L’uso parsimonioso e sostenibile delle risorse ambientali, e in particolare dell’acqua, è un tema cruciale per la viticoltura, specialmente alla luce delle sfide poste dall’attuale crisi climatica e dalla perdurante siccità purtroppo registrata negli ultimi anni, specie in talune zone.
La riduzione del consumo idrico è parte integrante di una viticoltura sostenibile che mira a mantenere un equilibrio tra esigenze produttive ed ecologiche.
È ovvio che in uno scenario climatico come quello che stiamo vivendo debba essere data priorità al consumo umano, senza considerare che il prelievo eccessivo d’acqua per l’irrigazione può compromettere sia le risorse idriche sotterranee sia la biodiversità.
L’uso delle risorse ambientali per la produzione di vino deve essere cosciente e sostenibile. Il ricorso a sistemi d’irrigazione deve essere limitato il più possibile e finalizzato a evitare casi di stress idrico severo.
Seppur considerata una pianta generalmente a basso fabbisogno idrico, grazie alla sua eccezionale capacità di adattamento, la vite soffre gli eventi di siccità estrema a cui assistiamo con sempre maggiore frequenza e che sono tali da comprometterne non soltanto la produzione quantitativa ma anche qualitativa.
L’irrigazione di soccorso
La stessa specifica – di soccorso – chiarisce subito la finalità di questa pratica, funzionale a mitigare i danni dovuti a periodi di stress idrico acuto, soprattutto durante le fasi fenologiche più sensibili della vite, come l’allegagione, l’invaiatura e la maturazione.
L’obiettivo non è, infatti, quello di incrementare la resa, bensì quello di preservare la qualità dell’uva, mantenendo un bilanciamento idrico ideale per l’ottenimento di grappoli sani e con adeguata concentrazione zuccherina e polifenolica, oltre che il benessere stesso e la longevità della pianta. Ed è questo il motivo per cui l’irrigazione di soccorso è prevista come deroga nella maggior parte dei disciplinari di produzione dei vini a denominazione. Si tratta di interventi mirati, effettuati solo quando strettamente necessari, e spesso con sistemi di irrigazione “a goccia” che limitano al minimo lo spreco: la somministrazione di acqua avviene, infatti, direttamente alle radici, riducendo le perdite per evaporazione.
È al tempo stesso indispensabile monitorare il suolo e la pianta, sia elaborando modelli predittivi basati su dati climatici, sia misurando l’umidità del suolo e il potenziale idrico fogliare, sia utilizzando tecniche agronomiche complementari, come ad esempio la pacciamatura o ancora la scelta di portainnesti maggiormente resistenti alla siccità.
La raccolta delle acque piovane
L’irrigazione a goccia è spesso integrata con sistemi di raccolta e stoccaggio delle acque piovane, che si inseriscono in un approccio di gestione sostenibile delle risorse naturali, soprattutto in aree soggette a siccità crescente. Si riesce così a sfruttare fonti idriche alternative, riducendo nel contempo la dipendenza dall’acqua prelevata da falde acquifere o bacini idrici, e contribuendo a ridurre fenomeni di ruscellamento e perdita di suolo.
Le superfici di raccolta possono essere le più svariate: tetti di edifici, serre o altre strutture agricole, oppure ancora superfici impermeabilizzate nei vigneti stessi per raccogliere l’acqua in bacini. L’acqua va poi stoccata in apposite cisterne, quindi filtrata per rimuovere sedimenti e altre impurità perché sia adatta all’uso irriguo.
«Misurare è risparmiare – dice Patricia Tóth di Planeta –. Il nostro obiettivo, in linea con il Manifesto del vino buono, pulito e giusto, è razionalizzare l’utilizzo dell’acqua per gli scopi agricoli, ma anche per le necessità di cantina. Abbiamo messo contatori dappertutto, perché è solo avendo consapevolezza di ciò che si consuma che si può essere davvero sostenibili e non sprecare una risorsa preziosa come l’acqua».
È evidente che l’attenzione nell’uso parsimonioso delle risorse ambientali è un processo innanzitutto culturale. «Dobbiamo farlo con sempre maggiore convinzione, perché non possiamo più stare a guardare. Tocca invece prepararci, perché purtroppo la situazione peggiorerà. Oggi più che mai è perciò fondamentale anche investire sulla manutenzione delle infrastrutture, spesso obsolete e causa di ingenti perdite sulla rete».
Un lusso che non ci si può permettere.
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