“Stiamo considerando l’eliminazione delle varietà superprecoci di agrumi a favore di quelle più tardive”

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“Stiamo attraversando anni un po’ complicati”, ammette Giuseppe Panetta dell’omonima azienda agricola biologica di Ginosa (TA), riferendosi agli effetti del cambiamento climatico che hanno reso le ultime stagioni particolarmente ardue per il settore ortofrutticolo. L’azienda si compone di due centri produttivi, uno in Puglia che si estende su circa 400 ettari e l’altro in Basilicata che conta un centinaio di ettari, territori tra loro complementari. “Sono due anni che nelle nostre zone le piogge sono scarse, con temperature sia invernali sia estive di molto superiori alla media”, spiega Panetta, sottolineando come queste condizioni estreme abbiano influenzato negativamente le produzioni, soprattutto quelle agrumicole.


Giuseppe Panetta vicino a una pianta di Nadorcott

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La risposta a queste sfide? Un impegno crescente verso l’agricoltura biologica e biodinamica. I siti dell’agricoltore sono certificati biologici, e uno di essi ha ottenuto anche la certificazione Naturland, particolarmente apprezzata in Germania. Questo passo ha permesso di allargare la base di clienti, attirando coloro che sono alla ricerca di prodotti ottenuti secondo standard rigorosi e sostenibili. Ma l’agricoltore non si ferma qui: “Siamo in certificazione per il biodinamico”, rivela Panetta, indicando la biodinamica non solo come una pratica agricola, ma come una vera e propria filosofia di vita. Nonostante l’iniziale scetticismo, dovuto alla sua formazione scientifica in agraria, l’agricoltore ha scoperto nella biodinamica una risonanza dei principi base dell’agronomia, spesso trascurati con l’avvento dell’industrializzazione agricola. Oggi spera che questa “riscoperta” possa rappresentare una risposta concreta alle sfide imposte dal cambiamento climatico.


Semina di leguminose tra le file di nuovo impianto di arancio Cara Cara

L’impegno verso la biodinamica comporta investimenti significativi, dalla necessità di attrezzature specifiche rigorosamente artigianali, come quelle in rame o in legno massello richieste dai disciplinari, alla decisione di seguire le pratiche più autentiche e che meno compromettano il suolo. “Mi sono fatto affiancare da un produttore esperto in biodinamico da moltissimo tempo”, sottolinea l’agricoltore, dimostrando la serietà e la dedizione con cui intende perseguire questo cammino.

“Negli ultimi anni, essendoci stata una produzione scarsa, abbiamo fatto il possibile per soddisfare i clienti più affezionati, nonostante l’incremento dei costi e dei consequenziali prezzi di vendita”, spiega Panetta.


Cumuli di compost trattati con preparati biodinamici

La campagna agrumi 2024/25
La stagione agrumicola di quest’anno ha risentito notevolmente delle condizioni climatiche, con una produzione “molto sotto la media” rispetto al resto delle produzioni del Golfo di Taranto. Panetta attribuisce parte di questa scarsità alle pratiche di fertilizzazione organica, che, sebbene siano più rispettose dell’ambiente, possono risultare meno efficaci in condizioni di siccità estrema e temperature elevate. “Quando si effettuano delle concimazioni organiche e non piove, con irraggiamento solare continuo e temperature di oltre 40 °C, la sostanza organica perde parte della sua efficacia, non svolgendo più il suo ruolo di ammendante”.

Nonostante la scarsità, la qualità degli agrumi è rimasta alta, un aspetto che l’agricoltore attribuisce anche alla capacità del terreno, trattato con metodi biologici, di trattenere meglio l’acqua rispetto a terreni trattati con concimi di sintesi. Questo vantaggio, però, non compensa le difficoltà incontrate con alcune varietà di agrumi, in particolare quelle precocissime, che hanno sofferto producendo frutti “asciutti e poco succosi”.


Nadorcott in raccolta

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L’esperienza con varietà come Satsuma, Miyagawa e Caffin, sebbene migliore, non è stata esente da sfide, soprattutto nel confronto con le aspettative dei consumatori. ” Nella transizione tra le varietà, la Spinoso in particolare presenta caratteristiche diverse rispetto alle clementine Comune per via della sua buccia molto sottile, risultando delicata per le lavorazioni che prevedono molte manipolazioni in magazzino, e rendendola una varietà ormai interessante solo per confezioni alla rifusa”. Panetta riflette sul futuro, considerando l’eliminazione delle varietà superprecoci a favore di quelle che si sono dimostrate più resilienti.

La varietà Corsica 2, medio-precoce e molto produttiva, con qualità simili a quelle del clementine Comune, rappresenta uno degli adattamenti dell’azienda alle esigenze del mercato e alle condizioni climatiche. Questa varietà, insieme alla Comune e alla Caffin, costituisce il nucleo della produzione precoce dell’azienda, che ha cercato di diversificare le proprie colture per ottimizzare i rendimenti. Nel corso della campagna, l’attenzione si è spostata ora su varietà più tardive, come Nadorcott.


A sinistra: arancia Cara Cara. A destra: Nadorcott in lavorazione presso il magazzino della cooperativa ABA Mediterranea

“Per quanto riguarda le arance invece abbiamo cominciato con la Fukumoto a ottobre, poi siamo andati avanti con la Navelina e ora abbiamo una buona produzione di Cara Cara,” spiega Panetta, evidenziando come quest’ultima, un’arancia a polpa rosa, permetta di difendere prezzi più alti sul mercato grazie alla sua particolarità e alla qualità superiore. Questa strategia di diversificazione e specializzazione sembra essere una risposta efficace alle sfide poste da un mercato agrumicolo sempre più competitivo e dal clima che cambia.

L’azienda ha aumentato gli ettari dedicati agli agrumi, investendo in particolare nelle varietà tardive, che vengono raccolte da febbraio in poi. “Tale spostamento di interesse verso il tardivo è motivato anche dalle mutate condizioni climatiche, che hanno prolungato le estati e ritardato la pigmentazione della buccia delle varietà precoci, rendendole meno competitive rispetto a quelle di qualità organolettica superiore, raccolte più avanti nella stagione”, spiega Panetta. Nonostante le sfide, l’agricoltore riferisce di una qualità buona anche per le arance, nonostante la produzione più scarsa non si sia tradotta nell’aumento di prezzo sperato.


Giuseppe Panetta e Michele Santoro, sales manager della cooperativa ABA Mediterranea

L’azienda agricola Panetta è associata alla cooperativa ABA Mediterranea, fondata da un gruppo di 25 soci di Puglia e Basilicata. “Siamo tra i soci fondatori – dichiara Panetta – Questa realtà rappresenta un punto di riferimento importante per il settore biologico nel Sud Italia, dimostrando come la cooperazione e l’impegno condiviso possano fare la differenza in un mercato sempre più competitivo. Con un magazzino situato nella zona di Scanzano Jonico (MT), l’ABA Mediterranea si distingue per il suo approccio serio e professionale alla gestione dei prodotti agricoli, ponendo un’enfasi particolare sulla qualità e sulla sostenibilità. Nonostante le dimensioni non eccessivamente grandi, la cooperativa svolge un ruolo cruciale nel supportare i produttori associati, garantendo loro un margine di guadagno significativo, nonostante le fluttuazioni di produzione che possono caratterizzare l’agricoltura biologica”.

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L’ABA Mediterranea e l’Azienda Panetta Giuseppe esporranno a Fruit Logistica (Berlino, 5-7 febbraio 2025) in Hall 2.2, Stand A-10.

Per maggiori informazioni:
Giuseppe Panetta
Azienda Panetta Giuseppe
+39 335 6496354
[email protected]

Michele Santoro
+39 389 252 9071
ABA Mediterranea / aba Bio
+39 351 2237679
[email protected]
[email protected]
www.abamediterranea.it



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