C’è chi lo ha ribattezzato il «rimpastino parlamentare». È quello che potrebbe andare in scena tra fine gennaio e inizio febbraio, quando le 14 commissioni della Camera e le 10 del Senato saranno chiamate a rinnovare le rispettive presidenze.
Che la premier non sia favorevole a rimpasti di Governo non è una novità. Durante la conferenza stampa di inizio anno ha tolto ogni dubbio bollando come «non all’ordine del giorno» un possibile avvicendamento di Matteo Salvini a Matteo Piantedosi al Viminale. E rimandando ogni valutazione sulla ministra Daniela Santanchè, nel caso venisse rinviata a giudizio nella vicenda giudiziaria che la coinvolge: «Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadano», ha chiuso la leader di FdI: «Vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente col ministro».
Qualcosa nella maggioranza di Governo, in ogni caso, sembra destinato a muoversi. Il presidente della commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda, si prepara al trasloco a Porta Pia. È infatti il nome che sarebbe stato designato per succedere a Galeazzo Bignami, che ha lasciato il ruolo di viceministro dei Trasporti per l’incarico di capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Una casella resa vacante dalla nomina di Tommaso Foti a ministro delle Politiche europei.
Si tratta di uno spostamento destinato a intrecciarsi con il rinnovo degli uffici di presidenza delle commissioni parlamentari. Che, in realtà, almeno sulla carta, sarebbe dovuto avvenire già qualche mese fa. I regolamenti parlamentari prescrivono un ricambio dei vertici biennale, che per la Camera scatta a due anni dall’insediamento della commissione, mentre per il Senato a partire dall’avvio della legislatura. Insomma, il passaggio formale sarebbe dovuto esserci già intorno a Novembre. Ma gli appuntamenti elettorali sul territrio e la sessione di bilancio alle porte hanno contribuito al rinvio.
Non è detto che a ricoprire il ruolo di Deidda sia un esponente di FdI. C’è chi fa il nome di Andrea Caroppo, di Forza Italia. Ma questo scenario potrebbe creare problemi in Senato, dove l’omonima commissione è guidata dall’azzurro Claudio Fazzone.
I NOMI
Il rinnovo delle presidenze – per altri versi – potrebbe essere un tentativo di riequilibrare i rapporti di forza tra i vari alleati di coalizione. E così, da Forza Italia si guarda con interesse alla presidenza della commissione Giustizia di Montecitorio, ora guidata dall’esponente di Fratelli d’Italia, Cirio Maschio. Che, in questi due anni, non avrebbe soddisfatto pienamente le attese.
Ma, in altri casi, spiega qualcuno, il pensiero di un ricambio sarebbe mosso da logiche interne al partito o sollecitato da ambizioni personali. C’è chi parla di una promozione per Ylenja Lucaselli, già inserita tra i nomi in lizza per il Mit e più volte tirata in ballo per ricoprire caselle di peso al Mef. La deputata di Fratelli d’Italia, ormai alla seconda legislatura, viene vista tra i papabili per la guida della commissione Bilancio della Camera (al Senato FdI può contare al momento su Nicola Calandrini). Sotto osservazione anche la commissione Difesa di Montecitorio, oggi guidata da Antonino Minardo che, nei mesi scorsi, in accordo con la Lega, ha dato vista alla componente Udc della Camera. Il suo posto avrebbe riscosso l’interesse di qualche collega, tra cui il deputato della commissione Ambiente, Gianpiero Zinzi.
Gli eventuali spostamenti di Montecitorio potrebbero avere conseguenze anche sul Senato. Con l’esclusione – sottolineano in molti – delle caselle delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama, ora guidati da Alberto Balboni e Giulia Bongiorno. Due posti chiavi in un anno che la premier ha preannunciato all’insegna delle riforme. Discorso a parte, per Luca De Carlo, oggi alla guida della commissione Industria del Senato e tra i presidenti più apprezzati. L’esponente meloniano, tra qualche mese, potrebbe cedere il suo posto se verrà designato come candidato di FdI per la corsa in Veneto. Le mosse allo studio sullo scacchiere del centrodestra sono molte. Ora, bisognerà attendere per capire quale, alla fine, andrà a dama.
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