Eos, polemica su armi da Israele

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Dall’8 al 10 febbraio, Eos tornerà a Veronafiere ed occuperà cinque padiglioni con articoli ed attività dedicati a caccia, tiro, pesca, nautica e cinofilia. «La quarta edizione si preannuncia ancora più ricca. Abbiamo avuto poche defezioni rispetto al 2024 e un bel numero di nuovi espositori, tutti di livello», ha dichiarato l’amministratore delegato Patrizio Carotta. Ma anche quest’anno, la manifestazione è accompagnata dalle critiche delle associazioni pacifiste, le quali chiedono agli organizzatori di vietare l’accesso ai minorenni e di escludere aziende proveniente da Paesi condannati dall’Onu.

L’European outdoor show (Eos) è una manifestazione fieristica organizzata dal Consorzio armaioli italiani (Conarmi) e da Pintails. Per tre giorni, la sua quarta edizione sarà ospitata a Verona. E a meno di un mese dal taglio del nastro, gli espositori che hanno garantito la loro presenza sono superiori al passato.

L’evento centrale del palinsesto di Eos 2025 sarà il meeting internazionale Wash (Women and sustainable Hunting), che per la prima volta si tiene in Italia ed è organizzato dal coordinamento nazionale cacciatrici della Federazione italiana della caccia. Le partecipanti provengono da Stati Uniti, Sud Africa, Finlandia, Portogallo e dall’Est Europa. E saranno presenti anche rappresentanti del Ministero della salute e della Fao.

«Riproporremo l’area dedicata alla carne di selvaggina che ha riscosso grande successo nel 2024», ha aggiunto Carotta. E ci sarà la possibilità di provare le armi all’interno del padiglione 10 grazie all’Unione italiana tiro a segno che gestirà l’ampia linea di tiro predisposta per le sue gare nazionali. In più, anche aree interattive organizzate dalla Federazione italiana tiro dinamico e dalla Fidasc e un’area interattiva dedicata all’arcieria.

In programma, infine, anche un’esposizione di cani da caccia. È previsto, infatti, un padiglione intero per almeno mille cani, con esposizione internazionale a cura del Gruppo cinofilo veronese.

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Tanti eventi, tanti espositori e si preannunciano tanti anche i visitatori. Ma tante sono anche le polemiche che hanno accompagnato Eos fin dalla sua prima edizione. Negli anni, si sono viste manifestazioni di protesta da parte delle associazioni animaliste. E l’evolversi dell’evento fieristico è stato monitorato anche dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza (Opal), dalla Rete italiana Pace e Disarmo e dal Movimento Nonviolento.

«Grazie alla positiva interlocuzione con il Comune di Verona e Veronafiere, negli anni scorsi abbiano chiesto e ottenuto dagli organizzatori di Eos che il salone fieristico venisse circoscritto agli ambiti sportivo e venatorio escludendo la “difesa personale” dai settori a cui la manifestazione intende rivolgersi – hanno ricordato Mao Valpiana del Movimento Nonviolento, Piergiulio Biatta e Giorgio Beretta di Opal e Francesco Vignarca della Rete italiana Pace e Disarmo – L’anno scorso, gli organizzatori Eos hanno predisposto un codice etico che, per quanto riguarda le armi e componenti, delimita chiaramente i settori di riferimento alla caccia e al tiro sportivo, alle armi da collezione, alle armi antiche e per il softair. Siamo consapevoli che, nonostante il codice etico, tra le armi esposte ad Eos figurano tuttora anche armi che possono essere utilizzate per la difesa personale e abitativa: è un problema che, però, va ricondotto alla normativa nazionale secondo la quale gran parte delle armi semiautomatiche, in particolare le pistole, in quanto armi comuni da sparo, possono essere regolarmente detenute da cittadini in possesso di licenza sia per la difesa personale sia per praticare il tiro sportivo. A conclusione della manifestazione fieristica dello scorso anno abbiamo rilevato una serie di criticità che abbiano comunicato agli organizzatori con i quali già nei mesi scorsi abbiamo continuato l’interlocuzione in vista della manifestazione fieristica di quest’anno».

E a propostio dell’edizione di quest’anno, le associazioni pacifiste hanno chiesto «che il Regolamento generale degli espositori di Eos escluda tutte le aziende produttrici di armi di Stati che sono sottoposti a misure di embargo di armi da parte delle Nazioni Unite o che sono ritenuti responsabili da parte di organismi delle Nazioni Unite di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, come avviene per Israele in questo specifico momento storico». Valpiana, Biatta, Beretta e Vignarca hanno però notato «che nell’edizione che sta per aprirsi risultano presenti i prodotti di due aziende israeliane: la Bul Armory e la Maglula. Rinnoviamo pertanto la richiesta agli organizzatori di Eos di escludere dal salone fieristico i materiali prodotti da queste aziende».

«Rinnoviamo la richiesta che l’accesso ai padiglioni che espongono armi sia precluso ai minorenni, a parte coloro che sono iscritti alle Federazioni sportive da tiro e che comunque vengano predisposte misure più rigorose per far osservare la disposizione della questura riguardo al divieto di maneggio della armi da parte dei minorenni – hanno concluso i rappresentanti delle associazioni – Abbiamo inoltre chiesto ed ottenuto che il salone Eos non si prestasse ad ospitare eventi culturali e di tipo politico riguardo alle normative sulla legittima difesa o rivolte ad incentivare, in modo diretto e indiretto, la diffusione delle armi in Italia ai fini della difesa personale o abitativa». Una decisione fatta propria dagli organizzatori di Eos.

Organizzatori che escludono la presenza diretta di aziende israeliane alla manifestazione. «Eos, senza ambiguità, resta fiera commerciale dedicata, dall’origine, alla caccia, al tiro sportivo, alla pesca, alla nautica e all’outdoor e i suoi organizzatori sono certamente sensibili al contesto internazionale segnato da guerre e violenze – si legge nella replica – Di propria iniziativa, quindi, hanno già escluso dall’esposizione tutte le aziende produttrici di armi di Stati che sono sottoposti a misure di embargo di armi da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea. E comunque, come è chiaramente visibile dalla lista degli espositori presente sul sito eos-show.com, in continuo aggiornamento per quanto riguarda le aziende e i marchi rappresentati, a Eos non prende parte alcun espositore né diretto né indiretto con sede nello Stato di Israele. Al momento attuale, peraltro, non risulta alcun embargo nei confronti di aziende con sede nello Stato di Israele da parte dello Stato italiano, dell’Unione Europea o delle Nazioni Unite. Tutti noi ci auguriamo che i mediatori internazionali riescano a porre fine al conflitto a Gaza. Infine, gli organizzatori di Eos non possono che continuare a restare aderenti alle proprie finalità e a lavorare per un dialogo costruttivo, ragionevole e rispettoso delle rispettive, anche se diverse, posizioni».



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