Sono accusati di avere scalato, in alcuni casi quasi azzerato, i chilometri delle auto vendendole ad ignari acquirenti a prezzi maggiorati, rispetto al reale valore di mercato. Una delle vetture, ad esempio, revisionata nel 2019 con ben 466.129 chilometri è stata riportata, nel 2020, ad una percorrenza di soli 166.222 chilometri. Ma sono accusati anche di avere falsificato certificati di revisione.
La Procura di Agrigento ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e si appresta a mandare a processo 16 persone, alcune delle quali, erano state raggiunte da una misura cautelare la scorsa estate. I reati contestati sono di associazione a delinquere, falso, truffa, trasferimento fraudolento di valori, frode nell’esercizio del commercio e autoriciclaggio.
Sotto inchiesta titolari di autorivendite di auto e officine oltre a intermediari per la vendita, collaboratori delle societa’ e prestanome. Quattro le societa’ al centro dell’inchiesta. Le autovetture, a insaputa degli acquirenti, venivano “ringiovanite” scalando il chilometraggio anche di centinaia di migliaia di chilometri, sottoposte e false revisioni e vendute a un prezzo superiore
Le indagini sono state condotte sul campo dal personale della Guardia di finanza del Comando provinciale di Agrigento, su richiesta della locale Procura della Repubblica. La decurtazione dei chilometri aveva come effetto finale quello di fare lievitare il prezzo di vendita degli autoveicoli, ceduti ai clienti per un corrispettivo complessivo di oltre 700 mila euro. Accertata la manomissione di circa cento mezzi. Il sodalizio avrebbe poi reinvestito l’illecito profitto attraverso plurimi episodi di autoriciclaggio.
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