La Perla ora vede la luce, presto la gara per l’acquisto unitario del gruppo. Il ministro Urso: «Farà scuola»

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di
Luciana Cavina

Bologna, sul futuro del marchio della lingerie di lusso c’è l’intesa tra le procedure dell’Italia e della Gran Bretagna: superato lo scoglio giuridico extra Ue. Si cerca un compratore per marchio e stabilimento, esclusi i negozi

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Con sollievo soprattutto delle quasi 300 dipendenti, La Perla vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Dopo estenuanti trattative, tutti gli asset del gruppo, a partire dal marchio e dallo stabilimento di via Mattei, potranno essere venduti unitariamente a un unico acquirente. Scongiurando la soluzione «spezzatino» e l’inevitabile svalutazione del brand.
È quanto prevede l’accordo raggiunto tra i commissari di La Perla Manufacturing (in amministrazione straordinaria), i curatori di La Perla Italia e La Perla Global Management Uk (in liquidazione giudiziale) e i liquidatori inglesi di quest’ultima azienda che hanno trovato la quadra per l’unificazione delle procedure superando lo scoglio dello scenario giuridico extra-UE. La storica azienda della corsetteria di lusso, forte di un patrimonio di artigianalità di eccellenza costruito in 70 anni, potrà ora sperare nella rinascita. L’intesa è stata annunciata dal Mimit in seguito al tavolo tenutosi a Roma alla presenza di sindacati, Regione e Città Metropolitana.

Dieci imprenditori in lizza per l’acquisto

La prossima tappa sarà dunque la pubblicazione di un bando di gara finalizzato alla ricerca di un acquirente interessato alla reindustrializzazione: in lizza dovrebbe esserci una decina di imprenditori italiani e internazionali. «Grande soddisfazione per questo significativo accordo — ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha presieduto a Palazzo Piacentini l’incontro con le parti — per il quale desidero ringraziare i commissari italiani e i liquidatori italiani e britannici, che ci permetterà di tenere uniti il marchio con le competenze dei lavoratori».«Siamo riusciti a conseguire un risultato tutt’altro che scontato, destinato a diventare un caso che farà scuola — sottolinea il ministro —, questa è la strada giusta per salvare l’azienda e rilanciare un simbolo del Made in Italy». Con lui, la sottosegretaria con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto che ricorda «i mesi di intenso e complesso lavoro».




















































Esclusi i negozi del marchio

«Oggi è una giornata importante», ribadisce a sua volta l’assessore al lavoro dell’Emilia-Romagna Giovanni Paglia ricordando anche la tenacia di sindacati, lavoratrici e istituzioni che «si sono battuti per anni» contribuendo al raggiungimento di «un risultato significativo»; «ora — avverte — è importante costruire un bando di vendita che garantisca quelle che sono le premesse, per trovare un acquirente che porti a un rilancio industriale del gruppo». «Nel frattempo — puntualizza l’assessore — è fondamentale che il ministero garantisca continuità agli ammortizzatori sociali». Dall’intesa resta però escluso il ramo La Perla Italia (i negozi, ndr) che coinvolge 11 lavoratrici. Ma, assicura Paglia « c’è l’impegno del ministero a non lasciare nessuno indietro».

La soddisfazione dei sindacati

«Finalmente una prospettiva che può garantire il futuro produttivo e il mantenimento occupazionale», esultano i rappresentanti sindacali nazionali e territoriali Filctem Cgil e Uiltec Uil. «Il merito di questo importante passo avanti — rivendicano — va attribuito alle lavoratrici e dei lavoratori di La Perla che con il loro lotta e la loro determinazione hanno sostenuto questa battaglia per impedire lo spezzettamento di tutte le attività e per dare futuro alla “loro” azienda». «Ora — concludono — riteniamo indispensabile procedere in tempi celeri all’emissione di un bando di gara che tuteli tutte le maestranze, vero punto di forza di questa azienda determinato dal loro alto grado di professionalità». Plauso, infine, anche dai deputati dem bolognesi Andrea De Maria e Virginio Merola.

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