Il Bonus mamma รจ confermato anche per il 2025, ma con alcune modifiche rispetto allo scorso anno.
Come riporta tg24.sky, infatti, le lavoratrici con due o piรน figli potranno farne richiesta probabilmente a partire da febbraio 2025.
Ma allโappello manca il decreto attuativo del ministero del Lavoro e del Mef, atteso entro fine mese, che stabilirร lโesonero contributivo per lโanno in corso.
Ciรฒ che รจ certo รจ che a differenza del 2024, la decontribuzione questโanno sarร parziale, e non piena come lo scorso anno, sebbene non si preveda una riduzione sotto lโ80%.
Lo stesso decreto illustrerร anche nel dettaglio le modalitร per il riconoscimento della prestazione e le procedure per il rispetto delle risorse stanziate, che sono pari a 300 milioni di euro.
Ma attenzione: per il 2025, il governo ha introdotto il limite di reddito di 40mila euro per accedere alla misura. Dunque, si allarga la platea ma con paletti piรน stringenti.
Cosโรจ il bonus mamme?
Si tratta di un esonero (questโanno solamente parziale) dal versamento della quota di contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di due o piรน figli, fino al compimento del decimo anno dโetร del figlio piรน piccolo.
Nel caso in cui la lavoratrice sia madre di tre o piรน figli, a decorrere dal 2027 lโesonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di etร del figlio piรน piccolo.
Nel 2025, si amplia la platea delle beneficiarie del bonus, ma vengono introdotti nuovi limiti.
Oltre alle lavoratrici dipendenti, potranno richiedere lโesonero anche le lavoratrici autonome con almeno due figli, iscritte allโassicurazione generale obbligatoria o alla gestione separata.
Restano perรฒ escluse le partite Iva che aderiscono al regime forfettario e le lavoratrici domestiche. Inoltre, rispetto allo scorso anno, รจ stato introdotto un limite di reddito di 40.000 euro, entro il quale si ha diritto allo sconto sui contributi.
Per le lavoratrici che risultano essere beneficiarie dellโesonero contributivo introdotto dalla manovra 2024 invece non cambia nulla: continueranno a ricevere un esonero contributivo pari al 100% della retribuzione (9,19%), fino a un massimo di 3.000 euro lordi annui.
Lโerogazione del bonus, anche questโanno, non sarร automatica.
Nel 2024, anno di debutto della decontribuzione, le lavoratrici madri che soddisfacevano i requisiti necessari per accedere al beneficio hanno presentato la richiesta al proprio datore di lavoro o, in alternativa, direttamente tramite il portale Inps, fornendo i codici fiscali dei figli.
Le prime erogazioni sono previste per marzo, comprensive degli arretrati di gennaio e febbraio.
Inoltre, le lavoratrici madri che avranno un secondo figlio nel 2025 potranno beneficiare dellโesonero contributivo a partire dal mese successivo alla nascita.
Oltre alle lavoratrici domestiche, come colf e badanti, e alle autonome che hanno aderito al regime forfettario, restano escluse anche questโanno dalla decontribuzione le lavoratrici madri con un solo figlio (anche disabile), le madri disoccupate e le pensionate.
Attualmente, non รจ ancora stata definita la percentuale dello sgravio, che come detto non sarร totale ma riguarderร solo una parte delle somme da versare.
Il decreto che stabilirร lโentitร della decontribuzione dovrebbe essere varato entro 30 giorni dallโentrata in vigore della manovra, quindi entro la fine di gennaio. Lโaumento in busta paga, in ogni caso, non raggiungerร i 250 euro lordi mensili, come accaduto lโanno scorso.
Lโultima Manovra ha inoltre stabilito che per gli anni 2025 e 2026 lโesonero parziale dal versamento della quota di contributi previdenziali โnon spetta alle lavoratrici beneficiarie di quanto disposto dallโarticolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2023, n. 213โ. Cosa vuol dire?
La norma in questione รจ la legge di Bilancio 2023.
Quellโarticolo prevedeva, fino alla fine del 2026, โlโesonero dal versamento della quota di contributi previdenziali per lโinvaliditร , la vecchiaia e i superstitiโ pari al 100% โa carico delle lavoratrici madri di almeno tre figli, titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di etร del figlio piรน piccoloโ nel limite massimo annuo di 3mila euro, riparametrato su base mensile.
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