre contesti sociali ed economici esaminati, i campioni rilevano che, purtroppo, la paura regna sovrana. Gli studi mostrano, infatti, come cinque operatori economici su dieci si rifiutano di denunciare le minacce e gli illeciti di cui osservano e vivono gli effetti sulla propria pelle, a causa principalmente del timore di possibili vendette e rivalse, a livello personale o addirittura familiare.
Le estorsioni
Il fenomeno delle estorsioni – comunemente noto come il fenomeno del “pizzo” – risulta essere piuttosto diffuso nelle tre città teatro delle interviste. Ma se da una parte i parametri individuano delle significative affinità tra i tre contesti oggetto degli studi, dall’altra è bene sottolineare le peculiarità di ogni singola realtà territoriale. Infatti, se pensiamo al capoluogo campano, alla domanda se esista un reale problema di pizzo, in linea con ogni eventuale aspettativa il 44,3% dei rispondenti ha individuato la problematica come “abbastanza” seria. Accanto a questo dato, si rileva un 9,28% che lo identifica come “molto” grave. Nel frattempo, i capoluoghi piemontese e toscano restituiscono un quadro decisamente meno preoccupante: rispettivamente, il 17,89% e il 16,84% giudica il fenomeno “abbastanza” diffuso”, accanto all’1,83% e al 2,11% che lo ritiene “molto” importante.
Inoltre, molto interessanti risultano essere gli studi in merito ai modi in cui il pizzo viene imposto. Sembra infatti che la richiesta di denaro sia da considerarsi la forma più comune. Le percentuali rilevate nelle tre città appaiono piuttosto simili tra loro: si parla di un 45,65% a Napoli, accanto ad un 53,19% a Firenze e ad un 51,83% a Torino.
I dati sulla città di Napoli
Ma, nell’ambito di singole e dettagliate ricerche condotte a livello particolare, emerge che a Napoli vengono messe in campo anche diverse altre forme di intimazione, tra cui l’ingiunzione di forniture di macchinari o servizi (23,9%) e il dovere di fornire in maniera gratuita prodotti o servizi (6,52%). Accanto a ciò, il dato di Libera che salta agli occhi più di tutti nell’ambito della realtà partenopea riguarda la percentuale di intervistati che conoscono o hanno conosciuto persone soggette al pagamento delle estorsioni e del pizzo. Si registra infatti una percentuale pari al 24,74%. Si tratta di un dato estremamente elevato, soprattutto se comparato al 5,96% accertato a Torino e al 4,12% rilevato a Firenze. La specificità di questi studi di Libera consiste proprio nella rilevazione della grande capillarità e dell’estrema imperatività del fenomeno. Si trattano di elementi che costituiscono un grande campanello d’allarme per le istituzioni politiche locali, regionali e nazionali.
Inoltre, altro dato impressionante riguarda la percentuale di intervistati, indipendentemente dalla città, totalmente ignari delle misure di tutela e dei vantaggi finanziari previsti dallo Stato a favore di chi sporge denunce di richieste di pizzo. Infatti, a Napoli il 72,33% degli interpellati ha asserito “No”, affiancato da un 74,77% a Torino e da un 75,26% a Firenze.
La sfiducia nelle istituzioni a Napoli
Inoltre non è da sottovalutare anche la notevole complessità della struttura sociale, economica e politica che contraddistingue la città di Napoli. Qui, il fenomeno della criminalità organizzata affonda le proprie radici nella storia. Inoltre, costituisce un vero e proprio macigno per l’attività di migliaia di piccoli, medi e grandi commercianti e imprenditori. A questo, poi, si aggiunge anche un’antica e progressiva diffidenza, unita a un certo scetticismo, nei confronti delle Istituzioni. Ed è proprio a partire da queste evidenze che si origina un sistema estremamente debole e precario, specialmente nel Mezzogiorno. Sistema che a tutti gli effetti si rivela incapace di fornire aiuti concreti a favore delle tante vittime di estorsioni.
I dati sull’usura
Ma quello del pizzo non è l’unico fenomeno ad essere stato esaminato dall’indagine divulgata da Libera. Infatti, non meno rilevante risulta essere anche l’usura. Questa, nonostante sia denunciata in misura minore rispetto ai casi di estorsioni, presenta dei connotati molto più agghiaccianti. Inoltre, c’è da considerare che è decisamente più diffusa e radicata nel nostro Paese.
Si osservi come a Napoli l’usura venga definita “abbastanza” diffusa dal 40,21% degli intervistati, e come venga invece ritenuta “molto” presente dal 16,49% dei rispondenti. A Torino e Firenze rispettivamente il 30% e il 20% ritengono il fenomeno “abbastanza” presente. Contrastanti sono le percentuali di torinesi e di fiorentini che identificano il problema “molto” serio – in ordine il 3,21% e l’1%. Inoltre, molto significativi sono anche i numeri di coloro i quali hanno affermato di conoscere direttamente le persone intrappolate nelle maglie di questa attività illecita. A Napoli si registra una percentuale pari al 29,90%. Questa risulta essere di gran lunga superiore se paragonata al 10,55% e all’11,34% rilevati a Torino e a Firenze.
Dall’analisi di Libera di queste statistiche è necessario porre l’attenzione sul clima di generale omertà che distingue le condizioni delle vittime di usura. Questa situazione è riconducibile in linea generale alle medesime cause che riguardano il fenomeno del pizzo. Infatti, si individua la stessa paura di possibili ritorsioni personali e familiari, descritta da circa il 54,61% degli intervistati.
Questo “panico generalizzato” si coniuga alla mancata conoscenza dell’assistenza legale e degli aiuti, anche economici, che lo Stato prevede per le vittime di racket. Addirittura il 75,69% di torinesi ed il 74,23% dei fiorentini non conoscono le garanzie di cui avrebbero diritto. A Napoli il dato si assesta sul 67,01%. Dunque le risposte del capoluogo partenopeo sono leggermente più rincuoranti, ma non da meno preoccupanti rispetto alle altre due città prese in esame. Invece in risposta alla domanda se si è mai stati vittima di usura, sorgono maggiori perplessità. A Napoli si rileva un 5,15% di risposte affermative, che si somma allo 0% a Firenze e all’1,83% a Torino. Dunque complessivamente solo il 2,18% degli intervistati complessivi dichiara di aver subito usura.
I dati diffusi dal Prefetto di Napoli Michele di Bari
Molto interessante risulta anche essere il bilancio 2024 sul fenomeno estorsivo diffuso pochi giorni fa dal Prefetto di Napoli Michele di Bari. Mentre i dati sugli omicidi e le rapine sono in netta diminuzione, rispettivamente del 9% e 17%, invece è molto preoccupante quello relativo al fenomeno delle estorsioni, unico dato a salire. Infatti si registra un aumento del 6% dei reati legati al racket. “Il segno più sulle estorsioni va letto invece come una maggiore tendenza a denunciare” – ha dichiarato il Prefetto di Bari. “Napoli offre la possibilità di confrontarsi con la straordinarietà della quotidianità e nessuno può tirarsi indietro rispetto ad una sfida nella quale grande è l’impegno degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine. Questa è una città che ha bisogno di gente che la prenda a cuore“, ha concluso il prefetto di Napoli.
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