“Non sono attendibili, lo Stato c’è”

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Le analisi e i dati commissionati dall’Università di Torino e resi noti dall’associazione antimafia Libera sono assolutamente ridicoli, e per nulla rappresentativi”. Queste sono le dure parole di Luigi Cuomo, presidente dell’Associazione antiracket Sos Impresa Rete per la Legalità. Secondo quanto riportato da Libera cinque operatori economici su dieci vittime di estorsioni o usure non denuncia per paura di possibili ritorsioni personali o familiari. 

Dati che però sono contestati da Cuomo, secondo cui sono da analizzare in modo diverso.  Questi parametri non sarebbero da prendere troppo alla lettera, in quanto non renderebbero a pieno l’idea della portata e della vastità dei crimini commessi dalla camorra. Dello stesso parere è anche Salvatore Cantone, presidente associazione antiracket Domenico Noviello.

Solo nella città di Napoli sono state realizzate solo una quarantina di interviste. Dunque è chiaro che l’affidabilità di questi campioni è pari a 0, non essendo supportati da un numero sufficientemente ampio e credibile di dichiarazioni. I numeri di denunce di reati di racket e di usura registrati da Libera sono sostanzialmente bassi rispetto ai fenomeni globalmente considerati”, sottolinea Cuomo. 

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“Le statistiche offerte dall’associazione che invece godono di maggiori riscontri con la realtà – ha proseguito il presidente – riguardano gli incrementi delle denunce di estorsioni. Parliamo ancora di numeri decisamente bassi, certo, ma ciò che salta all’occhio è la maggiore propensione a denunciare. Dunque sembrerebbe che durante l’ultimo anno si è sviluppata una maggiore convinzione che le querele sono possibili in totale sicurezza”. Per cui, a detta di Cuomo, tra i tanti dati resi noti da Libera il loro minimo comune denominatore consisterebbe nella registrazione di una crescente tendenza a segnalare i reati di estorsioni e di usura.

Le analisi e le evoluzioni dei fenomeni di racket e di usura 

 Luigi Cuomo ha analizzato in modo dettagliato i casi di estorsioni e usura: “Quello dell’estorsione è certamente il fenomeno più grave. Durante gli ultimi 12 mesi, infatti, si è assistito ad una certa crescita delle denunce dei cosiddetti ‘pizzi’. Attraverso iniziative che abbiamo messo in campo nei giorni scorsi, abbiamo messo nero su bianco la criticità e della pervasività del fenomeno. Quanto invece al fenomeno dell’usura questo al contrario del primo è meno drammatico ma al tempo stesso è molto più diffuso”. 

Accanto a queste riflessioni Luigi Cuomo ha inteso anche sottolineare come i fenomeni presi in esame hanno assunto nel corso della storia volti sempre nuovi. E queste trasformazioni sono percepibili anche oggi. Durante la metà del XIX secolo, infatti, era in auge il fenomeno delle lettere minatorie, con cui si estorceva denaro con minacce di morte. “Ad oggi – ha asserito Luigi Cuomo le mafie hanno affinato le loro tattiche, mettendo in campo delle forme di aggressione economica molto più sofisticate“. Attraverso offerte di “protezione” e di servizi obbligatori, accompagnate da documenti formali e fatture inesistenti, si origina un clima di complicità tra chi estorce e chi subisce. In questo modo la violenza si trasforma in un obbligo imposto da un potere occulto, ma tuttavia più che evidente.

Le parole di Salvatore Cantone

Si tratta di un punto di vista, quello del direttore Cuomo, piuttosto condiviso all’interno della comunità di coloro i quali dedicano la propria vita alla lotta alle mafie. Infatti anche il presidente dell’associazione antiracket “Domenico Noviellodi Pomigliano d’Arco Salvatore Cantone ha espresso osservazioni critiche in merito agli studi effettuati da Libera: “Le denunce pervenuteci ci sono state, anche se queste sono decisamente poche rispetto alla pervasività e alla complessità dei fenomeni“.

Il clima di terrore instaurato dalle mafie

Le estorsioni si fanno ormai dappertutto all’interno dell’hinterland partenopeo. I camorristi si precipitano di fronte ad un’azienda che fattura. Ma il problema non è nemmeno tanto costituito dalle estorsioni in sé e per sé considerate. Ciò che maggiormente preoccupa è l’atteggiamento imperativo, prepotente e prevaricatore con il quale si comportano i clan camorristi. Con il loro modo di comunicare estremamente particolare, con il loro ‘qui comando io’ riescono facilmente infondere terrore nell’animo di centinaia di migliaia di imprenditori“, ha affermato il presidente Cantone. Le sue parole restituiscono un’interessante analisi psicologica delle condotte adottate dalle mafie per imporsi sul “più debole”: in questo caso, sull’imprenditore.

Fondamentale la lotta alla sfiducia nelle istituzioni: lo Stato c’è sempre

L’elemento che accomuna entrambe le interviste sui dati di Libera consiste nel rilievo che i due presidenti attribuiscono alla lotta contro la storica sfiducia nelle istituzioni del nostro Paese. Questo fenomeno è particolarmente dilagante soprattutto nel Sud. Questo, a lungo andare, si rivela un grande terreno fertile per la proliferazione dei casi di estorsioni e di usura, strettamente connessi alla criminalità organizzata. Dunque questa battaglia sociale, secondo entrambi i presidenti, sarebbe imprescindibile per condurre una seria e costante lotta alle mafie.

Infatti è in questi termini che si è posto il presidente Cantone, il quale prova a dimostrare loro come in realtà lo Stato non è per nulla assente, rassicurando così la comunità degli imprenditori. “Non si è mai soli nella lotta alle mafie. Qualche imprenditore ad oggi continua ancora a tacere, esprimendo una certa reticenza a denunciare, quando in realtà non ci sono alibi. Noi in quanto associazione sosteniamo le vittime di questi reati nell’ambito dei processi. Inoltre, degne di nota sono anche le importanti collaborazioni che abbiamo stretto con il Governo e con la Prefettura. E in generale ci saranno sempre anche le forze dell’ordine e la magistratura. Più tardi presenterò domande al fondo per usufruire dei sussidi economici disposti dallo Stato, alla luce di due denunce pervenuteci nei giorni scorsi. Lo Stato c’è. E’ stato ed è sempre presente. Dunque la paura è ingiustificata“, ha asserito Salvatore Cantone.

Le proposte per fronteggiare i fenomeni dell’estorsione e dell’usura

Alla domanda ‘cosa si può fare per dedicare sempre maggiori spazio e impegno a questi temi nell’ambito del dibattito pubblico‘ le risposte rilasciate dai due presidenti sono molto chiare: “Fondamentale è il nostro intervento nelle scuole – ha asserito Salvatore Cantoneall’interno delle quali abbiamo condotto una serie di incontri e di concorsi al fine di promuovere la cultura della legalità. Il nostro impegno non può e non deve fermarsi“.

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L’associazione antiracket ha promosso in passato e continua a incentivare tutt’oggi una riflessione collettiva su questi temi – ha dichiarato Luigi CuomoSe si fanno uscire dalla paura e dall’isolamento certi temi, allora ecco che di conseguenza le denunce non potranno che aumentare. Mi auguro che la Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che ricorrerà il prossimo 21 marzo, possa rappresentare un’importante occasione per riflettere su cosa siano oggi questi fenomeni“.



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