Al settore agricolo 187mila euro di aiuti in regime «de minimis»

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In 115 per la cerimonia della stipulazione dei contratti.
Foto: DARIA DEGHENGHI

In 115 tra allevatori biologici e titolari di certificazioni di denominazione protetta per la produzione di carni, latte e latticini al Centro di Coworking su convocazione del presidente della Regione Boris Miletić e dell’assessore all’agricoltura Ezio Pinzan per la stipulazione dei contratti del settore agricolo in regime “de minimis”. Inzia così l’erogazione di 187.000 euro a fondo perduto, ben il 42 per cento in più rispetto allo scorso anno, per l’attuazione di 120 progetti complessivi a favore della competitività agricola della regione.

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Finanziamenti e contributi

 

I contributi vengono elargiti in virtù del Regolamento UE 1408/2013 relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea che stabilisce le norme sugli aiuti minimi concessi alle imprese nella produzione primaria di prodotti agricoli. Il documento definisce la soglia e le condizioni che i riceventi devono soddisfare in modo che tali aiuti non incidano sugli scambi commerciali tra gli Stati membri o minaccino di minare la concorrenza. Il regolamento è stato recentemente aggiornato per fare fronte alle sfide dell’inflazione e dell’aggravarsi delle conseguenze dei cambiamenti climatici del settore agricolo.

L’orgoglio dell’Istria
Il presidente Miletić ha ribadito che con questi 187.000 euro la Regione riserva 240mila euro al settore che considera di vitale importanza per l’economia della penisola e il benessere della sua popolazione. “L’agricoltura, l’allevamento, la tradizione gastronomica sono l’orgoglio dell’Istria, il fondamento migliore che abbiamo per guardare con ottimismo al futuro. Ci guardiamo intorno – ha detto – e vediamo quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici e sappiamo benissimo che non è più possibile fondare la nostra produzione agricola sulla fede nella clemenza del tempo, che bisogna armarsi di sistemi di gestione, a cominciare dagli impianti di irrigazione, di cui non è più possibile fare a meno”. Tante sono le sfide che mettono a dura prova il settore, ha aggiunto il presidente accennando all’universale carenza di manodopera e alla questione delle concessioni sui terreni agricoli statali che spesso finiscono nelle mani di mediatori e speculatori. Ciò nonostante, vi sono buoni motivi per credere che le disposizioni di legge verranno modificate per gestire il patrimonio fondiario nazionale secondo giustizia.
L’assessore Pinzan ha ricordato che questo è solo il terzo anno che l’Istria partecipa all’erogazione degli aiuti in regime “de minimis” e che l’iniziativa si deve personalmente al presidente della Regione attualmente in carica. Gli aiuti vanno ad alimentare l’allevamento di ovini, caprini e bovini, in particolare l’allevamento della razza bovina istriana, il boscarin, ma anche la capra istriana autoctona, ora in via di iscrizione del registro delle razze protette da conservare su iniziativa dell’Agenzia istriana di sviluppo rurale.

Il presidente della Regione Boris Miletić si rivolge agli allevatori.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Le insidie dei regolamenti di gara
Anche Pinzan ha accennato alle insidie dei regolamenti di gara relativi alla concessione dei terreni agricoli, che sembra cucita su misura per premiare la proprietà e non la produzione, quindi un motore di ingiustizia economica e sociale. Nel caso degli aiuti “de minimis” distribuiti dalla Regione, sono oggetto di contributo pubblico esclusivamente i prodotti agricoli: l’allevamento di bestiame, la produzione di latte, formaggi, carni e salumi della tradizione locale, i prodotti titolari di certificazioni di qualità, provenienza e origine. “Siamo la regione turistica trainante dell’industria dell’ospitalità nazionale e resteremo tali fintanto che saremo in grado di produrre gli alimenti della migliore tradizione e qualità, che peraltro sono uno degli elementi chiave della destagionalizzazione dell’offerta turistica. Gli importi che oggi eroghiamo sono modesti e non cambiano la vita, questo è chiaro: considerateli come un riconoscimento personale, un incentivo a restare su questa strada”, ha concluso Pinzan.

La firma dei contratti al centro di Coworking.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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