Parco Balli e autosilo: luce verde dal Consiglio di Stato

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E improvvisamente succede: il Consiglio di Stato ha definitivamente adottato la variante al Piano particolareggiato del centro storico relativa alla riqualifica del Parco Balli e alla realizzazione dell’autosilo sotterraneo. Da ieri la variante è di nuovo in pubblicazione perché il governo ha introdotto una modifica d’ufficio che riguarda l’inserimento, nelle norme, di indicazioni precise sui parcheggi che spariranno in superficie. Tuttavia, la pubblicazione non impedisce alla variante di entrare in vigore, senza alcun effetto sospensivo, nemmeno nel caso di ulteriori ricorsi al Tribunale amministrativo. Il fatto concreto è dunque che da adesso in poi nulla impedisce più al Municipio di Locarno di concretizzare un progetto di cui si era lungamente parlato, anche in relazione alla tematica della viabilità in Città Vecchia, dal cui ambito non può venire esclusa la questione della pedonalizzazione, anche solo parziale.

2013: tutto parte dalla maxipetizione

La questione “Parco Balli e autosilo” aveva tenuto banco a partire dal 2013, quando un clamoroso moto popolare si era alzato a margine dei reiterati tentativi di un privato di realizzare un complesso residenziale sul terreno Balli. La superficie era infatti a suo tempo di proprietà di una società anonima. I progetti che avevano flirtato con una domanda di costruzione erano stati addirittura tre, ma nessuno aveva mai avuto la possibilità di decollare a causa di grosse pressioni popolari e conseguenti timidezze politiche. Addirittura, esasperato, il proprietario a un certo punto aveva presentato un’istanza al Tribunale di espropriazione per oltre 7 milioni di franchi.

Il capitolo forse più importante (fino ad oggi) della vicenda è legato alla raccolta di firme lanciata 12 anni fa dal gruppo “Salviamo il Parco Balli” e capace di raccogliere qualcosa come 7’800 sottoscrizioni. Era l’emblema del rifiuto di qualsiasi progetto immobiliare privato sull’unica superficie verde nel cuore del nucleo storico. Il volere condiviso dai firmatari era che la Città si esponesse, acquistasse il parco (il terreno è edificabile) e provvedesse poi a destinare l’area verde al pubblico. La Città – a quei tempi ancora sotto il sindaco Alain Scherrer, ma con il vicesindaco Paolo Caroni attivo in prima linea in qualità di capodicastero Pianificazione – aveva fatto i compiti, portando il credito d’acquisto in Consiglio comunale (dicembre 2016) e ottenendo i 6 milioni necessari per acquisire la superficie di 2’500 metri quadrati.

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La stampella economica

Ma c’era in ballo anche una necessità pianificatoria: per procedere nella direzione di un parco pubblico serviva una stampella economica (l’autosilo) e per ottenere la stampella era richiesta una variante pianificatoria, più precisamente al Piano particolareggiato del centro storico relativa appunto alla riqualifica del Parco Balli e alla realizzazione dell’autosilo sotterraneo.

Inviata in anteprima al Cantone, che l’aveva preavvisata favorevolmente nel 2017, la variante era stata presentata al pubblico nel dicembre del 2018 ed era poi confluita in un messaggio municipale nell’agosto del 2019. L’inoltro dell’istanza di approvazione a Bellinzona da parte del Municipio (con le osservazioni ai 7 ricorsi presentati a suo tempo) risale all’ottobre del 2021. L’approvazione ha dunque richiesto oltre 3 anni di peregrinazioni fra i vari uffici del Cantone.

‘Saltano’ grotta e muro perimetrale, protette scalinata e Orangerie

Fra i temi toccati dalla variante v’è la tutela di determinati elementi connessi al parco; oggi, stando ai contenuti dell’adozione della variante da parte del Consiglio di Stato, sappiamo che non è prevista una conservazione della grotta artificiale interna al parco e neppure del muro perimetrale che dà su via Borghese, mentre dovranno essere salvate la scalinata d’accesso al parco per chi lo raggiunge dal cortile interno di Casa Borgo (cortile oggi adibito a terrazza-bar), nonché la storica Orangerie situata all’estremità nord del terreno, che in qualche modo verrà utilizzata a supporto delle attività che si svolgeranno sul parco pubblico. In questo senso si era parlato anche di servizi pubblici, di un centro per la raccolta differenziata dei rifiuti e di una fermata del bus (che nel frattempo è stata realizzata).

Ad accompagnare la marcia d’avvicinamento di Locarno al suo Parco Balli (con autosilo) non erano mancati gli spunti, polemici e non. Fra essi ricordiamo appunto la già citata maxipetizione originaria “Salviamo il Parco Balli”, ma anche la raccolta di firme “per un centro a misura d’uomo” lanciata nel 2019 dal Ps di Locarno e dai Verdi del Locarnese, nonché la petizione promossa dai commercianti della Scia (1’872 firme consegnate a Palazzo Marcacci nel 2019), contrari alla chiusura di Città Vecchia al traffico.

Via (ma non subito) 47 stalli in superficie

Obiettivo primario dell’autosilo che sorgerà sotto il parco è togliere un numero significativo di parcheggi esterni in superficie all’interno di Città Vecchia, fra via Borghese, Contrada dei Cappuccini, via Torretta, via Cittadella, piazzetta dei Riformati, via delle Corporazioni, piazza Respini e piazzetta de’ Capitani. La struttura interrata ospiterà 100 posti auto, fra stalli per la sosta oraria (47, l’equivalente di quelli che verranno tolti in superficie) e posteggi dati in affitto a chi vive in zona (53); il che compenserà, almeno in parte, l’attuale mancanza di parcheggi ad uso privato.

Considerando la massa di investimenti previsti a Piano finanziario da qui al 2028, è altamente improbabile che la realizzazione dell’autosilo sia considerata prioritaria, anche perché si parla di un investimento che orbita sui 5 milioni di franchi. Peraltro, è immaginabile che fra non molto possa partire l’iter, con un concorso d’architettura che si impone vista l’importanza dell’inserimento urbanistico dell’opera nel contesto del nucleo storico (con quanto ne sarà del muro perimetrale) e la riqualifica del parco, che del vecchio patrimonio vegetale ha ormai perso tutto e va ripensato come si deve.



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