“Pochi fondi e burocrazia complessa”

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Il problema dei ritardi nei pagamenti dei supplenti continua a rappresentare una criticità significativa per il sistema scolastico italiano. Secondo Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, il fenomeno è legato a una serie di fattori che coinvolgono sia l’insufficienza delle risorse economiche sia le complessità della macchina burocratica.

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La denuncia della Gilda degli Insegnanti

In un intervento sul sito Open, l’esponente della Gilda degli Insegnanti ha evidenziato come i fondi disponibili per il pagamento delle supplenze risultino insufficienti rispetto al numero effettivo di docenti coinvolti. 

La mancanza di una programmazione finanziaria adeguata mette, infatti, a rischio la tempestività dei pagamenti, costringendo i supplenti a lunghi periodi di attesa per ricevere il compenso spettante. 

Una situazione sempre più insostenibile che crea difficoltà tangibili, con molti docenti precari che faticano a sostenere spese essenziali come affitti e bollette.

un supplente alla scrivania mostra il cartello un supplente alla scrivania mostra il cartello

Le cause principali dei ritardi

Il problema dei ritardi nel pagamento dei supplenti si articola in due aspetti principali. 

In primo luogo, la disponibilità economica è spesso inferiore rispetto alle necessità reali delle scuole. E l’aumento del ricorso ai supplenti, fenomeno determinato da una cronica carenza di personale di ruolo, non fa altro che aggravare questo squilibrio. 

In secondo luogo, la lentezza e la macchinosità della burocrazia rallentano ulteriormente le procedure. Con le segreterie scolastiche che, spesso sovraccaricate di lavoro, si trovano a dover gestire un numero elevato di pratiche senza avere gli strumenti adeguati, cosa che determina un inevitabile prolungamento dei tempi necessari per l’elaborazione delle buste paga.

In passato, erano le scuole a gestire direttamente il pagamento dei supplenti, ma qualche anno fa tutto è stato centralizzato al MEF con un sistema informatico ad hoc. 

“Questo cambiamento – ha commentato il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana – ha creato molti disagi. Il problema principale è che il MEF trasferisce i fondi alle scuole solo quando sono disponibili, generando ritardi quando i soldi non sono sufficienti rispetto al numero dei supplenti da pagare”. 

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Ad incidere sul superamento del budget destinato ai supplenti sono state, tuttavia, anche le scelte legate ai concorsi PNRR

“Circa 50mila posti per docenti di ruolo – ha chiarito Castellana – sono stati messi in stand by, in attesa dell’arrivo dei vincitori dei concorsi. Arrivo che, però, è stato diluito nel tempo e che deve ancora terminare. Di conseguenza, le scuole hanno dovuto ricorrere a un numero maggiore di supplenze brevi per coprire i posti vacanti, senza però un adeguato aumento delle risorse disponibili. Questo ha causato ritardi nei pagamenti”.

Le testimonianze dei supplenti

Sempre sul sito Open è possibile trovare le testimonianze di alcuni supplenti che hanno condiviso le loro esperienze di difficoltà economica derivanti dai ritardi nei pagamenti.

Alcuni insegnanti riferiscono di dover ricorrere a prestiti o aiuti familiari per far fronte alle spese quotidiane, mentre altri raccontano di disagi nell’affrontare costi legati alla professione stessa, come spostamenti o acquisti di materiali didattici. 

Le situazioni più critiche si verificano nei casi di supplenze brevi, spesso soggette a ritardi più consistenti. 

Tra i precari, intanto, si respira un clima di forte frustrazione per aver dedicato mesi di lavoro senza alcuna retribuzione, intrappolati tra burocrazia e ritardi. Come sottolinea una delle docenti precarie: “Amo il mio lavoro, ma non so fino a quando la passione supererà la frustrazione e la necessità”.

Da qui l’appello del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti che invita ad una gestione più trasparente dei fondi “per evitare che la situazione diventi insostenibile”.

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Le possibili soluzioni

In risposta alle numerose proteste di insegnanti e sindacati, il Ministero ha elaborato un pagamento straordinario per il 17 gennaio per il saldo degli stipendi arretrati. 

“Grazie alle modifiche di bilancio effettuate dal MIM tra settembre e novembre 2024 – ha fatto sapere Jacopo Greco, Capo Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale del Ministero – siamo riusciti a coprire i ratei contrattuali per il personale con incarichi di supplenza breve e saltuaria, inseriti e autorizzati dalle scuole”.

Lo stesso ha, inoltre, sottolineato come “si tratta di un fenomeno di dimensioni molto più contenute rispetto a quanto accaduto negli ultimi dieci anni”. 

Gli fa, tuttavia, eco Castellana, che osserva: “Stiamo parlando di un problema enorme e insostenibile per gli insegnanti. Il Ministero deve assicurarsi che neanche un solo docente finisca in questa situazione, altrimenti si rischia di minimizzare la gravità del problema”.

Una soluzione alla problematica arriva dagli esperti e dalle organizzazioni di categoria che propongono l’implementazione di alcune strategie

  • incremento delle risorse destinate al pagamento dei supplenti;
  • semplificazione delle procedure amministrative; 
  • potenziamento del personale delle segreterie scolastiche;
  • digitalizzazione dei processi.

In particolare, il potenziare il personale delle segreterie scolastiche potrebbe rappresentare un passo avanti, in modo da consentire una gestione più efficiente delle pratiche.

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Così come la digitalizzazione dei processi, attraverso l’utilizzo di piattaforme informatizzate più funzionali, potrebbe ridurre i tempi di lavorazione e garantire una maggiore trasparenza.



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