Miglioramenti Spesa Pubblica: Come l’Italia si Riprende dai Guai Post-Covid!

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Nel contesto degli aggiornamenti trimestrali dei settori istituzionali, l’Istat ha diffuso i dati sul Conto delle Amministrazioni Pubbliche per il terzo trimestre del 2024, insieme alle statistiche riguardanti i conti delle famiglie e delle imprese. Questi settori sono sempre di grande interesse e, in questa occasione, metteremo in primo piano l’analisi dei conti pubblici, poiché cominciano a mostrare segnali di un significativo cambiamento di rotta rispetto alle tendenze ereditate dal periodo Covid. Infatti, la spesa pubblica, in precedenza in continua crescita e apparentemente inarrestabile anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, non è stata bilanciata da un incremento equivalente delle entrate, generando così deficit sostanziali. Questi deficit si riflettono non solo nel saldo complessivo dei conti pubblici, ossia l’indebitamento dello Stato, ma hanno anche influenzato negativamente saldi specifici che precedentemente erano positivi, come il saldo primario (che esclude le spese per gli interessi sul debito pubblico) e il saldo corrente (che esclude sia le entrate che le spese in conto capitale).



È importante sottolineare che i dati relativi alle Amministrazioni Pubbliche sono presentati in forma grezza, non stagionalizzata, in quanto non seguono un modello stagionale regolare. Pertanto, è necessario interpretarli con cautela quando si riferiscono a un trimestre specifico. Tuttavia, un metodo efficace per superare la questione della stagionalità è quello di considerare i dati cumulativi di un anno mobile composto da quattro trimestri; quindi, avendo ora i dati del III trimestre del 2024, possiamo sommare i dati a partire dal IV trimestre del 2023 per ottenere un quadro completo dell’anno.

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Dopo questa necessaria premessa, possiamo osservare che i numeri di questo trimestre mostrano dei risultati positivi notevoli:

– Nel terzo trimestre del 2024, l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche, quindi il deficit complessivo del settore pubblico, è stato pari al -2,3% del PIL, segnando un miglioramento di quattro punti percentuali rispetto al -6,3% dello stesso trimestre del 2023. Questo è il primo calo sotto la soglia del 3% di Maastricht da quando il Covid ha fatto la sua comparsa all’inizio del 2020, cinque anni fa.

– Il saldo primario delle Amministrazioni Pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul PIL dell’1,7%, migliorando rispetto all’1,2% del secondo trimestre. Era invece negativo e pari a -2,8% nel terzo trimestre del 2023. Il miglioramento su base annua è stato di quattro punti e mezzo percentuali.



– Anche il saldo corrente delle Amministrazioni Pubbliche è risultato positivo, con un’incidenza sul PIL dell’1,9%, migliorando rispetto all’1,6% del terzo trimestre 2023.

Nel medesimo trimestre, la spesa pubblica complessiva è stata pari al 47,1% del PIL, in diminuzione di tre punti e mezzo rispetto al 50,7% dello stesso trimestre del 2023, mentre le entrate pubbliche complessive sono aumentate dal 44,4% al 44,9% del PIL. All’interno di queste, la pressione fiscale è cresciuta dal 39,7% al 40,5%, registrando un incremento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I dati di questo singolo trimestre, come già precisato, devono essere interpretati con cautela a causa della possibile non regolarità stagionale. Tuttavia, analizzando i dati raccolti su un anno mobile di quattro trimestri, troviamo una conferma più solida delle dinamiche positive in atto. Per questo è utile riprendere l’andamento dal principio dell’emergenza Covid, come mostrato nel Grafico 1.

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Grafico 1 – Entrate e uscite totali delle Amministrazioni Pubbliche (miliardi di euro nell’anno terminante nel trimestre indicato)

Il 2019 si era chiuso con entrate totali per 847 miliardi, uscite totali per 874 miliardi e un disavanzo totale di soli 26 miliardi. Il Covid ha portato a un massimo di 176 miliardi di disavanzo nei quattro trimestri che terminano nel primo trimestre del 2021, a causa di un aumento della spesa di 100 miliardi esatti e di una riduzione delle entrate di ulteriori 50 miliardi. Successivamente, il calo delle entrate è stato rapidamente recuperato, mentre la spesa pubblica ha continuato a crescere alla stessa velocità del periodo Covid, superando all’inizio del 2023 i 1.100 miliardi.

Durante il triennio 2021-23, spesa pubblica e entrate sono cresciute alla stessa velocità, quindi il disavanzo non ha visto miglioramenti significativi e ancora alla fine del 2023 si attestava su base annua sopra i 150 miliardi. Solo negli ultimi tre trimestri è diminuito rapidamente, stabilizzandosi nello scorso terzo trimestre a 111 miliardi su base annua, grazie alla stabilizzazione della spesa pubblica complessiva, rimasta invariata nell’ultimo anno, e a un aumento delle entrate di 44 miliardi.

Grafico 2 – Indebitamento netto e saldo primario delle Amministrazioni Pubbliche (miliardi di euro nell’anno terminante nel trimestre indicato)

Nel Grafico 2, oltre all’indebitamento, è mostrato anche il saldo primario, che anch’esso evidenzia un rapido miglioramento negli ultimi tre trimestri, passando da -75 miliardi di fine 2023 a -26 miliardi nel terzo trimestre del 2024, con un miglioramento di quasi 50 miliardi. Tra i due saldi, si notano gli effetti della spesa per gli interessi sul debito, che, pari a 60 miliardi nell’anno 2019 precedente al Covid, è cresciuta progressivamente dopo il Covid dal 2022, superando gli 85 miliardi nell’ultimo anno, a causa sia dell’aumento dello stock del debito che del suo costo medio.

Non possiamo quindi affermare che la situazione finanziaria pubblica sia già completamente sotto controllo, ma le analisi fin qui discusse suggeriscono che potrebbe esserlo in futuro, continuando con le politiche prudenti e virtuose adottate fino ad ora. Nella prossima puntata esamineremo come è cambiata la spesa pubblica e come sono cambiate le entrate dopo il Covid.

(1 – continua)

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