Cronistoria del ricatto: salvataggi, rilasci, uccisioni e la disumana trattativa imposta dai terroristi palestinesi – Israele.net

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Da oltre 15 mesi, in aperta violazione di ogni norma etica e giuridica, sono trattenuti a Gaza 98 ostaggi (solo in parte ancora vivi): israeliani e stranieri, civili e soldati, uomini, donne, anziani e due bambini piccoli

7 ottobre 2023: il rapimento di Shiri Bibas con i figli Ariel e Kfir (elaborazione grafica di Shira Pasternak Be’eri)

Mentre si accavallano notizie circa un imminente accordo per la liberazione di ostaggi israeliani nelle mani dei terroristi palestinesi a Gaza, in cambio di una tregua e della scarcerazione di detenuti palestinesi per reati contro la sicurezza, riepiloghiamo le tappe principali della vicenda.

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Al momento si stima che vi siano ancora nella striscia di Gaza 98 dei 251 ostaggi rapiti dai terroristi palestinesi il 7 ottobre, compresi i corpi di almeno 34 morti accertati. Tra loro figurano cittadini israeliani e stranieri, civili e militari, uomini, donne, anziani e due bambini piccoli.

Hamas tiene anche in ostaggio due civili israeliani (con disturbi mentali) entrati nella striscia di Gaza separatamente nel 2014 e nel 2015e mai più usciti, e le salme di due soldati israeliani caduti a Gaza durante l’operazione anti-terrorismo dell’estate 2014.

2023

7 ottobre. Terroristi di Hamas, Jihad Islamica e altri gruppi palestinesi irrompono nel sud di Israele compiendo un massacro e sequestrano 251 israeliani e stranieri che vengono deportati a Gaza come ostaggi. Da allora verranno trattenuti in totale incommunicado (già di per sé un crimine secondo il diritto umanitario): nessun soggetto nazionale o internazionale avrà mai accesso agli ostaggi e non trapelerà nessuna notizia sulle loro condizioni se non quelle cinicamente centellinate dagli stessi terroristi.

20 ottobre. Hamas rilascia due ostaggi israelo-americani.

23 ottobre. Hamas rilascia due ostaggi israeliani anziane.

30 ottobre. Le Forze di Difesa israeliane salvano una soldatessa rapita il 7 ottobre.

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I volti degli ostaggi in una strada d’Israele

21 novembre. Israele e Hamas annunciano una tregua, che durerà sette giorni, per scambiare ostaggi sotto sequestro a Gaza con terroristi palestinesi detenuti in Israele. Cinquanta ostaggi (donne, bambini e stranieri) vengono rilasciati in cambio di 240 donne e adolescenti palestinesi. I combattimenti riprendono il primo dicembre.

Nei mesi successivi si svolgono infruttuosi colloqui per un nuovo cessate il fuoco. Israele vorrebbe una tregua temporanea per un ulteriore scambio ostaggi/detenuti. Hamas sostiene che libererà ostaggi solo in cambio delle fine della guerra, con ritiro completo delle forze israeliane dalla striscia di Gaza.

15 dicembre. Truppe israeliane a Gaza uccidono per errore tre ostaggi israeliani.

2024

Per tutto l’anno, il principale gruppo di famiglie degli ostaggi guida una campagna volta a fare pressione sui leader israeliani affinché accettino un accordo: organizzano proteste di piazza, si presentano quasi ogni giorno in parlamento, incontrano i leader mondiali, vengono spesso intervistati dai media. Un gruppo minoritario di famigliari sostiene invece che le pressioni sul proprio governo non fanno che “alzare il prezzo2 preteso da Hamas, contro cui dovrebbero piuttosto essere rivolte le pressioni nazionali e internazionali.

12 febbraio. Le Forze di Difesa israeliane liberano due ostaggi durante un’operazione speciale nel quartiere meridionale di Rafah.

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8 giugno. Le Forze di Difesa israeliane salvano quattro ostaggi tenuti a Nuseirat.

27 agosto. Le Forze di Difesa israeliane recuperano un ostaggio israeliano da un tunnel nel sud di Gaza.

Gerusalemme, 15 ottobre 2024. Yarden Gonen, sorella di un ostaggio, durante una riunione di commissione alla Knesset

31 agosto. Le Forze di Difesa israeliane scoprono i corpi di sei ostaggi uccisi a sangue freddo dai loro aguzzini in un tunnel nel sud della striscia di Gaza 48-72 ore prima dell’arrivo dei soldati.

2 dicembre. Il presidente-eletto degli Stati Uniti Donald Trump dichiara che si scatenerà “l’inferno” in Medio Oriente se gli ostaggi trattenuti nella striscia di Gaza non verranno rilasciati prima del suo insediamento il 20 gennaio.

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Trump ripeterà la minaccia nelle settimane successive, mentre i colloqui al Cairo e a Doha su un cessate il fuoco a Gaza e un accordo di rilascio degli ostaggi guadagnano nuovo slancio.

2025

8 gennaio. Le Forze di Difesa israeliane trovano in un tunnel il corpo senza vita dell’ostaggio Youssef Ziyadne e quello del figlio Ziyadne, entrambi sequestrati durante la carneficina del 7 ottobre.

14 gennaio. L’accordo sembra imminente. Secondo una bozza dell’accordo diffusa dalla Associated Press, nella prima delle tre fasi previste avrebbe luogo il rilascio graduale, nell’arco di sei settimane, di 33 ostaggi: donne, bambini, anziani e civili feriti in cambio della scarcerazione di diverse centinaia di detenuti di sicurezza palestinesi (forse 1.300): donne, adolescenti, ma anche palestinesi condannati all’ergastolo per gravi reati di sangue.

Stando a indiscrezioni ottenute dall’emittente Canale 12 (non confermate), nel primo giorno della prima fase di 42 giorni avrebbe luogo il rilascio di tre donne civili e dei due bambini Kfir e Ariel Bibas. In passato Hamas aveva affermato che i due piccoli e la madre Shiri sono rimasti uccisi in prigionia, una circostanza che non ha mai ricevuto conferma ufficiale dalle autorità israeliane.

Ogni settimana successiva inizierebbe con il rilascio di un altro gruppo di ostaggi. Il secondo gruppo della prima fase sarebbe quello di cinque soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe liberata in cambio di 50 detenuti palestinesi. Farebbe seguito il gruppo dei più anziani e infine quello dei malati, per un totale di 33 ostaggi.

Nella serata del 14 gennaio il Segretario di stato americano, Antony Blinken, dice che i mediatori americani, egiziani e del Qatar hanno presentato alle parti una proposta finale di accordo e che ora spetta a Hamas accettarla. “L’accordo è pronto per essere implementato – afferma Blinken – Aspettiamo la parola finale di Hamas e finché non la riceveremo, resteremo in bilico”. La decisione di Hamas, aggiunge, “potrebbe arrivare in qualsiasi momento, nelle prossime ore o nei prossimi giorni”.

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I terroristi detenuti Abdullah Barghouti, Marwan Barghouti e Ahmed Saadat

Nell’ambito del ricatto dei terroristi palestinesi per il rilascio degli ostaggi sequestrati e deportati a Gaza durate il massacro del 7 ottobre 2023, Hamas ha presentato una lista di detenuti palestinesi di cui chiede la scarcerazione dalle prigioni israeliane.

In questo momento non è dato sapere chi esattamente verrebbe scarcerato in base all’accordo. Ma è certo che Hamas pretende il rilascio di terroristi di alto rango condannati all’ergastolo per gravi reati di sangue e per stragi.

Secondo notizie di fonte saudita, Hamas vorrebbe anche ottenere la salma di Yahya Sinwar, principale artefice della carneficina del 7 ottobre e primo responsabile della guerra che ne è seguita con tutte le sue conseguenze. Tuttavia, secondo una fonte israeliana, la cosa al momento verrebbe esclusa, così come sarebbe respinta anche la pretesa di Hamas che vengano scarcerati terroristi della Forza Nukhba arrestati il 7 ottobre in Israele.

Tra i nomi più noti di cui Hamas vorrebbe ottenere la scarcerazione, si possono ricordare

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Ibrahim Hamed. La “mente” dietro la grande maggioranza degli attentati suicidi durante la seconda intifada, tra il 2000 e il 2005. All’epoca, era il comandante in Cisgiordania delle Brigate Izz al-Din al-Qassam (ala militare di Hamas). In quel ruolo, ha pianificato e organizzato numerosi attacchi contro gli israeliani, comprese stragi di civili.

Abdullah Barghouti. Terrorista di Hamas. Come Ibrahim Hamed, Abdullah Barghouti è considerato fra i più micidiali comandanti dell’ala militare dell’organizzazione in Cisgiordania. Sta scontando 67 ergastoli, una condanna senza eguali in Israele. Hamas non riuscì a ottenere la sua scarcerazione con il ricatto per il rilascio dell’ostaggio Gilad Shalit nel 2011.

Marwan Barghouti. Ha ricoperto la carica di segretario generale del movimento Fatah in Cisgiordania e ha orchestrato attacchi terroristici in cui sono stati uccisi cinque israeliani e feriti molti altri. Arrestato nell’aprile 2002, nel pieno della seconda intifada (l’intifada della stragi suicide), nel 2004 è stato condannato a cinque ergastoli.

Ahmed Saadat. Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e pianificatore nel 2001 dell’assassinio del ministro israeliano Rehavam Ze’evi. Come Marwan Barghouti, Saadat è considerato una figura molto popolare nella società palestinese. Israele si è rifiutato di scarcerarlo nell’accordo Shalit.

Abbas al-Sayyed. Allo scoppio della seconda intifada era il capo di Hamas nella città cisgiordana di Tulkarem e fu il principale pianificatore del massacro di Pasqua del marzo 2002 al Park Hotel di Netanya (la città costiera israeliana che dista solo una dozzina di km da Tulkarem). È stato condannato a 35 ergastoli per l’assassinio di altrettanti israeliani.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, Times of Israel, israele.net, 13.14.1.25)

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