Furio Colombo a Torino, dagli esami con Bobbio alle telefonate con Agnelli: «Di calcio non sapevo nulla, mi finsi sportivo»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


di
Mattia Aimola

Il giornalista, morto all’età di 94 anni, e i forti legami con la città: negli studi Rai incrociò Piero Angela e Umberto Eco

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Il 26 giugno 1951. In questa data Norberto Bobbio e Furio Colombo erano seduti uno di fronte all’altro all’interno di un’aula dell’Università di Torino, due giganti della cultura italiana. Il primo era già un celebre professore di filosofia del diritto, l’altro uno studente al secondo anno. La chiacchierata tra i due, raccontano le carte dell’archivio dell’ateneo, si conclude con un esame da 30 e lode. La straordinaria carriera del giornalista, deceduto ieri all’età di 94 anni, è partita tra i muri dell’accademia torinese.

Nato a Chatillon, in Valle d’Aosta, il primo gennaio 1931, studia a Torino laureandosi giovanissimo, all’età di 23 anni, in giurisprudenza. Il suo percorso comincia il 30 luglio del 1949 e si conclude il 18 novembre del 1954 con la votazione di 104 su 110 e una tesi dal titolo: «Imputabilità in età minore nel diritto penale». Il relatore è Marcello Gallo, all’epoca giovane professore di legge, che formò un nutrito gruppo di allievi illustri (tra cui Carlo Federico Grosso, Guido Neppi Modona, Luciano Violante). Il primo esame sostenuto, invece, è del giugno del 1950, «Istituzioni di diritto privato». Colombo lo supera con un 23. L’ultimo del 15 ottobre del 1954, «Diritto commerciale», ottiene un giudizio simile: 24. Non la carriera di uno studente secchione, dunque, ma piuttosto quella di un uomo attento all’attualità e alla storia del proprio Paese, come dimostrano altri esami. Nei 5 anni universitari incontra mostri sacri come Norberto Bobbio e Giuseppe Grosso, importante giurista e poi sindaco del capoluogo piemontese dal 1965 al 1968.




















































Dopo la laurea inizia la carriera del Furio Colombo giornalista con l’ingresso, tramite concorso, nella sede Rai di Torino. Qui incrocia alcuni dei pilastri dell’élite sabauda come Piero Angela e Umberto Eco, con cui successivamente condivide l’esperienza del Gruppo 63. I legami con la città non finiscono qui. In un’intervista rilasciata al Corriere Torino, il 31 dicembre del 2020, per i suoi 90 anni, Colombo ricorda le telefonate con l’Avvocato Giovanni Agnelli: «Di calcio non sapevo nulla, e mai mi finsi sportivo. Ma una volta mi chiese di accompagnare la Juventus alla Casa Bianca».

La passione per il giornalismo esplode presto e in modo irresistibile e lo porta su ogni mezzo: dalla carta stampata, alla radio, alla tv. Inizia con la scrittura dei programmi della Rai, poi nel 1967 diventa giornalista professionista. Nello stesso anno è sul Sinai per documentare la guerra dei sei giorni, nel 1968 a Saigon durante l’offensiva del Têt.
Professore al Dams di Bologna nei fatidici anni Settanta, alla fine degli Ottanta parte la sua lunga stagione americana, prima come corrispondente per la Stampa da New York e in seguito per Repubblica.

Antonio Di Bella, reporter Rai ed ex corrispondente da oltreoceano, lo ricorda come: «Il padre spirituale di tutti noi corrispondenti dagli Stati Uniti. E come un buon padre era prodigo di consigli, pronto all’ascolto sempre sorridente e ironico. Mai faceva sentire al suo interlocutore quel che lui era veramente: un gigante. Del giornalismo, della cultura, della politica».
I funerali si svolgeranno al cimitero Acattolico di Roma oggi alle 15. 

Ma dal 27 gennaio l’intellettuale tornerà anche in libreria con «La fine di Israele». «Questo libro, che fortemente ha voluto riproporre — spiega Elisabetta Sgarbi della casa editrice La Nave di Teseo — ha fatto in tempo a vederlo, e, in un’ultima telefonata, alcuni giorni fa, mi comunicò tutta la sua soddisfazione. Doveva uscire prima di Natale, ma insistetti per avere una prefazione, scritta nell’urgenza di quanto stava accadendo in Israele e a Gaza. Concordammo che il Giorno della Memoria avrebbe potuto essere una buona data di uscita».


Vai a tutte le notizie di Torino

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

15 gennaio 2025

Contabilità

Buste paga

 

Prestito personale

Delibera veloce

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link