Una manovra senza sostegno alla casa

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#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Pochissimo per il fondo morosità incolpevole, poco per contribuire alle spese di locazione degli studenti fuori sede, niente per il fondo di sostegno all’affitto. Le misure previste in manovra di bilancio 2025 per le politiche abitative sono a dir poco insufficienti: non affrontano la grave emergenza abitativa che viviamo in Italia e, come è accaduto anche in altri ambiti, prevedono qualche contributo qua e là.

Sostegni ma non per i poveri

Di reali aiuti alle famiglie in difficoltà economica non c’è nemmeno l’ombra: stiamo parlando di circa un milione di nuclei che andrebbero sostenuti, poco meno della metà di tutte le famiglie povere secondo l’Istat, che ha preso in considerazione quelle in condizioni di povertà.

“La manovra di bilancio non affronta la grave emergenza abitativa – denuncia la segretaria confederale Cgil Daniela Barbaresi -. Il tema della carenza di alloggi a costi sostenibili è affrontato nell’immediato solo con l’incremento dell’ambito di esenzione dei canoni dei neoassunti che trasferiscono la residenza. Ma questo provvedimento non è risolutivo per la generalità delle famiglie, né per le ampie necessità di mobilità sul territorio legate a esigenze di lavoro e di studio. Lo stanziamento per il fondo morosità incolpevole è del tutto insufficiente e va aumentato: 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni di euro per il 2026. Inoltre, va ripristinato il fondo di sostegno all’affitto, senza risorse da due anni, per poter agire preventivamente, circoscrivendo l’entità di nuovi procedimenti di sfratto”.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Piano casa, futuro remoto

Poi c’è il Piano casa Italia, che però non dà risposte concrete. Pensato originariamente come una misura solo di programmazione, con strategie di medio e lungo termine per riorganizzare gli interventi per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, in una seconda stesura la legge prevede un finanziamento: una spesa complessiva di 560 milioni di euro, di cui 150 milioni per il 2028, 180 milioni per il 2029, e 230 milioni nel 2030.

Uno stanziamento positivo, ma con fondi che sono pochi e spostati di tre anni. “Le risorse sono esigue, 560 milioni di euro, e partono dal 2028” conferma Barbaresi. A ben guardare, poi, si tratta di un Piano per un futuro remoto, di cui si sfrutta l’effetto annuncio.

“È necessario che si concretizzi entro i sei mesi previsti – scrive la Cgil nei commenti alla manovra -. È inoltre importante che siano definiti i settori di intervento, prioritariamente l’edilizia residenziale pubblica, e i caratteri legati alle eventuali quote di edilizia residenziale sociale (permanenza nel mercato delle locazioni, operatori, soggetti gestori, requisiti dell’utenza, canoni). A tal fine è indispensabile l’apertura di un tavolo di confronto con le parti sociali”.

Affitti per fuori sede

Altro capitolo, il contributo per le spese per l’affitto sostenute dagli studenti fuori sede delle università, con Isee non superiore a 20 mila euro. Nella versione approvata, allo stanziamento già previsto di 5,7 milioni di euro per il 2025 se ne aggiunge un altro: 1 milione per il 2025 e 2 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Poco, troppo poco.

“I fondi non sono sufficienti a supportare gli studenti in relazione alle spese abitative, che sempre più incidono sul diritto allo studio – scrive la Cgil -. Solo per dare una cifra sull’esiguità delle risorse, anche con l’ulteriore stanziamento di 10 milioni avvenuto nel 2024 hanno beneficiato del contributo solo 11 mila studenti in tutta Italia, un numero irrisorio rispetto agli 830 mila fuori sede”.

Novità sui mutui

Infine, i mutui per l’acquisto della prima casa: l’accesso al fondo di garanzia è riconosciuto esclusivamente e non più prioritariamente alle giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori; ai conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari; ai giovani che non hanno compiuto trentasei anni di età.

“Le agevolazioni per l’acquisto possono in generale essere valutate positivamente – scrive la Cgil -. La misura destinata non più prioritariamente ma esclusivamente ad alcune tipologie familiari con determinate condizioni di reddito, tuttavia, esclude dalla platea dei possibili beneficiari differenti tipologie familiari che presentano le stesse, se non minori, condizioni di reddito”.



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