Simone Barlaam, campione paralimpico: «Oliviero Toscani mi ritrasse nudo. Ero in ansia ma lui si mise a cantare in dialetto milanese»

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di
Giovanna Maria Fagnani

Simone Barlaam, milanese, è stato 19 volte campione del mondo nel nuoto. Toscani 2019 lo ritrasse con altri sportivi per la mostra «Naked. La disabilità senza aggettivi»: «Onorato di essere stato (anche se in piccola parte) oggetto della sua arte»

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«Buon viaggio maestro. Onorato di essere stato (anche se in piccola parte) oggetto della sua arte». Con queste parole affidate a Instagram Simone Barlaam, 24 anni, stella del nuoto paralimpico azzurro (19 volte campione del mondo, 4 ori paralimpici tra Tokyo e Parigi solo), ricorda Oliviero Toscani, che nel 2019 lo ritrasse senza veli per la mostra «Naked. La disabilità senza aggettivi», promossa dal Comitato Italiano Paralimpico. Trentasei fotografie di 12 atleti paralimpici, ciascuno ritratto in tre pose: in primo piano, a grandezza naturale con la divisa sportiva e infine nudi. La mostra ha girato l’Italia e fu esposta anche in Giappone, nelle scuole. Il set era a Fabrica, il centro di ricerca per la comunicazione moderna fondato nel 1994 a Treviso da Toscani e  Luciano Benetton. Simone, originario di Cassinetta di Lugagnano, nel Milanese, fa parte delle Fiamme Oro.

Come la prese quando le proposero di posare nudo? 
«Avevo 18 anni e rimasi in un primo momento allibito, anche se comprendevo che fosse per un’iniziativa molto coraggiosa e all’avanguardia. È cambiato tutto quando ho saputo chi era Toscani, parlando coi miei genitori».




















































Non lo conosceva? 
«Alcune sue fotografie erano ricordi molto forti nella mia testa. Avevo visto la campagna per Benetton con un’immagine in cui un prete baciava una suora. Mi sono informato, ho scoperto che c’era lui dietro quelle campagne e ho pensato: “Wow”. Per la mostra non si poteva che scegliere lui che aveva fatto della provocazione il suo pane quotidiano: l’obiettivo era mettere a nudo la disabilità, abbattere con prepotenza due tabù, la disabilità e la nudità, spiazzando il pubblico. Mi stupii quando in Giappone fu proposta nelle scuole».

Cosa accadde sul set? Come lavorava il maestro?
«Parlò molto con noi, sia prima che dopo gli scatti per comprenderci e per avere ispirazioni in più. Tra l’altro, odiava questa parola, in un’intervista al Tg1 in cui ero insieme a lui rispose irato: “Io non li faccio gli scatti, li fa Salvini, le mie sono opere d’arte”». 

Che impressione ebbe di lui? 
«Che fosse affascinato dalle nostre peculiarità. E molto interessato alla nostra quotidianità. Eravamo di fronte a un genio, ma non era altezzoso, al contrario. Ci sembrava giovane come noi: parlare con lui è stato come confrontarsi con un coetaneo molto saggio e intelligente. Del resto, diceva lui stesso di sentirsi sempre giovane». 

È stato difficile posare nudo? 
«C’era un po’ di soggezione ma lui ci ha fatto sentire a proprio agio. A me disse: “Ah, sei di Milano?” E si mise a cantare una canzone in dialetto milanese, non ricordo più quale. Forse era una di quelle di Nanni Svampa, che parlano della “mala”. Mi chiese se la conoscessi e mi disse: “Ma come no? Se sei di Milano la devi conoscere”. Per il resto, il momento dello scatto fu molto veloce: aveva subito la foto che voleva, ma poi passava molto tempo ad analizzarla».

Da atleta paralimpico sa che dovrà sempre veicolare messaggi che esulano dallo sport. Le pesa?
 «Le fatiche di un atleta normodotato e di uno paralimpico sono le stesse, ma abbiamo altre esperienze di vita che sono parte della nostra quotidianità e altri messaggi da veicolare. Affrontare la disabilità ti plasma in un determinato modo, quindi è giusto farlo» .

Cosa le ha lasciato l’esperienza con Oliviero Toscani? 
«Mi auguro che il futuro ci riservi altre figure così pop, forti e importanti come lui, che comunque resterà unic0. Basta pensare al suo modo di fare pubblicità: nemmeno faceva vedere il prodotto».

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Nel 2026 arriveranno le Olimpiadi invernali a Milano. È emozionato? «Moltissimo, non vedo l’ora di vederle da spettatore e fare il tifo per i miei colleghi. Peccato non poter partecipare». 

Potrebbe fare il gelidista (i nuotatori che si affrontano in acque gelide, ma non è una disciplina olimpica ndr).
«Appunto» (ride). 

Battute a parte, per quale competizione si sta preparando? 
«Per i mondiali di Singapore, a settembre».

15 gennaio 2025 ( modifica il 15 gennaio 2025 | 07:33)

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