Le incredibili liste d’attesa in Piemonte: 471 giorni per una mammografia. «Solo 4 in meno del 2023»

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di
Simona De Ciero

Per un’ecografia del collo per linfonodi l’attesa è di 318 giorni, per una gastroscopia 403. All’infantile Regina Margherita, una prima visita dermatologica arriva dopo 367 giorni

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Tra un piano straordinario e l’altro varati negli anni post Covid per abbattere le liste d’attesa, qualche miglioramento si sarà pur visto ma, anche quando (e non in tutti i casi) c’è stato, si tratta di poca cosa, raramente di una variazione che supera il punto percentuale. Piuttosto, il quadro generale continua a mostrare, come un anno fa, uno scenario di grande difficoltà per gran parte delle prestazioni che i medici di base non classificano in impegnativa come urgenti.

Attese infinite

Qualche dato. Alle Molinette una mammografia programmata si aspetta per 417 giorni: solo 4 in meno del 2023; un’ecografia del collo per linfonodi 318, contro i 323 dell’anno prima; una gastroscopia 403, contro i «soli» 315 di un anno fa. Al nosocomio infantile Regina Margherita, una prima visita dermatologica devono passare 367 giorni (qualcuno in più rispetto al 2023) mentre gran parte delle ecografie più delicate (al collo, addome, mammelle, tiroide) più di 400 giorni; per un’ecocardiografia invece servono quasi 165 giorni: tanto (troppo) ma, comunque, 100 giorni in meno rispetto all’anno precedente, quando si doveva attendere 250 giorni.




















































Venendo agli interventi chirurgici, poi, al di là delle emergenze (che sono gestite in tempo reale), in Città della Salute una protesi all’anca si aspetta, a seconda della priorità, tra 130 e 630 giorni; un bypass aortocoronarico tra 183 e 280, e un intervento per tumore maligno alla prostata, tra 64 e 115 giorni (contro i 70 – 370 di inizio 2024).

I dati ufficiali

E, meglio ribadirlo, non si tratta di esagerazioni per eccesso, ma degli ultimi dati ufficiali pubblicati dall’headquarter di corso Bramante (che gestisce Molinette, Cto, Sant’Anna e ancora in parte il Regina Margherita). Numeri che, peraltro, non si discostano da quelli delle altre strutture sanitarie cittadine poiché la crisi del sistema sanitario pubblico riguarda tutte le strutture e, proprio per questo, danneggia fortemente quei malati costretti ad aspettare i tempi del pubblico.

Quindi, sarà interessante osservare come intenderà procedere il nuovo commissario Thomas Schael, scelto da piazza Piemonte per guidare l’Azienda più grande e complicata della regione, che sarà operativo solo da marzo e al quale, oltretutto, è stato chiesto l’onere di firmare il (complicato) bilancio consuntivo 2024 di fatto frutto del lavoro svolto da chi lo ha preceduto.

Come lui, ha ben di che occuparsi anche Franca Dall’Occo, dal 1° gennaio alla guida dell’ospedale Mauriziano. Qualche esempio? All’ospedale di corso Turati una prima visita endocrinologica programmata si aspetta 311 giorni (una manciata di giorni in meno rispetto a un anno fa), per una oculistica si deve attendere un anno esatto e, per ottenere un primo appuntamento con il fisiatra, 350 giorni. E non è tutto. Al Mauriziano, per essere visitati da un ortopedico servono 233 giorni e 267 per essere ricevuto da un gastroenterologo mentre, per pianificare un intervento alle emorroidi con priorità media servono ben 931 giorni (il doppio rispetto a un anno fa) e per essere operati di ernia inguinale 972: più di due anni e mezzo, con buona pace dei cittadini che convivono questi fastidiosi – e spesso invalidanti – problemi.

E tra alti e bassi, le criticità ci sono anche all’Asl Città di Torino, dove è stato confermato il direttore generale uscente Carlo Picco, e che governa gli ospedali Martini, Amedeo di Savoia, Oftalmico, Maria Vittoria e San Giovanni Bosco. Ecco le prove. Al Martini una prima visita otorinolaringoiatrica si attende per 79 giorni contro i 249 di febbraio 2024 (tempi in netto miglioramento), un’ecografia della tiroide, però, si aspetta 262 giorni contro i 161 dell’anno precedente. Oltretutto, per diverse prestazioni (come le visite ortopediche e gastroenterologiche), come un anno fa, i dati «non sono disponibili».

Non solo per il Martini, ma per molti nosocomi in capo all’Asl cittadina. Per esempio, nel 2024 al Maria Vittoria servivano 280 giorni per prenotare una gastroscopia; e oggi? Non si sa, non ci sono le informazioni. Si sa, invece, quanto occorre per una prima visita pneumologica: solo sette giorni. Un dato da record e certo una buona notizia; che non fa il pari, però, con le visite otorinolaringoiatriche per cui si passano 109 giorni.

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Altra nota dolente: si sa molto poco sulle performance del San Giovanni Bosco che pubblica pochissimi dati; e quelli che ci sono non confortano. Per un ecodoppler dei tronchi sovraortici si aspetta 332 giorni così come per una dopplergrafia arteriosa degli arti inferiori mentre, infine, il sito dell’Azienda sanitaria locale non fornisce nessuna informazione sui tempi di attesa per gli interventi chirurgici. Insomma, resta un gran bel da fare. La Regione lo sa bene, tant’è che già un anno fa, varava (l’ennesimo) piano d’intervento. È servito? Forse, ma non è bastato. Ora il governatore piemontese e il suo assessore alla sanità promettono la linea dura con verifiche settimanali sugli obiettivi. Staremo a vedere se basterà.

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