Entro giugno 2026 interventi su fognature, caditoie e per un Savio più sicuro: “Gli alberi tagliati? Ricresceranno”

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Nella sala del quartiere Oltresavio, insieme a sindaco e vicesindaco e ai rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, si è fatto il punto sugli interventi in essere e da progettare relativi alla sicurezza idrogeologica del centro di Cesena e zone limitrofe al Savio dopo l’alluvione del maggio 2023.

“Da qui a 18 mesi verranno completati vari interventi sia dal Comune che dall’Agenzia Regionale – ha spiegato il sindaco Lattuca – tutti finalizzati alla messa in sicurezza e miglioramento del fiume Savio. Si trattano di interventi di due tipi di ordine: uno di competenza comunale che riguardano le reti fognarie, il miglioramento del funzionamento di idrovore e caditoie: lavori importanti soprattutto per gli effetti delle piogge intense, le classiche bombe d’acqua. L’altro riguarda gli interventi lungo l’asta del fiume Savio per ridurre gli effetti delle piene e quindi le alluvioni”.

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I vari progetti sono tutti finanziati con Pnrr, e devono essere terminati, con collaudo e rendicontazione delle spese, entro giugno del 2026. Quindi, considerando i tempi di progettazione e della burocrazia, è una corsa contro il tempo ma che il Comune di Cesena sta cercando di correre nel miglior modo possibile. “Purtroppo non tutte le frane sono state messe a posto – ha aggiunto il sindaco, parlando anche degli altri effetti del dissesto idrogeologico – Per esempio, quella di Santa Lucia, è ancora gestita con un bypass temporaneo perchè non è stata ancora finanziata. Ma anche in questo caso ci stiamo lavorando”.

Da un’analisi condotta dagli esperti, la sicurezza idrogeologica del territorio si impernia su tre interventi: il primo è realizzare spazi, casse di espansione a monte della città, spazio per incamerare acque, il secondo è velocizzare lo scorrimento dell’acqua nei centri abitati (da ponte vecchio a ponte ferrovia) anche se questo può comportare che il rischio di allagamento si sposti più a valle.

A che punto sono gli interventi comunali

Per ora è in corso il progetto che mira a migliorare la rete fognaria con il rifacimento delle caditoie o l’allargamento delle bocche di caduta dell’acqua in via Giarabub e via Machiavelli. Lavori che verranno completati nel giro di un mese. Vanno aggiunti due interventi in via Biella (nel Dismano) e in via Fornasaccia (nel Ravennate). Anche questi verranno portati a compimento nell’arco di due mesi. Le caditoie prese in considerazione sono 472, si interviene sul 72% adeguando le bocche di caduta o rifacendole, mentre nelle rimanenti si interviene sul tappo di espansione per migliora il deflusso delle accque. Inoltre si stanno verificando le valvole degli scarichi sul Savio.

Interventi dell’Agenzia Regionale

“Gli interventi più importanti riguardano le casse di espansione previste nelle aree estrattive – ha spiegato Sara Vannoni, ingegnere responsabile dell’Ufficio Sicurezza territoriale e Protezione civile Forlì-Cesena –  Quella del Mulino, che può raccogliere 300 mila metri cubi di acqua, è terminata. Quella della Palazzina, che raccoglie 600 mila metri cubi di acqua, è in via di conclusione. E quella di Ca’ Bianchi, che raccoglie 650 mila metri cubi ma con un ulteriore intervento può raggiungere anche 800 mila metri cubi, è in via di realizzazione”.

Proprio su quest’ultimo intervento a Ca’ Bianchi, dal pubblico si è alzata qualche lamentela per il taglio, ritenuto eccessivo e immotivato, della ricca vegetazione che faceva da polmone verde e oasi per le uscite ecologiche delle scolaresche.

Alberi che, però – hanno puntualizzato gli esperti – sono stati tagliati mantenendo le radici e quindi tra qualche anno ricresceranno in un ambiente rinnovato e più pulito.

Un altro tipo di interventi riguarda l’abbassamento delle golene nel letto del fiume per far aumentare la capacità del letto del Savio. A breve inizierà l’intervento in corrispondenza dell’Ippodromo. Sono lavori che vanno fatti ogni 20/30 anni e che proprio per il fatto che il fiume è un elemento che vive non possono avere un carattere definitivo. Le quote verranno abbassate di 50 centimetri che si traduce nel portar via 75 mila metri cubi di terreno (ovvero 3/4 mila camion di terra). Questo intervento dovrebbe abbassare il livello dell’acqua in caso di piena del fiume dai 20 ai 50 centimetri.

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Saldo e stralcio

 

Ultimo tema affrontato è quello del lago di Quarto. Sarebbe bello poter intervenire ma, come spiega il sindaco, è necessario fare una valutazione del costo e beneficio. Il lago di Quarto ha il 30% di acqua a monte e il resto, il 70% sotto di sè. Quindi, in rapporto alle alluvioni, intercetta e interviene su una quantità di acqua non così importante. Spendere molti soldi per fare interventi che poi avrebbero un effetto non così efficace potrebbe non essere una scelta intelligente. “E comunque – conclude il sindaco – è nostra consuetudine affidarci a esperti: ingegneri e tecnici che studiano l’idrogeologia e come fluisce l’acqua. Quando si discute al bar vanno bene tutte le opinioni, quando bisogna realizzare progetti è un’altra cosa”.



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