Tra nuove norme e incertezze sui monopattini, anche a Varese si sperimenta il futuro della mobilità sostenibile

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L’interrogazione presentata da Stefano Angei sulla situazione dei monopattini in sharing alla luce del nuovo codice della strada ha puntato di nuovo i riflettori su un servizio di mobilità che Varese ha dal 2022, e che fin da subito aveva avuto un ottimo successo.

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Il nuovo codice della strada, con l’inasprimento di alcune regole anche per i monopattini, ha messo in difficoltà il settore della mobilità sostenibile in sharing: secondo l’Alleanza per la mobilità sostenibile – di cui fanno parte gli operatori dello sharing riuniti in Assosharing, produttori e distributori quali Platum e Attiva, Consumerismo No Profit e i rivenditori –per effetto delle norme introdotte dal nuovo Codice della strada, i noleggi dei monopattini elettrici in sharing sono crollati nelle principali città italiane del 30% solo nell’ultimo mese, mentre per le vendite di mezzi privati il calo è stimato tra il 30% e il 50%, numeri che rischiano di avere conseguenze importanti anche sul fronte occupazionale.

In questa intervista con Vittorio Gattari, Direttore Relazioni Industriali di Dott, la società che offre il servizio di monopattini in sharing a Varese, proviamo a fare il punto sulla situazione normativa, sulle novità introdotte dal nuovo codice della strada e sulle prospettive future per la mobilità sostenibile nella città.

Il vostro servizio è in regola con la normativa vigente?
«Assolutamente sì, è pienamente in regola. Con l’introduzione del nuovo codice della strada le modifiche più significative riguardano principalmente l’obbligo di indossare il casco, le nuove disposizioni sull’assicurazione e l’introduzione del contrassegno identificativo ed è necessario tenere conto che, a parte il casco la cui norma è già operativa ed è un impegno che deve assumere l’utente, gli altri due sono già compresi nei nostri servizi – i monopattini Dott hanno un assicurazione per responsabilità contro terzi, e hanno dei sistemi di identificazione uno per uno – anche se siamo in attesa dei decreti attuativi per definire i dettagli operativi».

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Qual è la situazione riguardo l’identificazione dei mezzi e la questione dell’assicurazione?
«I nostri mezzi sono già identificabili uno per uno: dobbiamo solo comprendere come saranno concretamente i contrassegni identificativi,  e siamo in attesa dei decreti attuativi che definiscano come dovremo applicarli per i nostri mezzi. Per quanto riguarda l’assicurazione i nostri mezzi sono già coperti da assicurazione per la responsabilità civile, ma  c’è un aspetto che va chiarito, sempre nei decreti attuativi: la nuova legge fa riferimento all’assicurazione RC auto, che è un altro tipo di copertura, e che di norma non si applica a monopattini in sharing e alle biciclette, la cui velocità non supera i 20 km/h. Tutto questo crea una certa incertezza, soprattutto per le aziende che operano nel settore come la nostra. Restiamo in attesa di vedere come dovranno essere applicate queste normative».

Il nuovo obbligo del casco è una novità positiva o negativa?
«L’obbligo del casco è l’unica novità già entrata in vigore, e l’Italia è l’unico paese ad aver introdotto una misura di questo tipo per i monopattini elettrici. Come associazione di categoria, abbiamo sollevato delle criticità rispetto a questa legge. Crediamo che le conseguenze di questa misura possano avere un impatto negativo sull’utilizzo dei mezzi di sharing e sulla mobilità sostenibile, poiché rischiano di scoraggiare molti utenti: i primi dati che abbiamo raccolto sono drammaticamente in questo senso. La sicurezza è importante, ma l’obbligo del casco su mezzi come quelli del mobility sharing, che non superano i 20 chilometri all’ora, non risolve i problemi legati alla mobilità e alla sicurezza nelle città».

Qual è il bilancio sulla sicurezza, alla luce delle nuove norme?
«Se l’interesse principale è la sicurezza va sottolineato che il tasso di incidentalità nel servizio di sharing è bassissimo.  Lo dicono i numeri: i nostri mezzi sono sicuri, e l’adeguamento normativo più recente  – che ha ulteriormente abbassato la velocità e fissato altri limiti – ha avuto un impatto positivo, riducendo ulteriormente il rischio di incidenti. Il vero problema quindi non è tanto l’introduzione di nuove leggi come l’obbligo del casco, quanto piuttosto garantire il rispetto delle norme esistenti, anche per i monopattini privati, e migliorare l’infrastruttura urbana per una maggiore sicurezza».

Qual è la posizione di Dott riguardo alla nuova legge e quali sono le prospettive per il futuro?
«Noi e le società che lavorano nel settore abbiamo cercato di fare sentire la nostra voce: abbiamo partecipato alle audizioni legislative e segnalato le problematiche derivanti da alcune misure. Siamo convinti che servano altri accorgimenti e una maggiore attenzione alle esigenze degli operatori di sharing mobility, perché si possa operare in modo efficace e contribuire davvero alla mobilità sostenibile nelle città. Noi comunque restiamo impegnati a collaborare con le istituzioni per migliorare e applicare la normativa e per metterci in condizione di fare il nostro lavoro al meglio, a beneficio della città e degli utenti».

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